IL CASO MÜLLER NEL RISIKO DELLE POLTRONE - BARATTA CONFERMATO ALLA GUIDA DELLA BIENNALE (SPONSOR NAPOLITANO), DEVE ORA DECIDERE LA SORTE DEL DIRETTORE DELLA MOSTRA DEL CINEMA DI VENEZIA MÜLLER, CHE LO AVEVA TRADITO INCIUCIANDO CON GALAN - POTREBBE ANCHE SUCCEDERE CHE MÜLLER DECIDA DI TRASLOCARE DALLA LAGUNA AL TEVERE - E C’È GIÀ CHI SI È LANCIATO NEL GIOCO DEL TOTO-DIRETTORE. I NOMI IN BALLO SONO ALBERTO BARBERA E IL CRITICO E STUDIOSO GIANNI CANOVA…

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F. C. per "la Stampa"

La regola d'oro è cominciare a lavorare il giorno dopo la fine del festival. I direttori lo sanno bene, più è importante il film, più la caccia richiede tempo. Per accaparrarsi i titoli migliori bisogna giocare d'anticipo, corteggiare registi e produttori, formulare opzioni, strappare promesse.

Per questo la riconferma (o meno) dei patron delle due kermesse italiane, Marco Müller che ha diretto per otto anni la Mostra di Venezia, e Piera Detassis che prima ha guidato la sezione più glamour del Festival di Roma e poi ne è diventata direttore artistico, dovrebbe avvenire in tempi brevi.

Per la rassegna lagunare di settembre, iniziare la preparazione a gennaio vuol dire essere già in ritardo. L'attuale assetto della Biennale veneziana scade il 18 dicembre, bisogna che venga ricostituito e poi si passerà alle nomine. E se la riconferma del presidente Paolo Baratta è data per certa (si dice che il suo principale sponsor sia il Presidente della Repubblica Napolitano), la posizione del direttore Müller non è ancora chiara. All'indomani dell'ultima Mostra la sua riconferma era praticamente sicura, ma il Ministro allora in carica era Galan e il nuovo presidente doveva essere Malgara.

Adesso il quadro è cambiato, tra Baratta e Müller non è idillio, e c'è già chi si è lanciato nel gioco del toto-direttore. I nomi in ballo sono soprattutto due, da una parte il direttore del Museo del cinema di Torino Alberto Barbera, dall'altra il critico e studioso Gianni Canova. Del primo si racconta che Baratta lo avrebbe già da tempo contattato, quanto a Canova è lui stesso a sgombrare il campo dalle ipotesi: «Ritengo che i festival siano dinosauri in via d'estinzione, vecchie rovine del 900, non mi interessano, lo dico da sempre. Faccio lavori bellissimi, scrivo, insegno, insomma, la mia risposta sarebbe "per carità, fate voi"».

Nella capitale, invece, si attende l'imminente riunione della Fondazione Cinema per Roma presieduta da Gian Luigi Rondi, in scadenza a fine mese. Rondi, come si sa, riproporrà Detassis, e bisognerà vedere se il suo progetto andrà in porto. Se così non fosse, e se a Venezia dovessero esserci colpi di scena, potrebbe anche succedere che Müller decida di traslocare dalla laguna al Tevere, sempre che non accetti le proposte ricevute dalla Cina, e dalla Russia dove gli è stata offerta la direzione del Festival di San Pietroburgo. Per oggi, intanto, è prevista l'audizione del Ministro della Cultura Ornaghi alla Commissione Cultura del Senato.

 

Marco Muller Paolo Baratta GIANCARLO GALAN alberto barbera dir Museo del cinemaPIERA DETASSIS