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Estratto dell'articolo di Anthony Breznican per www.vanityfair.it
FRANCIS FORD COPPOLA SUL SET DI MEGALOPOLIS
Megalopolis si è formato nella mente di Francis Ford Coppola per quasi metà della sua vita, e ora si è sentito finalmente pronto a mostrarlo al mondo. L'ottantacinquenne regista del Padrino, Apocalypse Now e La conversazione ha dunque portato a termine, con un notevole sacrificio personale, il progetto che corona la sua passione operistica.
La pellicola debutterà il mese prossimo al Festival di Cannes, nella speranza di attirare distributori mondiali disposti a correre i rischi del caso. Il film racconta gli scontri personali, politici e romantici che si generano nel corso di una battaglia per la costruzione di un'utopia americana, ed è in parte debitore della profezia speculativa di H. G. Wells.
Dentro ci troviamo una cospirazione omicida dell'antica storia romana, la devastazione degli attentati dell'11 settembre e l'influenza smisurata di attraenti conduttori di notiziari delle tv via cavo, oltre a una teoria di altre ispirazioni. «A questo, ho aggiunto tutto ciò che avevo letto o imparato», ha spiegato Coppola.
Vanity Fair ha visto in anteprima esclusiva il risultato: Adam Driver è un architetto e artista idealista che progetta di ricostruire una città caduta in rovina, e Nathalie Emmanuel la figlia mondana della sua nemesi, un sindaco corrotto (Giancarlo Esposito), a cui la città sui cui regna piace così com'è. […]
Nell'ampio cast ci sono anche Aubrey Plaza, Shia LaBeouf, Dustin Hoffman, Jon Voight, Laurence Fishburne (che era un soldato adolescente in Apocalypse Now), Kathryn Hunter, la cantante Grace VanderWaal e James Remar, oltre alla sorella del regista, l'attrice del Padrino Talia Shire, e suo figlio (nipote di Coppola) Jason Schwartzman.
[…] «I semi per Megalopolis sono stati piantati quando da bambino ho visto Things to Come di H. G. Wells», scrive Coppola. «Questo classico di Korda degli anni ‘30 parla della costruzione del mondo di domani ed è sempre stato con me, prima, quand’ero uno "scienziato ragazzo" e poi quando sono diventato regista».
shia labeouf, madeleine gardella, isabelle kusman, matt gulbranson, e chloe fineman in megalopolis
Nella sua dichiarazione a Vanity Fair, il regista affronta anche le voci sulla lunga gestazione di Megalopolis. Per mantenere il controllo totale del progetto e finanziarlo con un budget di 120 milioni di dollari, ha venduto parte della sua tenuta vinicola nel nord della California.
«In realtà non ho lavorato a questa sceneggiatura per 40 anni, come spesso viene scritto, stavo piuttosto raccogliendo appunti e ritagli per un album di cose che trovavo interessanti per una possibile futura sceneggiatura. Ho raccolto anche vignette politiche o di soggetti storici diversi», racconta Coppola.
«Alla fine, dopo molto tempo, mi sono orientato verso l'idea di un'epopea romana. E poi, più tardi, di un'epopea romana ambientata nell'America moderna. Così ho iniziato a scrivere questa sceneggiatura, a fasi alterne, solo negli ultimi dieci, dodici anni. Inoltre, dato che ho realizzato molti film con soggetti e stili diversi, speravo di potere realizzare, più avanti nella vita, un progetto che mi avrebbe consentito di capire meglio quale fosse il mio stile personale».
RIPRESE DI MEGALOPOLIS DI FRANCIS FORD COPPOLA
[…] Tra le sue pietre di paragone c'è un tentativo di colpo di Stato del 63 a.C.. A quel punto, l'antica Roma era in piena crisi, con i commerci in stallo, una lotta continua per tenere insieme la vasta Repubblica e un debito, di ricchi e poveri, alle stelle. Un ribelle, Catilina, complottò per assassinare alcuni capi politici e appiccare una dozzina di incendi in tutta la città, destabilizzandola fino all'anarchia. Dopo il caos, Catilina avrebbe costruito una nuova società, cancellando tutti i debiti della precedente. Ma il suo piano fu smascherato e sventato dallo statista e oratore romano Cicerone.
