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Gino Castaldo per "La Repubblica"
Entrare in casa Arbore è come fare un giro in un museo dei gadget: migliaia di irresistibili oggetti, statuette musicali, madonne sudamericane, radio di plastica, juke box, collezionate con simpatica bulimia consumistica. In mezzo troneggia il padrone di casa, pienamente soddisfatto della sua ennesima "malefatta", un disco di canzoni classiche italiane cantate in inglese, da crooner. S'intitola ...my American way! con esplicito sottotitolo "ma con le classiche canzoni italiane...".
Racconta Arbore: «Ho sempre pensato che ci sono canzoni italiane di incomparabile bellezza, che possono competere con i grandi standard americani». Come dargli torto, se pensiamo a E se domani (che nel disco diventa I know it's over) o Anema e core
(How wonderful to know), sta di fatto che da tempo Arbore girava intorno all'idea del crooner, non è una novità , ma certo questa volta l'ha fatto fino in fondo, prendendo una serie di canzoni italiane, in inglese, cantate con raffinati accompagnamenti jazz, asciutti ed essenziali: «Come dico sempre, gli arrangiamenti sono alla Armani, cioè fatti in modo da togliere tutto il possibile, se no i musicisti tendono sempre a strafare, a far capire quanto sono bravi, ma tante volte non c'è bisogno di tante note».
Il disco scorre con piacevole e soffusa eleganza, tra pezzi come Resta cu'mme
(Stay here with me) Non dimenticar (Don't forget) che fu cantata da Nat King Cole, e ovviamente alcune delle sue canzoni, come Il materasso e Il clarinetto,
un promemoria della bellezza italiana che ovviamente, essendo cantato in inglese, ammicca al mercato internazionale.
«à la mission di questo disco: ricordare che ci sono canzoni che vanno oltre il tempo e le mode, e che forse possono essere apprezzate da qualsiasi tipo di pubblico nel mondo». Spuntano anche altre voci, quella di Gegè Telesforo e, sorprendentemente, quella di Isabella Rossellini. Difficile da convincere? «Per nulla. Era solo preoccupata di non saper cantare, ma io le ho detto di non preoccuparsi, e infatti ha cantato benissimo».
Arbore è anche e soprattutto un formidabile testimone della storia della canzone italiana, di cui oggi è diventato ufficialmente l'ambasciatore internazionale, i suoi aneddoti riempirebbero libri, e ci tiene a sottolineare che da ben 23 anni gira il mondo con la sua Orchestra italiana. E questo lo allontana sempre di più dalla televisione, anche se una novità c'è, e non secondaria.
Evidentemente sempre più stanco di dover combattere con una televisione ossessionata dagli indici d'ascolto, la televisione se l'è fatta da solo: basta collegarsi con www.renzoarborechannel. tv e scoprire che ancora in tono dimesso, e poco pubblicizzato, Arbore sta sperimentando una tv via web, fatta praticamente da casa, in un set allestito in quel suo personalissimo regno dorato della cultura pop.
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