DAGOREPORT - PER LA RUBRICA “OGNI MATTINA S’ALZA UN FREGNO E LA SPARA A SALVE”, OGGI CI TOCCA…
        
        Francesca d’Angelo per “Libero Quotidiano”
Baldini - Fiorello, atto secondo. Dopo il laconico annuncio, consegnato per i posteri all’Ansa, della fine della sua storica collaborazione con il codino d’Italia, Marco Baldini ha deciso di essere un po’ più preciso nelle ragioni che lo hanno spinto a lasciare Fuoriprogramma. O,almeno, ci prova: il post che pubblica su Facebook non è esattamente un’inoppugnabile esegesi.
Quello che appare chiaro è che Baldini è imbufalito con i giornalisti che hanno subito immaginato una sua ricaduta nella dipendenza dal gioco: «Ho letto che io sarei nei guai ancora a causa del gioco. Non ci sto più a questo gioco, scusate il gioco (e tre) di parole», scrive su Facebook. «Ho abbandonato l’attività “ludica” nel 2009 e magari questa situazione è sicuramente imparentata con errori passati, dovuti al mio vizio,ma stavolta i motivi veri sono diversi».Ma è proprio a questo punto che il discorso si incarta un po’.
Stando a quanto scrive Baldini, i suoi attuali problemi sarebbero di natura economica,ma non perché il nostro abbia ricominciato a giocare: Baldini starebbe ancora pagando i debiti del passato,nonché la decisione di farsi economicamente carico di alcune persone.
«Purtroppo,quando avevo quasi finito di pagare i miei debiti ho perso il lavoro e non me la sono sentita di abbandonare delle persone che in qualche modo contavano su di me», scrive.
«La mancanza di introiti e l’esborso continuo a queste persone mi ha ricacciato nel baratro, ma questo non mi ha fatto perdere d’animo e ho continuato a lottare finché ho potuto». Baldini starebbe lavorando in quattro posti diversi e dormendo tre ore a notte, pertanto «era diventato impossibile ricavarmi un po’ di tempo per fare degnamente il mio lavoro».
Forse, però, avrebbe avuto più senso sacrificare un altro impiego e scommettere su Fuori programma, investendo sul talento professionale (che a Baldini non manca). Il conduttore,comunque, ribadisce: «Qualcuno ha detto che sono malato: vi garantisco che se fossi malato almeno mi sarei dato un’attenuante ma, come ho detto, ho smesso nel 2009».
						
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