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Enrico Lagattola per "il Giornale"
Il finale «amaro» è toccato alla moglie, la signora Ylenia Iacono in Giuliani. Giuliani come l'amaro, appunto. Perché la storia fra l'avvenente (quasi) quarantenne e l'industriale del famoso liquore e della ricca casa farmaceutica che porta il suo nome - iniziata tre anni fa con le nozze sontuose in una villa sul lago di Como- si chiude con la più turbolenta delle separazioni. Ovvero, un'inchiesta della procura di Milano per un reato assai raro contestato alla donna: l'istigazione non accolta a commettere un delitto.
Tradotto, la bella Iacono avrebbe promesso mezzo milione di euro (almeno) a una giovane modella perché dichiarasse di essere l'amante del 74enne. E ingrossare così il suo assegno di separazione. Indagato anche il legale dell'ex moglie, l'avvocato Marcello D'Onofrio (già a fianco di Lele Mora, e interdetto dalla professione durante l'inchiesta di Potenza su Vallettopoli), che l'avrebbe aiutata a costruire la «trappola».
L'istigazione a commettere il reato, secondo il pm Tiziana Siciliano, «non è stata accolta» perché la modella Maria Teresa Francville - 24enne fidanzata dell'ex tronista tv Costantino Vitagliano - ha rifiutato l'offerta. La ragazza, infatti, ha preferito raccontare a Gian Germano Giuliani, con cui ha un rapporto d'amicizia, che la moglie stava organizzando lo scherzetto. E così, nel novembre scorso, è partita la querela dell'industriale, assistito dall'avvocato Massimo Di Noia. Agli atti ci sono i messaggi spediti via «messenger» dall'avvocato D'Onofrio alla modella.
«Dimmi solo quanto ti piacerebbe avere nel conto corrente», avrebbe scritto il legale alla ragazza, aggiungendo poi che lei avrebbe potuto ottenere anche «500mila euro» (ma spingendosi fino a promettere due milioni) per dire al giudice civile di essere stata «l'amante del signor Giuliani». Poi, in un appuntamento in un bar in centro a Milano, le avrebbe spiegato l'affare: «Qualsiasi cifra pur di una deposizione favorevole». Nel frattempo, la bella Iacono non ha perso tempo.
Tramite il suo legale, lo stesso che aveva seguito il divorzio di Bettarini da Simona Ventura, ha chiesto al giudice civile un ordine urgente di protezione con l'allontanamento di Giuliani dalla casa coniugale e la disposizione di un assegno mensile da 100mila euro. Perché, a suo dire, scoperto un tradimento il 18 settembre 2010, il marito offeso l'avrebbe picchiata, tentando anche di afferrare un coltello. Richieste poi bocciate dal giudice, e bollate come «temerarie» dai legali del 74enne, secondo i quali sarebbe stata la moglie, «sportiva e dedita alle arti marziali», a darle di santa ragione al marito.
E tutto per «indirizzare» la causa di separazione tra Giuliani e la moglie, cominciata il 24 settembre scorso, e in cui ballano reciproche accuse di tradimenti. Proprio una di queste sarebbe stata all'origine della scazzottata in un ristorante milanese - il 23 novembre del 2010 - fra l'industriale e il direttore del Tg4 Emilio Fede. Radio-gossip parlò della rabbia dell'imprenditore nei confronti del giornalista, «colpevole» di aver fatto conoscere alla Iacono l'ex calciatore Stefano Bettarini, ascoltato poi dal pubblico ministero come persona informata sui fatti. Quella rissa era solo la punta dell'iceberg, in realtà . Il finale della storia l'ha scritto ora la Procura, che ieri ha notificato l'atto di chiusura delle indagini. Mai come questa volta, un finale amaro.
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