I POLLI DI BIN LANDE - BARBUTO E DIMAGRITO, IL ‘MADOFF DEI PARIOLI’ VA ALLA SBARRA E UNA SCHIERA DI VIP FREME PER RIVEDERE I 300 MILIONI PERSI - TRA I TRUFFATI ECCELLENTI ANCHE L'ONLUS DELLA SORELLA DELLA MELANDRI - IL RIONDINO (“LANDE è un mediocre parassita”) SMENTISCE DI ESSERE IL MISTERIOSO ATTORE ‘CHE VERSAVA COMPENSI NON DICHIARATI PER EVADERE LE TASSE’: “HO FATTO UNO SCUDO FISCALE. MA È DIVERSO DAL NON DICHIARARE DISTRATTAMENTE IL PROPRIO COMPENSO” (DISTRATTAMENTE?)…

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1 - TRUFFA A 2 MILA VIP IL "MADOFF DEI PARIOLI" A PROCESSO A ROMA
L'ACCUSA A LANDE: UN RAGGIRO DA 300 MILIONI...
Alessia Meloni per "la Stampa"

Una lunga barba brizzolata, folti capelli altrettanto imbiancati che nascondono in parte una stempiatura. Così ieri mattina si è presentato in tribunale Gianpaolo Lande, noto come il «Madoff dei Parioli», accusato di essere la mente di un raggiro ai danni di esponenti della Roma bene. Un look nuovo, diverso da quello cui eravamo abituati a vedere nelle foto pubblicate da quando è scoppiata l'inchiesta, che lo ritraevano con i capelli corti, scuri, ben vestito in giacca e cravatta.

Con un giubbino blu, pantaloni scuri e una camicia bianca è arrivato ieri, scortato dagli agenti penitenziari, in un'aula del tribunale di Roma per la prima udienza che lo vede sul banco degli imputati. Provato, con il volto pallido, visibilmente dimagrito, Lande ha preso posto in aula tra gli avvocati Salvatore Sciullo e Susanna Carraro.

L'imputato, in carcere dal 24 marzo scorso, dal 21 settembre ha iniziato uno sciopero della fame contro quella che definisce un'ingiusta detenzione e contro l'impossibilità di consultare personalmente gli atti processuali. Atti, secondo i quali, Lande avrebbe orchestrato una maxi truffa da 300 milioni di euro. Truffa dalle vittime eccellenti come Sabina Guzzanti, David Riondino, Francesco De Cecco, erede della famiglia di pastai, i fratelli Vanzina, Samantha De Grenet, Silvia Verdone, nonché i calciatori Stefano Desideri e Ruggiero Rizzitelli.

L'imputato si è trovato da solo ad affrontare telecamere, flash dei fotografi, oltre ai numerosi legali dei raggirati: 1.687 quelli conteggiati dalla Procura, oltre duemila quelli che complessivamente ieri hanno chiesto di potersi costituire parte civile nel processo. Una mole di istanze che ha portato la IX sezione del tribunale penale collegiale, presieduta da Carmelita Russo, ad aggiornare il processo al 6 ottobre accogliendo un'istanza della difesa che ha chiesto del tempo per poterle esaminare.

Al processo si è arrivati dopo la richiesta di giudizio immediato formulata dal pm Luca Tescaroli nei suoi confronti e di altre quattro persone. Queste, però, hanno scelto di essere giudicate con riti alternativi (giudizi abbreviati o patteggiamenti) e compariranno davanti al gup Marco Mancinetti il 10 ottobre.

Si tratta della compagna di Lande, Raffaella Raspi, del fratello di quest'ultima Andrea, dei due amministratori della Eim, società collegata a quella del Madoff, Roberto Torregiani e Gian Piero Castellacci De Villanova. Associazione per delinquere finalizzata alla commissione di reati di abusiva attività finanziaria, truffa e ostacolo all'esercizio delle funzioni delle autorità pubbliche di vigilanza. Questi i reati contestati a seconda delle singole posizioni.

Secondo la ricostruzione dell'accusa il gruppo avrebbe truffato ignari investitori gestendo un portafoglio d'investimenti stimabile in un ammontare non inferiore a trecento milioni di euro e comunque superiore a 170 milioni. Somma investita in parte in azioni, obbligazioni, fondi d'investimento creati ad hoc, strumenti derivati e liquidità negli stati delle Bahamas, Lussemburgo, Gran Bretagna e Belgio, fuori dal circuito dei controlli legali, previsti dalla normativa vigente, derivanti dall'iscrizione all'albo delle imprese comunitarie di investimento con succursali in Italia, tenuto dalla Consob.

Lande è anche detenuto per bancarotta fraudolenta documentale e distrattiva, aggravata dal danno patrimoniale di rilevante gravità, con riferimento allo stato di insolvenza della Egp Italia. La nuova misura gli è stata notificata a Regina Coeli il 13 settembre scorso. Il provvedimento è stato impugnato dai suoi legali e il 30 settembre prossimo si terrà l'udienza davanti ai giudici del tribunale del Riesame.


