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Diletta Parlangeli per il “Fatto Quotidiano”
Il passo da zombie a demoni è breve, ma anche sbilenco, come andatura da morto vivente vuole. Robert Kirkman, già padre di The Walking Dead, ha messo da parte l'apocalisse per dedicarsi a esorcismi e sataniche presenze in Outcast, fumetto e serie tv in dieci episodi, di cui è autore e produttore esecutivo. La prima stagione andrà in onda dal 6 giugno su Fox (canale Sky 112) e l' episodio iniziale è stato presentato in anteprima europea a Roma.
Rome, invece, è il luogo immaginario della West Virginia in cui è ambientata la storia di Kyle Barnes (interpretato da Patrick Fugit), un uomo perseguitato dalle forze del male sin da piccolo. Abbandonato a se stesso - per scelta, visto che la sorella adottiva Megan (Wrenn Schmidt) cerca di prendersene cura - vive isolato nella sgarrupata casa d' infanzia, quella dove per la prima volta è venuto a contatto con le forze demoniache che si erano impossessate della madre.
valentina melis massimiliano varrese
Kyle si lascia andare, come se non chiedere niente alla vita, neanche il minimo sindacale delle norme igieniche, possa essere un modo adeguato per espiare le proprie colpe. Colpe che poi non è sicuro di avere. Madre impossessata, ex moglie pure. Kirkman tratteggia bene il sottile bilico tra la follia e l'oggettività, tra la realtà e il sovrannaturale, seminando il dubbio sul protagonista.
Se sia un eroe, la vittima infantile di abusi, o un catalizzatore di nuvole demoniache. Perché poi, lo sguardo dell' altro, di chi hai intorno, ti può salvare o trafiggere. A giudicare dalla prima puntata, è questo l' aspetto psicologico più sottile che si riesce a evincere scrostando le pareti dell'horror che sconfina nello splatter. Il ritmo non incalza, ma tra autofagia di minori e madri impossessate che tirano per i capelli i figli, sicuramente non si configura come una serie adatta a chi ha stomaco debole.
Il terreno, va detto, è impervio: l' esorcismo non è certo una novità tra letteratura e schermi, ma non lo era neanche quello degli zombie. Eppure Kirkman, con quel fumetto in bianco e nero - in Italia edito in esclusiva da SaldaPress, così come Outcast - è riuscito ad attanagliare il pubblico internazionale. Prima si è appassionato al fumetto, e poi anche alla serie televisiva. Un' operazione che si è agganciata perfettamente al modello di cultura convergente teorizzato da Henry Jenkins, e che ha consolidato l' immaginario collettivo zombie.
Come scrive il sociologo Davide Bennato, docente dell' Università di Catania, in uno studio di cultural analytics: "La cultura dell' immaginario zombie sta crescendo di interesse a discapito di altri simili protagonisti dell' immaginario orrorifico come vampiri e licantropi. L' ipotesi del successo degli zombie sta nel fatto che con il loro comportamento in quanto collettività e il loro agire privi di cervello, sono una metafora - negativa - usata per descrivere l' atteggiamento gregario e acritico che alcune persone hanno quando si lasciano prendere la mano da social network e social media".
Grazie a The Walking Dead l' industria ha prodotto videogiochi e prodotti, così come i fan hanno creato meme che hanno iniziato a vivere di vita propria. L' azienda di software Qlik si è addirittura presa la briga di creare una web app che conteggiasse tutti gli zombie fatti fuori nelle varie stagioni. Ecco, l' impressione è che Outcast, il Reietto, dovrà fare molta strada per ottenere gli stessi risultati, e non è affatto detto che ci riesca.
"Robert è capace di creare mondi che in tv non abbiamo mai visto" ha detto la produttrice esecutiva Sharon Tal Yguado nel corso dell' anteprima romana, mentre l' altro produttore esecutivo, Chris Black, ha spiegato che sono stati fortunati, perché "tutti i grandi materiali partono da grandi idee". Questa è la prima produzione originale di Fox International Studios per Fox Networks Group.
"Sono felice che avrà la stessa casa internazionale che ha avuto The Walking Dead, e come già successo per quella serie 6 anni fa, un lancio internazionale in contemporanea in 128 paesi. Spero che i fan di tutto il mondo apprezzino "Outcast" e ne siano anche un po' spaventati", ha spiegato Kirkman. Sulla questione brivido, parola al pubblico.
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