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1- MOSELLA (API), FARE CHIAREZZA SU COSTI SPOT PER CANONE CON IMMAGINI WOJTYLA - 'DI DUBBIO GUSTO USARE LE IMMAGINI DI UN PAPA BEATO PER SPONSORIZZARE IL PAGAMENTO'
(Adnkronos) - "Quanto e' costato alla Rai lo spot per il pagamento del canone con Papa Wojtyla?". Lo chiede il parlamentare Donato Mosella di Alleanza per l'Italia. "Se e' vero quanto riportato da organi di informazione che tale spot sia stato realizzato da un'agenzia esterna, ci chiediamo -prosegue Mosella- chi abbia autorizzato tale iniziativa e quali siano stati i costi sostenuti dal servizio pubblico".
"Non solo e' di dubbio gusto usare le immagini di un Papa beato, probabilmente prossimo alla santita' e amato come e' Giovanni Paolo II per sponsorizzare il pagamento del canone, ma in un momento di grande crisi economica che colpisce pesantemente anche le casse della televisione di Stato, ci si aspetterebbe un uso maggiore delle risorse interne all'azienda, valorizzando in questo modo anche le grandi professionalita' che ogni giorno lavorano in Rai e che certamente non hanno nulla da invidiare a qualsivoglia agenzia esterna", conclude Mosella.
2- QUASI LA META' DEGLI ITALIANI NON VUOLE PAGARE IL CANONE
Andrea Indini per "IlGiornale.it"
Se qualcuno avesse avuto ancora qualche dubbio su quella che è l'imposta più odiata dai contribuenti italiani, la conferma arriva da una ricerca del Censis-Commercialisti pubblicata lo scorso dicembre.
Il 47,3% del campione della ricerca demoscopica è profondamente contrario al canone sulla tv pubblica. Un'imposta che dal gennaio del 2009 ad oggi è cresciuto di un euro e cinquanta centesimi all'anno passando dai 106 euro di fine dicembre 2008 ai 112 del 2012.
Come ogni anno è già partita la campagna pubblicitaria per ricordare agli italiani di andare a pagare il "canone per il possesso del televisore". Tra i testimonial è stato arruolato, suo malgrado, anche papa Giovanni Paolo II. Una scelta, quella dell'agenzia McCann, che non è affatto piciuta ai più che hanno protestato duramente contro i vertici di viale Mazzini.
"Usare le immagini di un Papa amato come Giovanni Paolo II, beato e per giunta in odore di santità , per sponsorizzare il canone Rai - ha tuonato Antonio Borghesi, vicepresidente dei deputati dell'Italia dei Valori - è una vera e propria strumentalizzazione". Mentre la politica si divide sull'appoggio o meno alla "fase 2" lanciata dal premier Mario Monti, la battaglia contro il canone Rai sembra essere sempre più bipartisan.
Storico cavallo di battaglia della Lega Nord, la lotta per l'abolizione dell'imposta della tivvù di Stato sembra contagiare anche altri partiti. Qualche giorno fa, a Torino, è partita la campagna della Destra di Francesco Storace per l'assegnazione attraverso bando delle frequenze del servizio pubblico. Una campagna che, nelle prossime settimane, toccherà tutto il Paese con banchetti e gazebo per la raccolta firme.
"Se il canone ha un senso ce l'ha nel momento in cui è garantito il pluralismo politico e sociale - ha sottolineato Storace - il Paese che ha diritto a esprimere la propria voce non trova più spazio negli schermi televisivi. Questo non va bene, il servizio pubblico deve garantire informazione completa, non di parte".
Anche l'Aduc è sul piede di guerra. "Se la Rai, il governo e il parlamento non rispettano le leggi, perche' dovrebbero farlo gli utenti della Rai continuando a pagare il canone-imposta sulla tv?", chiede provocatoriamente l'associazione per i diritti dei consumatori che, ormai da anni, è impegnata nell'abolizione di questa imposta.
"Abbiamo sempre invitato i contribuenti a rispettare la legge pagando l'odioso balzello se in possesso di un apparecchio televisivo - ricorda l'Aduc - da troppo tempo, però, è imbarazzante invocare questo rispetto, quando sono le istituzioni per prime a violare la legge".
Dal canto suo, per convincere i contribuenti italiani, la Rai ha addirittura arruolato il defunto Wojtyla come testimonial. Come spiega Dagospia, "lo spot propone le immagini di Giovanni Paolo II per diffondere il 'credo' del canone" mandando su tutte le furie i dipietristi e Adriana Poli Bortone. Insomma, una vera e propria levata di scudi contro i vertici di viale Mazzini.
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