2 - SPUNTA LA SORELLA DELLA MELANDRI
Ilaria Sacchettoni per il "Corriere della Sera - Roma"

Duecentomila euro da investire in prodotti finanziari, attraverso la Dharma Holding, capogruppo delle molte società dietro cui agiva il «Madoff dei Parioli» Gianfranco Lande e, come gli altri, puntualmente svaniti. Tra le vittime di Lande e soci c'è anche l'ente no-profit di Elisabetta Bianca Melandri, sorella dell'ex ministro Giovanna (Sport e politiche giovanili durante l'ultimo governo Prodi). Ma anche presidente del Centro di Educazione e Informazione allo Sviluppo che, dal quartiere Esquilino, si occupa di promozione del dialogo interculturale e contrasto al razzismo.

Ieri mattina, in aula, il suo nome s'è mescolato a quello di centinaia di altri truffati che hanno deciso di costituirsi parte civile al processo contro Lande. Elisabetta Melandri spiega che l'investimento era il frutto «di risparmi accantonati per dar vita ad attività di beneficienza che non sempre trovano finanziatori». A quanto risulta, la onlus si rivolse alla capogruppo delle società dei promoter (la Dharma Holding) il 27 aprile 2010 quando le indagini cioè sui prodotti finanziari di Lande erano già avviate.

Una fiducia maturata con il solito passaparola tra amici. In questo caso il tramite fu Sandro Balducci (cugino di Paolo Guzzanti, fra i pochi in famiglia a non subire il fascino della Dharma), a sua volta truffato. «Raffaella Raspi (amministratore della Dharma e compagna di Lande, ndr) - aggiunge la Melandri - ci promise un rendimento fra il 4 e il 5%. Non abbiamo mai inteso approfittare di ricavi strabilianti di oscura provenienza».


3 - "NON SONO UN EVASORE, HO USATO LO SCUDO E ORA MI ASPETTO DI RECUPERARE I MIEI SOLDI"
Federica Angeli per "la Repubblica - Roma"


David Riondino, ieri mattina è iniziato il processo contro Gianfranco Lande. Lei, come molti altri, si è costituito parte civile. Le interessa di più la condanna penale o il recupero del denaro?
«Tutte e due le cose: certo è che se domani lui rendesse i soldi a tutti, gli facciamo fare tre giri di campo col capo cosparso di cenere, fa una penitenza e finisce così».

In un´intervista rilasciata a Repubblica qualche giorno fa Lande ha dichiarato che molti vip non erano così inconsapevoli, e dunque vittime del raggiro, ma che anzi erano evasori. Lei è uno di loro?
«Mi faccia capire, lui ha proprio fatto il mio nome dicendo: David Riondino è un evasore?».

No. Ha detto che tra i clienti consapevoli c´era «un attore che a livello artistico riscuote la mia sterminata simpatia ma che ho riscontrato aver conferito in modo "irrituale" compensi distrattamente non dichiarati».
«Non sono io, anche perché con lui io non ho mai avuto a che fare. Parlavo una volta l´anno con Torregiani, era lui il mio referente ed è a lui che - non l´avessi mai fatto - ho affidato miliardi di anni fa la cifra che ho investito. Poi ho fatto uno scudo fiscale, dopo essere stato a una specie di convention con una cinquantina di persone in cui ci hanno spiegato che i soldi andavano regolarizzati e sono più che favorevole allo scudo. Se questa operazione è stata irregolare, allora io sono irregolare. Che è comunque diverso dall´essere uno che non ha dichiarato distrattamente il proprio compenso».

Già. Lande sembrava proprio intendere altro...
«Comunque se Lande ha da dirmi qualcosa e se ritiene che io sia uno degli evasori, lo dica, poi oltre alla denuncia che già ho presentato nei suoi confronti, se vuole gliene faccio un´altra. Non ho mica problemi io».

E lei ha qualcosa da dire a lui?
«Solo che è un mediocre parassita che è stato travolto da una cosa più grande di lui. I truffatori veri, quelli che le sanno fare "perbenino" le cose, mica li prendono. Lui e i suoi soci invece sono tutti dentro».

Cosa si aspetta dal processo?
«Mi aspetto che sia un processo esemplare nel quale si recuperino i soldi. Il problema della giustizia è che oggi non si mozzano più le mani perché c´è stata una sublimazione del concetto di legge. Scherzi a parte - che poi c´è davvero poco da scherzare - col risarcimento di tipo economico credo che si possa dare un segnale importante a tutti gli aspiranti truffatori. Qualora invece non ci fosse una sanzione di questo tipo, a fine processo, il messaggio sarà: chiunque fa delle truffe può mettere in conto che dopo cinque anni può usare 500 milioni che ha messo da parte fregando la gente».

E se i soldi fossero davvero spariti come Lande sostiene?
«Le cose sono due: o Gianfranco Lande è anche un cretino ed ha perso tutto o ci deve dire dove sono i nostri soldi. Così facendo ha azzerato i risparmi di centinaia di persone e non perché lui e i suoi soci fossero particolarmente abili. La loro abilità è stata solo quella di catturare la fiducia della gente. Una cosa spregevole, più della truffa in sé».

 

Gianfranco LandeGianfranco Lande al processoGianfranco Lande DAVID RIONDINOSABINA GUZZANTIPAOLO GUZZANTI CLAUDIA RUSPOLI ELISABETTA MELANDRI - FOTO FACEBOOK