
DAGOREPORT - QUANDO È MORTO DAVVERO PAPA FRANCESCO? ALL’ALBA DI LUNEDÌ, COME DA VERSIONE UFFICIALE,…
a cura di Colin Ward e Critical Mess (Special Guest: Pippo il Patriota)
1 - AVVISI AI NAVIGATI
Mercoledì la Consulta decide sul processo Mediaset e sul futuro della legislatura. Re Giorgio, come dagoanticipato, si allontana dal luogo del delitto e parte in anticipo per le vacanze. Chi ha avuto ha avuto e chi ha dato ha dato. Avrà fatto la moral suasion che gli chiedeva il Banana? No, perché Re Giorgio è un uomo di onore e non si preme sui giudici costituzionali anche se, come ricorda oggi Ugo Magri sulla Stampa, "la Consulta, più di una volta, si è mostrata permeabile agli umori della politica. E in fondo così dev'essere: il Costituente stabilì che un terzo dei suoi membri fosse di nomina parlamentare, un altro terzo nominato dal presidente della Repubblica. Addirittura Pannella arrivò spregiativamente a bollarla come la Cupola partitocratica..." (p. 8).
Insomma, grande interesse nazionale in gioco, "situazione politica eccezionale" (re Giorgio dixit), Corte "permeabile" e Re Giorgio in meritata vacanza. Mercoledì capiremo che cosa vogliono dire tutti questi elementi insieme.
Intanto, nella speranza di un verdetto favorevole, il Cainano si segnala per la buona condotta e si genuflette al sistema delle larghe intese lodando il governino di Lettaenrico. Dovesse andargli male con la Corte, potrà sempre dire di essere stato tradito e maltrattato oltre ogni dire. E se dovesse decidere di far saltare il tavolo potrà sempre sostenere di farlo davvero a malincuore e solo perché costretto dai "giudici comunisti".
Già in festa il Corriere delle larghe intese: "Destra e sinistra insieme. L'alleanza deve durare'. Berlusconi blinda l'esecutivo" (p. 2). Si compiace anche la Stampa dei Lingotti in fuga: "Letta-Berlusconi, il governo ora è più solido" (p. 4). Brinda il Messaggero di Calta-papà : "Berlusconi promuove il governo: avanti con le larghe intese" (p. 6). Che gioia, che tripudio.
Un po' indispettita la Repubblica degli Illuminati: "Ok al decreto, avanti con le larghe intese", ora Berlusconi rilancia su Imu e Iva. Letta: non è la vittoria della destra: âIl Cavaliere tenta di intestarsi i successi, ma gli elettori non lo stanno seguendo'" (p. 6).
Istruttivo (e preventivo) l'editoriale di Littorio Feltri (Giornale p. 1) sul rischio di un governo Pd-M5S: "Non sarà di certo Re Giorgio a benedire un ribaltone provocato da Bersani. Non potrebbe farlo se non rimangiandosi - cosa che non farà - la linea seguita fin dalla prima fase postelettorale. E, qualora si trovasse costretto a subire le manovre dell'ex segretario pd, supponiamo che manterrebbe la promessa di rinunciare alla presidenza".
Insomma, cari e anziani giudici costituzionali, volete voi assumervi la responsabilità di innescare una crisi dagli esiti imprevedibili e che potrebbe perfino portare alle dimissioni di Re Giorgio? Leggete i giornali, mettetevi una mano sulla coscienza e permeatevi tutti.
2 - LA BAVA SEPARATA DALLE NOTIZIE
"Passi concreti, pochi annunci (e pochi effetti speciali), ma tante piccole e grandi azioni di sostanza. E' lo stile-Letta applicato all'azione di governo. Che un consiglio dei ministri dopo l'altro continua a tenere il suo ritmo ben cadenzato, ogni settimana un passo avanti, un problema che va a soluzione, un impegno rispettato: prima le emergenze economiche, le tasse (col congelamento dell'Imu) ed il rifinanziamento della cassa integrazione, poi il taglio dei finanziamenti ai partiti, quindi le riforme e adesso il decreto âdel fare'" (Paolo Baroni, la Stampa in prima pagina). Quando il giornalismo fa la guardia così, il potere rabbrividisce. O scappa più agevolmente con la cassa.
