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MZ per "il Giornale"
Diego Della Valle come Marchionne. Quest'ultimo lascia Confindustria; il primo, invece, ha ieri fatto sapere, a sorpresa, di voler uscire dal patto di sindacato di Mediobanca. Ma c'è una differenza:mentre il numero uno della Fiat ha deciso il divorzio per forti contrasti con la linea confindustriale, il signor Tod's esce dal parlamentino dei grandi soci che controllano la più importante banca d'affari italiana per altri motivi. Quali? Principalmente uno: avere le mani libere nelle sue prossime mosse.
Quali? Principalmente una: puntare al Corriere della Sera, in un progetto che è anche politico, vale a dire quello del rinnovamento dell'establishment finanziario nazio¬nale. Magari con uno sguardo al Palazzo, vista la lettera anti-politici pubblicata sabato da alcuni quotidiani in una pagina a paga¬mento. E un altro al suo amico Luca Cordero di Montezemolo, eterno outsider, pronto a scendere in campo.
Mani libere può significare molte cose. Politicamente Dieghito potrebbe essere meno soggetto a critiche in quanto meno legato a un potere forte quale è Mediobanca. Ma allo stesso tempo, per le barocche regole del patto di Mediobanca, stando fuori si ha la possibilità di crescere di più. Dentro al patto, che è un accordo tra soci, Della Valle non poteva salire oltre il 2 per cento.
E già deteneva opzioni per arrivare all'1,9%. Ma stando fuori egli potrà comprare tutte le azioni che vuole. Non a caso Mr Tod's ha ieri spiegato in una nota che la disdetta della finanziaria Dorint Holding al patto di Mediobanca «deriva dalla volontà di non essere soggetti ai limiti di crescita ivi previsti. Mediobanca è un'ottima azienda e quindi si preferisce poter valutare senza restrizioni possibili futuri investimenti nella medesima».
C'è anche, però, un'interpretazione maliziosa alla decisione presa dall'imprenditore marchigiano: la sua recente salita nel capitale di Piazzetta Cuccia (dove detiene lo 0,48% in azioni, e aveva acquistato le opzioni per salire all'1,9 solo a fine agosto) sembrava aprirgli le porte del consiglio d'amministrazione,appeÂna rinnovato. Invece questo non è avvenuto, per l'indisponibilità di Jonella Ligresti a uscire dal consiglio stesso. Della Valle non ha insistito più di tanto.
Né- chi lo conosce o lo ha visto nelle riunioni di queste settimane ha reagito in maniera particolarmente nervosa (cose che in altre occasioni era invece avvenuto).
Di certo, però, non è rimasto entusiasta dall'esito del rinnovo del cda. Per questo la decisione di uscire dal patto, dopo solo un mese dall'acquisto delle opzioni per salire all'1,9%, può anche essere stata dettata dal definitivo desiderio di sganciarsi da certe antiche logiche di Mediobanca.
Cosa che, invece, non è possibile al Corriere: nel patto di sindacato della Rcs (ebbene sì, ce n'è uno anche lì) le regole sono ancora più barocche. Chi è socio (Della Valle ha il 5%) non può né uscire, né comprare di più. Dieghito lo ha già chiesto, sentendosi rispondere di dover aspettare la scadenza del patto, nel 2014. Ecco allora che la mossa di ieri, dopo il rifiuto all'ingresso nel cda,può essere il segnale di una nuova strategia anche per la strada che porta al Corriere: stando fuori da Mediobanca, Della Valle si sentirà più libero di fare le sue mosse, anche senza l'obbligo formale di rispettare particolari rapporti di buon viciÂnato: mani libere, appunto.
Non è un caso che proprio ieri Marchionne abbia fatto un passo parallelo a quello di Della Valle: entrambi si allontanano da vecchie logiche che richiedono determinati comportamenti. Al punto che si potrebbe immaginare un Marchionne sempre meno interessato alla Rcs, di cui Fiat è socio con il 10,5%: che se ne fa uno come lui? Nel caso, e nel 2014, a comprare potrebbe arrivare Mr Tod's. Le mani si sono già liberate.
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