andrea iervolino

AVVISATE CASALINO: ANDREA IERVOLINO, L’EDITORE DEL NUOVO GIORNALE DI CUI L’EX PORTAVOCE DI CONTE SARA’ DIRETTORE, RISCHIA IL CRAC – IL PRODUTTORE CINEMATOGRAFICO CIOCIARO, INDAGATO PER UNA TRUFFA SUI SOLDI PUBBLICI DEL TAX CREDIT E GIA’ SOCIO E COMPAGNO DI VITA DI MONIKA BACARDI, UNA DELLE EREDI DELL'IMPERO DEL RUM, ACCUSA LA RICCA EREDITIERA DI VOLERLO DISTRUGGERE. LA  BACARDI GLI RINFACCIA DI AVER TRUCCATO I CONTI CON L’OBIETTIVO DI OTTENERE I CREDITI FISCALI. IL TUTTO SERVENDOSI ANCHE DI SOCIETÀ DI COMODO CHE SERVIVANO SOLO A PRODURRE FATTURE. IERVOLINO REPLICA DICENDO CHE DIMOSTRERÀ LA CORRETTEZZA DEL SUO OPERATO…

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Vittorio Malagutti per "Domani" - Estratti

 

IERVOLINO CASALINO

Fondare un giornale. Anzi, di più, un nuovo gruppo editoriale, dalla carta al web. Andrea Iervolino sembra crederci davvero quando descrive il progetto a cui sta lavorando, un progetto che ha l’ambizione di dare all’Italia «un’informazione libera». Nientemeno. Iervolino si racconta come un imprenditore che partendo da zero ha dato l’assalto al cielo, quello di Hollywood, realizzando, da produttore, «132 film», dice.

 

La passione per l’editoria, invece, è cosa recente. O almeno così pare. Complice anche l’incontro con Rocco Casalino, l’ex portavoce dei Cinque Stelle e poi del presidente del Consiglio, Giuseppe Conte. «A gennaio daremo i dettagli», promette Iervolino, costretto, suo malgrado, a giocare su due tavoli, impegnato com’è a difendersi da una vicenda giudiziaria che potrebbe dare il colpo di grazia alle sue aziende italiane.

 

andrea iervolino

La partita si gioca in Tribunale, quello di Roma, dove nei giorni scorsi sono state registrate le istanze di composizione negoziata della crisi per due società con sede nella capitale: Tatatu, che fa capo al produttore, e Sipario, da mesi al centro di una lite tra Iervolino e la sua socia Monika Bacardi, vedova di uno dei proprietari dell’omonimo famoso produttore di rum. Toccherà quindi ai giudici decidere se le aziende saranno in grado di ripartire sulla base di un piano di salvataggio.

 

Nella lista di finanziatori di Sipario e Tatatu compaiono banche di prima grandezza, come Intesa, che da documenti aziendali risulta creditrice di una ventina di milioni.

 

L’elenco comprende anche Banca Progetto, commissariata in primavera da Bankitalia per gravi irregolarità, con un fido di 15 milioni, oltre a Unicredit, Monte dei Paschi e Deutsche Bank. A questi finanziamenti diretti potrebbero sommarsi quelli derivanti dallo sconto dei crediti del ministero della Cultura per le produzioni cinematografiche.

 

andrea iervolino

Se nelle prossime settimane il tribunale non dovesse dare via libera al salvataggio, le due aziende potrebbero arrivare al capolinea della liquidazione. Iervolino spiega la vicenda come il tentativo di «distruggermi» da parte della ricca ereditiera con cui ha collaborato per una decina d’anni.

 

Da giugno la gestione di Sipario è nelle mani di un amministratore giudiziario, Paolo Bastia, nominato dopo che i giudici hanno revocato la procedura di liquidazione accogliendo la richiesta del produttore. Il quale, però, non può ancora cantare vittoria, se non altro perché resta indagato dalla procura di Roma nell’indagine penale che lo vede indagato per truffa ai danni dello Stato nella concessione di agevolazioni fiscali per la produzione di film.

 

La somma in gioco si aggira sui 100 milioni ed è di 66 milioni il tax credit revocato a luglio dal direttore generale Cinema del ministero della Cultura, Nicola Borrelli, appena prima di lasciare l’incarico inseguito dalle polemiche per i finanziamenti facili. «Siamo in grado dimostrare che tutto si è svolto nella massima regolarità», assicura Iervolino, a lungo ai primi posti nella graduatoria dei produttori nazionali maggiormente sovvenzionati con denaro pubblico anche per film che non si sono rivelati esattamente dei grandi successi di pubblico.

 

(...) Iervolino non è stato certo l’unico produttore che ha attinto a piene mani alle sovvenzioni pubbliche.

andrea iervolino e monika waldner gomez del campo bacardi lady bacardi

 

Il suo problema, però, è che la socia Monika Bacardi gli rinfaccia di aver truccato i conti con l’obiettivo di ottenere i crediti fiscali. Il tutto servendosi anche di società di comodo che servivano solo a produrre fatture. Iervolino replica dicendo che dimostrerà la correttezza del suo operato e punta alla restituzione dei crediti bloccati dal ministero. Il suo ricorso al Tar del Lazio, però, non ha avuto finora esito positivo.

 

A Parigi invece, le locali autorità di Borsa, anche in quel caso l’Euronext Growth, hanno disposto la cancellazione di Tatatu dal listino, dopo la sospensione che risale a un anno fa. Per altro la quasi totalità del capitale risultava controllato da Iervolino quindi le negoziazioni erano prossime allo zero.

ANDREA IERVOLINO

 

Tatatu da tempo naviga in cattive acque e già nel 2024 gli amministratori avevano valutato il ricorso a una procedura negoziata delle crisi, per venire a capo delle gravi difficoltà finanziarie. Il bilancio del 2023, l’ultimo pubblicato, si è chiuso con 23 milioni di perdite su 76 milioni di ricavi ed è stato approvato senza l’ok dei revisori a novembre del 2024, quando tra Iervolino e Bacardi era già guerra aperta a suon di carte bollate.

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