In estasi anche il Messaggero di Calta-riccone, che titola a tutta prima: "Arriva il tutor salva-imprese". Ma che roba è? Un salvatore di Stato per aziende in difficoltà ? Un maestro di libera impresa pagato dal contribuente? Niente di tutto ciò, per fortuna. Sentite che fuffa, sempre dal Messaggero: "La nuova figura dovrà assistere l'impresa dall'inizio alla conclusione dei procedimenti per quanto riguarda le leggi da applicare e gli adempimenti richiesti. In questo lavoro sarà sua cura assicurare che siano applicate le disposizioni in materia di semplificazione e le migliori prassi amministrative". Praticamente uno smistatore del casino. Poi giri pagina ed ecco un'altra mirabolante impresa del governo: "Ora Letta punta le sue carte sull'occupazione giovanile" (p. 3)
Il nostro caro premier lavora così tanto che sabato si è presentato in conferenza stampa in maniche di camicia. L'evento va ovviamente sottolineato e commentato. Fa ironia Filippo Ceccarelli: "E va bene, fa caldo, è estate. Ma nel gran teatrino del potere, forse proprio perché quei provvedimenti sono ancora allo stato teorico, il nuovo premier ha inteso trasmettere con la sua camicia un messaggio di spontaneo dinamismo e risoluta operosità " (Repubblica, p. 13).
3 - LOMBROSIANI PER SEMPRE
Ritagliare e rimirare il santino pubblicato a pagina 4 della Stampa di oggi. Vi si contempla Lettaenrico, vestito peggio di Umberto Bossi, mentre sorride come un bravo ragazzo dandosi la mano con il leader dei Nomadi a Cesenatico. Quale madre, avendo una figlia un po' ribelle e indisciplinata, non vorrebbe maritarla a un così bravo ragazzo?
4 - UN, DUE, TRE, GRILLINO!
Oggi è il gran giorno delle purghe grilline e i giornaloni di Lor Signori godono per l'implosione del movimento. "Resa dei conti per i Cinquestelle. Ma i âribelli' frenano sulla scissione. Oggi il processo alla Gambaro. Possibile streaming contro i dissidenti" (Corriere, p. 7). "M5S, verso un voto sulla Gambaro. Dodici senatori: nessuna scissione, non siamo parlamentari decisi ad andare via. Alla Camera c'è chi annuncia: da oggi smascheriamo chi fa scouting selvaggio" (Stampa, p. 9). Due interviste contrapposte su Repubblica. Il capogruppo Nuti: "Lei si deve dimettere, chi vota contro è fuori e la scissione è inevitabile. A questo punto vadano pure con il Pd".
La senatrice Serenella Fucksia: "Folle fare un'assemblea per cacciare Adele, tra di noi troppi arroganti. Non vado a fare show con i ragazzetti della Camera" (p. 11). Sul Cetriolo Quotidiano, giornale fratello, interessante retroscena: "Lo sfogo di Grillo. âConfesso che ho sbagliato'. Oggi la conta per decidere sull'espulsione della senatrice Gambaro: âLa tratteremo come Favia', dice il leader". Pare che Grillomao abbia confessato ad alcuni suoi colonnelli "di aver sbagliato diverse cose" e di voler affrontare una fase chiamata "autocritica e riflessione" (p. 3). Ci mancava l'autocritica del Capo.
