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Malcom Pagani per "Il Fatto Quotidiano"
Tradito il precetto eucaristico di ieri: "Guardo poca tv, averla fatta mi sembra già abbastanza grave" e in cerca di inconscia autoindulgenza per il peccato odierno: "Ho visto qualcosa qua e là , ma non ho indossato la vecchia divisa da soldato sanremese", Gianni Boncompagni prova a ritrovarsi in vista di domani. Pur conoscendo la verità di fondo:
"La televisione si divide in due categorie: robaccia con ascolti alti e robaccia con ascolti bassi", si è consegnato con i suoi 80 anni alla logica dell'Ariston. Settimana complicata. Comizi, canzoni, buoni sentimenti e qualche incubo notturno: "Dopo aver visto Cutugno con l'Armata Rossa mi è apparso in sogno Stalin. Secondo lei c'è un punto di contatto?".
Il Toto sovietico l'ha convinta?
Aveva nostalgia perché, poveretto, non ha contatti con il mondo dall'89. Bastava un suggerimento: "Sai che è caduto il Muro di Berlino?". Invece nessuno ha avuto il buon gusto di avvertirlo. Non si fa così. Lui sobrio e i russi dell'Armata con un litro di vodka a testa nelle vene a cantare insieme. Grande contaminazione. L'unico momento Pop di tutto il Festival, quasi un pesce d'aprile, andava preservato.
Invece?
Purtroppo hanno trasformato Cutugno in rigida rappresentazione. Dai gay alle donne, tutto troppo serio. Molto radical chic.
Un male?
Una follia. Faccio una premessa: Io Sanremo lo detesto. Con Miss Italia, duella per il premio di manifestazione nazionale più spaventosa di sempre. Riflettendoci meglio, entrambe, due perle, sono trasmesse da RaiUno.
Il direttore Leone è soddisfatto. "Abbiamo dato una scossa alla tv italiana".
Devono aver sbagliato il voltaggio. La lieta atmosfera del festival ricordava la spensieratezza del processo di Norimberga. C'era un'allegria che non so dirle.
Colpa di Fazio?
Iniziò con me, da imitatore, in Pronto Raffaella. à una persona gentile, in assoluto migliore di Sanremo. Ma non è un santo e anche se con il Festival non c'entra niente, se glielo chiedono, gli tocca condurlo. Può non piacere, ma fa ascolti enormi. à la nave che è da rottamare.
A bordo c'era Carla Bruni.
Pazzesca. I 35 autori si sono riuniti in Conclave per giorni. Intorno al tavolo, la stessa grave segretezza che precedette la bomba su Hiroshima. Alla fine, nonostante fosse la moglie di Sarkozy, pericoloso estremista di destra, si sono convinti a liberarne lo spirito da chitarrista.
Risultato?
Canzoni bellissime. Poetiche. Di straordinaria qualità . A Guantanamo erano in stereofonia tutto il giorno. Appena le sentono, assassini e sospetti confessano in un amen.
Con lei cantava Luciana Littizzetto.
à trattata come una Santa. San Giovanna d'Arco. Ridono tutti.
Lei ride?
Purtroppo non rido, non è il mio genere, ma c'è stato di molto peggio. Sanremo è un mondo particolare. O l'accetti o non l'accetti.
Nei mesi scorsi si parlò di un controfestival condotto da Maria De Filippi su Mediaset.
Vede che ho ragione? Sarebbe stato peggio.
Le altre canzoni in gara?
Tremende. Senza testi o melodie che si facessero ricordare. Ma l'amore dov'era? E i ritornelli? Non si capiva una parola. Se un fidanzato ne intona una alla sua bella, quella chiama subito i carabinieri. Pensi che dramma se Spotify utilizzasse solo i brani di Sanremo. Se lo immagina? 20 milioni di canzoni disponibili con un clic sul computer e nelle case, un'unica polifonia di orrore. Dio ci scampi.
Almeno le è piaciuta la canzone vincitrice?
Chi ha vinto?
Marco Mengoni.
E chi è?
Il trionfatore decretato dal Tele-voto.
Occhio, perché il televoto, storicamente, è la patria del truffone. L'anno scorso in uno di questi programmi in cui bambini di 11 anni lottano per una Mercedes o per la proprietà di una Nazione, il padre della vincitrice venne messo in ceppi.
Perché?
La Finanza gli trovò 500 telefonini nell'appartamento. Lo fanno. Purtroppo lo fanno. E non è neanche questo a impressionarmi.
E cosa, Boncompagni?
Che di questa robaccia superflua, discutiamo ancora. Sanremo e il Papa. Il Papa e Sanremo. Poi il televoto. Sembra non esista altro.
à troppo?
Tra una settimana ci sono le elezioni vere, quelle in cui in cabina si va in 5 e ai più riottosi, per instradarli al meglio, si mostra la pistola. Con me non devono arrivare a tanto. In vista di domenica, con un patto chiaro, sono disposto a concedere il mio voto a chi può promettermi l'arresto in tempi brevi della truppa. Autori e cantanti. Qualche mese ai domiciliari per tutti. Così possono cantare felici tra loro.
Libertà su cauzione?
Neanche per sogno. Altrimenti ci riprovano.
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