RIPRESE DI MEGALOPOLIS DI FRANCIS FORD COPPOLA
«Ho preso in considerazione molte possibilità, interessandomi a un episodio noto come “La congiura di Catilina”», racconta Coppola, spiegando che «l'America moderna era la controparte storica dell'antica Roma e che la congiura di Catilina, narrata dallo storico Sallustio, poteva essere ambientata nell'America moderna, proprio come Cuore di tenebra di Joseph Conrad (originariamente ambientato alla fine dell'Ottocento durante il dominio coloniale europeo in Africa, ndr) in Apocalypse Now. era ambientato durante la guerra del Vietnam».
Coppola ha anche deciso di adottare una visione revisionista di questa storia antica e comunemente accettata: «Mi sono chiesto se la tradizionale rappresentazione di Catilina come “cattivo” e Cicerone come “buono” fosse necessariamente vera», dice il regista. «Nella storia, Catilina perse e fu ucciso e Cicerone sopravvisse. Ma poiché è il sopravvissuto a raccontare la storia, mi sono chiesto se ciò che Catilina aveva in mente per la sua nuova società non
fosse stato un riassetto di coloro che detenevano il potere, e se dunque non fosse stato addirittura “visionario” e “buono” e, magari, Cicerone “reazionario” e “cattivo”».
adam driver sul set di megalopolis
Il regista ha quindi trasposto questa trama dall'antichità ai giorni nostri: «La storia si sarebbe svolta in una New York un po' stilizzata, ritratta come il centro del potere del mondo e Cicerone sarebbe stato il sindaco durante un periodo di grandi sconvolgimenti finanziari, come la crisi finanziaria ai tempi di Dinkins (l'ex sindaco che guidò la città dal 1990 al 1993, ndr). Cesare, in cambio, sarebbe stato un capomastro, un grande architetto, un designer e uno scienziato che combinava aspetti di Robert Moses, come descritto nella brillante biografia The Power Broker, con altri di architetti come Frank Lloyd Wright, Raymond Loewy, Norman Bel Geddes o Walter Gropius».
[…]
isabelle kusman sul set di megalopolis
Mentre Coppola si sforzava di realizzare qualcosa di allegorico ed epico, è tornato anche al tocco personale che ha reso i suoi film classici così riconoscibili: «Il mio primo obiettivo è sempre quello di fare un film con tutto il cuore, quindi ho iniziato a capire che si sarebbe trattato di amore e lealtà in ogni aspetto della vita umana«, scrive. «Megalopolis riecheggiava questi sentimenti, in cui l'amore era espresso in una complessità quasi cristallina, il nostro pianeta in pericolo e la nostra grande famiglia umana prossima al suicidio, fino a diventare un film molto ottimista, fiducioso che il genere umano possieda il genio necessario a risolvere qualsiasi problema si trovi a fronteggiare».
RIPRESE DI MEGALOPOLIS DI FRANCIS FORD COPPOLA
Megalopolis è anche un commento sulla propria nazione, con il regista che riprende l'incipit del Padrino: «Io credo nell'America», dice Coppola. «I nostri padri fondatori hanno preso in prestito una Costituzione, la legge romana e il senato per il loro governo rivoluzionario senza un re. La storia americana non avrebbe potuto svolgersi né avere successo senza la guida dell'apprendimento classico».
Mentre il debutto a Cannes è senpre più vicino, Coppola esprime grandi speranze per il suo futuro: «Il mio sogno è che Megalopolis diventi uno dei film preferiti per il Capodanno, con il pubblico che in seguito invece delle nuove diete o dei propositi di non fumare, s'interroga piuttosto con questa semplice domanda: «La società in cui viviamo è la sola disponibile per noi?».
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