5 - SPOSTANDO RENZI SEMPRE PIU' IN LA'
In casa piddina continua il pericoloso abbraccio del Mago Dalemix al Giovin Rottamatore fiorentino: "Asse D'Alema-Renzi contro Bersani per scrivere le regole del congresso Pd. La sfida è sul nome per la commissione più importante. Tra i contendenti, Gualtieri e Zoggia, potrebbe spuntare anche l'emiliano Bonaccini" (Repubblica, p. 12). E Matteuccio minaccia gli incolpevoli concittadini: "I paletti di Renzi: primarie aperte o resto a Firenze" (Corriere, p. 6). Comunque tutta la vicenda è surreale: per pura botta di fortuna ti trovi in casa uno che, sondaggi alla mano, può addirittura stravincere alle prossime elezioni e il tuo unico problema è come fregarlo.
6 - SEGA NORD
Il crepuscolo leghista è davvero struggente e non ci risparmia nulla. Dopo gli investimenti africani dell'ex tesoriere Belsito arriva la svolta bulgara con le espulsioni a raffica e il congresso che si farà solo quando lo deciderà il segretario. Repubblica: "L'ira dei colonnelli contro Bossi: âBisogna espellerlo dalla Lega, così ci fa perdere consensi'. Il Senatur diserta l'assemblea. Maroni: si giustifichi".
La minaccia dell'ex ministro di polizia: "Da ora in poi sarò più cattivo. Non saranno più tollerate azioni in contrasto con il Movimento e lo statuto perché queste cose ci danneggiano. Si è tirata una riga e da oggi si cambia musica". Sul Corriere l'ingrato Ranieri, capo della Lega in Emilia: "Quando Bossi era segretario uno come lui sarebbe stato cacciato" (p. 7). Ormai manca solo che ironizzino sui suoi handicap.
7 - AMMUCCHIATE BANCARIE
Su Repubblica l'economista Tito Boeri spara a zero su tre operazioni che stanno allietando l'alta finanza italiana ("Quando le banche prestano a se stesse", p. 1-22): il riassetto Camfin-Pirelli, la restituzione di Risanamento a Zunino e il salvataggio di Rcs. "In barba al conclamato merito di credito e al forte incremento delle sofferenze bancarie, le nostre maggiori banche continuano a finanziare chi ha ampiamente dimostrato di saper unicamente accumulare debiti su debiti non mettendoci nulla o quasi di tasca sua.
E se trascuriamo l'incompetenze dei nostri banchieri e le loro ambizioni politiche, l'unica spiegazione che è possibile dare per questo comportamento è che le nostre banche prestano solo alle società di cui sono azioniste". Come si stava meglio quando vigeva il divieto di incrocio azionario banche-imprese. O almeno, separassero banche d'investimento da banche retail.
8 - FREE MARCHETT
"Avvocati, ora nasce lo studio-azienda", annuncia garrulo il Corriere a pagina 23. Inchiestona su come cambiano gli studi professionali? No, lancio stampa della trasformazione dello studio Erede, Bonelli e Pappalardo a opera del generoso Dario Di Vico. Pezzo tutto da suggere, con calma e ammirazione.
9 - ECOLOGICHE COL TUBO (DI SCAPPAMENTO)
Bell'inchiesta del Cetriolo Quotidiano sui consumi delle auto. "Consumi fasulli e l'auto ci svena. Modelli prodigiosi, tabelle ineccepibili, prototipi ibridi ed ecologici. Ma quello che appare dalle schede aziendali su percorrenze e prestazioni non sempre è vero. E l'inganno svuota il portafogli. Sotto accusa il ciclo di omologazione che dice quanto fa la nostra macchina con un litro: ma per alcuni modelli bisogna aumentare del 30 per cento. Ecco tutti i trucchi dei produttori per tagliare spese ed emissioni" (pp. 6-7)
10 - ULTIME DA UN POST-PAESE (MA FACCE RIDE!)
"Moro, trentacinque anni dopo ancora troppi misteri irrisolti, la procura riapre un'inchiesta. Le Br e i silenzi della politica: a Roma si torna a scavare. I pm ripartono dalle centinaia di segnalazioni arrivate negli ultimi anni" (Repubblica, p. 19). Romano Prodi guadagna rapidamente il confine.
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