radical chic

COME TI SCULACCIO IL RADICAL TILT - DAGLI IMMIGRATI, AI POPULISMI: ARRIVA IN LIBRERIA “RADICAL CHIC. CONOSCERE E SCONFIGGERE IL PENSIERO UNICO GLOBALISTA”, IL LIBRO DI ALESSANDRO CATTO PER I DIFENDERSI DAL CONFORMISMO SECONDO CUI OGNI VISIONE DIVERGENTE E’ FASCISTA, CATTIVA, BUZZURRA, CAFONA E DISUMANA

Giulia Sbarbati per “Libero Quotidiano”

 

ALESSANDRO CATTO - RADICAL CHIC CONOSCERE E SCONFIGGERE IL PENSIERO UNICO GLOBALISTA

Radical chic: un binomio che ha ormai quasi mezzo secolo. Lo ha battezzato nel giugno del 1970 Tom Wolfe con un lunghissimo articolo sul New York Magazine. Il titolo: Radical Chic, That Party at Lenny' s. Wolfe fece un resoconto del ricevimento che qualche mese prima Felicia Bernstein, moglie del compositore e direttore d'orchestra Leonard, organizzò per raccogliere fondi a sostegno del gruppo rivoluzionario delle Pantere nere.

 

La festa si svolse a casa dei Bernstein, in un attico su Park Avenue, a Manhattan. Erano presenti molte personalità del mondo della cultura e dello spettacolo newyorchese e i camerieri in livrea (camerieri bianchi per non offendere gli ospiti afroamericani) servivano tartine al Roquefort.

 

radical chic

Da allora il termine "radical chic" serve a definire i ricchi, di sinistra, quelli che pensano di avere il monopolio della cultura, del pensiero corretto e etico, quelli che si definiscono i "buoni" e marchiano qualsiasi visione divergente come fascista, reazionaria, cattiva, buzzurra, cafona e al massimo dell' indignazione come disumana. In Italia il simbolo e l' incarnazione fu in quegli stessi anni l' editore Giangiacomo Feltrinelli, morto in clandestinità mentre cercava di far saltare un traliccio.

 

FRICCHETTONI

radical chic

Da allora la cricca radical e chic ha generato generazioni, di figli, nipoti e nipotini, tanto che si sta ancora qui a parlarne. Alessandro Catto, classe 1991, analista politico, e fondatore del network La via culturale lo ha riportato al centro della scena, con il saggio: Radical chic. Conoscere e sconfiggere il pensiero unico globalista (La vela editore, pagg. 176, euro 12).

 

È una guida raffinata e ironica per sopravvivere alla visione del mondo degli intellettuali dell'indignazione al caviale. Ogni tanto capita di incontrare i loro seguaci nei bar, qualche volta perfino in periferia e provincia, e sentirli predicare il solito repertorio di frasi fatte e luoghi comuni. Quello che Catto suggerisce è una lotta di classe, con la forza dell' intelligenza e delle parole, contro l' oligarchia del vecchio pensiero tardo novecentesco.

MILANO RADICAL CHIC

 

Quando i "perbenisti" si avvicinano bisogna sapere cosa rispondere. Qui un manuale per le questioni più cruciali: prima di tutto l' immigrazione. Ecco cosa scrive l' autore: «Il terreno su cui il liberal cade con puntualità è quello dell' immigrazione, tema che ci aiuta anche a riconoscere le caratteristiche essenziali del soggetto in questione».

 

Per i radical chic «lo spostamento di decine di migliaia di persone dalle proprie nazioni a quelle altrui è da accettare e pure da incentivare, quasi fosse una risciacquata d' acquasanta sciabordante in arrivo giornalmente sulle nostre coste, mediamente abitate da fascisti, razzisti, persone incomprese, depresse (...)». I radical chic ripetono che i clandestini fanno i lavori che gli italiani non vogliono fare. Ma bisognerebbe replicare che così non fanno che garantire un meccanismo che sfrutta il lavoro nero.

rossi jovanotti

 

CONFORMISTI

«Basterebbe visitare - scrive Catto - moltissimi luoghi di lavoro per vedere ome gran parte della manodopera illegale in arrivo sia reclutata per compiere mansioni nella più totale mancanza di norme igieniche, sanitarie, per espletare turni massacranti nei ristoranti e negli alberghi delle stagioni estive, nei cantieri edili, lavorando senza un limite di ore per stipendi irrisori, vivendo in tuguri. Ci sono impalcature di ricatto nei confronti dei lavoratori clandestini che, per continuare a vivere nel nostro Paese, spesso devono sottostare a condizioni infamanti, o accettare di essere reclutati dalla malavita organizzata del Sud per raccogliere pomodori in un regime pressoché schiavista () ».

 

Contro chi accusa un partito di populismo ci si può difendere in modo tranchant. «È innegabile che l' odierna accusa di populismo nasconda disprezzo per il popolo, e in particolare per le fasce meno abbienti, meno istruite e più provate dalla crisi. Una posizione lecita, basta poi non definirsi democratici».

 

roberto saviano contro matteo salvini 6

Un altro temo caro ai radical chic è quello dei diritti civili. Ecco cosa ne pensa l' autore: «Da accessoria, la lotta per i diritti civili diventa spesso l' unica direttrice di rivendicazione: intere formazioni di sinistra trascurano le questioni del lavoro salariato, dedicandosi alla sola discussione in termini di diritti individuali inerenti la sfera sessuale o il diritto alla cittadinanza da elargire ai migranti». Attenti, infine a quelli che sono contro tutti, quelli che Catto chiama "gli anti".

 

99 posse

«Ma questo sottobosco d' antifascismo metropolitano, questo gioco di squadra tra chi ce l' ha più corto, moderato e femminista cos' ha prodotto in questi decenni? Il rap italiano? J-Ax? Jovanotti? Sinistra ecologia e Libertà? Fedez? I 99 Posse? Le Femen? Lo storpiamento in chiave ciabattara della cultura rastafari?

 

()». Per difendersi basta - consiglia Catto - far notare che «quello dell' anti è un gioco per chi ama vincere facile, un posizionamento civile sempre utile che spesso nasconde anche una certa dose di impreparazione e conformismo culturale».