COSE DA BAEZ (JOAN) - CRITICA I KENNEDY, MANDA AL DIAVOLO KISSINGER E SI PENTE DI AVER VOTATO OBAMA: "IL POTERE TRAVOLGE GLI IDEALI PIÙ NOBILI” - FURIO COLOMBO? MOLTO PIÙ DI UN BOYFRIEND”

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Alessandra Farkas per “www.america24.com”

 

"Ciao Alessandra", sono Joan. Che piacere ritrovarti". Sono le dieci del mattino in California e al telefono la voce della leggendaria cantante Joan Baez è forte e cristallina come l'ultima volta che ci siamo sentite, nel 2007, una delle tante interviste che mi ha concesso negli anni.

 

JOAN BAEZJOAN BAEZ

Una voce chiara non solo nel tono: in questa lunga intervista attacca Lyndon Johnson su Selma, critica i Kennedy e manda al diavolo Henry Kissinger e dice che oggi non voterebbe di nuovo per Barack Obama: "Perché' alla fine il potere travolge anche gli ideali più nobili". Ma rimpiange gli anni d'oro con Bob Dylan e parla della relazione con il "boyfriend" italiano Furio Colombo. E ha paura.

 

Ha paura per il nuovo terrorismo e per le nuove guerre che sta cercando di scatenare con i suoi attacchi all'occidente. Ma c'è una nota serena: "Sono felice di tornare in Italia", esordisce, "questa volta non sarò costretta a volare subito a casa dopo il tour perché, come sai, la mia vecchia madre che ho accudito fino all'ultimo ci ha lasciati nell'aprile del 2013, pochi giorni dopo il suo centesimo compleanno".

 

Alla vigilia della tournée che il mese prossimo la vedrà impegnata in ben quattro città italiane - il 7 marzo all'Auditorium Manzoni di Bologna, l'8 marzo al Teatro Giovanni da Udine di Udine, il 10 marzo al Santa Cecilia di Roma e il 12 Marzo all'Arcimboldi di Milano – Joan parla con l'entusiasmo e la passione di sempre.

joan baezjoan baez

 

L'influenza di Gianni Morandi

"Quello italiano sarà un tour su misura perché cerco sempre di ritagliare i miei show a seconda del luogo", spiega. "Di recente sono stata a Lubiana, Praga, Zagabria e Belgrado e in ognuna di queste città ho cantato un motivo indigeno perché è importante dare alla gente qualcosa della propria cultura. Se in Italia non cantassi C'era un ragazzo che come me amava i Beatles e i Rolling Stones, il pubblico mi impiccherebbe".

 

GIANNI MORANDIGIANNI MORANDI

Il famoso singolo di Gianni Morandi, distribuito nel 1966, è uno dei classici del suo smisurato repertorio pacifista. Ad influenzare il suo precoce attivismo, non smette di ripeterlo, sono stati mamma Joan Senior, prof. di letteratura nata ad Edimburgo, in Scozia, secondogenita di un pastore episcopale, e papà Albert, stimato fisico di origine messicana che si rifiutò di lavorare al "Progetto Manhattan" per la costruzione della bomba atomica a Los Alamos e durante la guerra fredda declinò importanti lavori per l'industria bellica. che portò la famiglia a spostarsi di frequente, non solo attraverso gli States, ma anche in Francia, Inghilterra, Svizzera, Spagna e Italia.

 

furio colombofurio colombo

"Tre anni fa, durante la mia ultima tournée nel vostro paese, ho trascorso giorni meravigliosi vagando per Roma insieme a Furio Colombo che rivedrò nella capitale anche questa volta". "Furio", puntualizza, "fu per me un boyfriend e molto più di un boyfriend: è stato il mio biglietto da visita per l'Italia. Tra le altre cose, era lui che mi aiutava sempre a scrivere le frasi in italiano che leggevo da un pezzo di carta ad ogni mio concerto."

 

JOAN BAEZ BOB DYLANJOAN BAEZ BOB DYLAN

Tra i grandi amori della sua vita: il marito attivista anti-Vietnam David Harris, imprigionato per la sua renitenza alla leva, che le ha regalato il suo unico figlio, Gabriel, e da cui divorziò nel 1973. E Steve Jobs, allora 25nne, che all'inizio degli anni 80 le chiese di sposarlo se lei, già 40enne, avesse acconsentito ad avere figli. Non se ne fece nulla. Lei era già una leggenda, Jobs stava solo per diventarlo. Nel suo cuore, invece, un posto molto speciale lo occupa da sempre Bob Dylan.

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