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“BAUDO ERA DEMOCRATICO E ANTIFASCISTA MA NON EBBE MAI, COME CONFESSÒ IL SUO NEMICO VESPA, LA DC PER EDITORE DI RIFERIMENTO” - FRANCESCO MERLO SMONTA IL FALSO MITO DI PIPPO BAUDO DEMOCRISTIANO: “LE INTERVISTE NON ERANO MAI SERVILI IN UNA RAI DOVE I GIORNALISTI AVEVANO E HANNO LA ZONA POLITICA “DI CONFORTO” CHE LI SCALDAVA E LI SCALDA MOLTO PIÙ DI QUANTO LA DC ABBIA MAI SCALDATO PIPPO. È VERO CHE INDOSSAVA LA MASCHERA DEL GARBO, MA DI NATURA PIPPO ERA COLLERICO, PROTAGONISTA DI SFURIATE, SINO A TOGLIERSI GLI OCCHIALI, SCAGLIARLI SUL MALCAPITATO E…”

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Articolo di Francesco Merlo per “la Repubblica” - Estratti

 

giulio andreotti e pippo baudo

(...) PIppo Baudo è vero che indossava, con grandissimo successo, la maschera del garbo, ma di natura Pippo era collerico, protagonista di sfuriate che gli ho viste fare, sino a togliersi gli occhiali, scagliarli sul malcapitato e andarsene via arrabbiatissimo.

 

Fuori dallo schermo era un pasticcio meridionale di nervi incontrollati e di esplosioni di generosità, con un fortissimo senso siciliano dell’amicizia, quella muta, che non chiede ma ottiene e dà. C’era tra noi una bella dialettica di affetti, anche se ero uno di quei ragazzi che cominciarono a disprezzare Sanremo quando Luigi Tenco si suicidò e da allora ogni anno sempre penso che l’ultimo festival è il peggiore che ci sia mai stato.

 

PIPPO BAUDO - GIULIO ANDREOTTI

Non preoccupatevi: non racconterò aneddoti che, come nelle grandi antologie di una volta, stanno già tutti, densi come noci, in Ecco a voi Pippo Baudo (Solferino), il libro che aveva firmato nel 2018 insieme con il bravissimo e anche lui garbatissimo Paolo Conti.

 

E va bene che in Sicilia l’ambiguità della verità alimenta la bellezza del vivere e anche Baudo giocava, direbbe Bufalino, con il “falso di sé”, ma - credetemi - non era un politico democristiano, anche se dialogava con il potere e alla semplificazione giornalistica torna comodo il paradigma della democristianità.

 

baudo vespa

Via, è uno sproposito averlo trattato come se fossero ri-morti nello stesso momento De Mita, Andreotti e Forlani. Ossessionato dalla macchina dello spettacolo, Baudo non pensava alla politica, era democratico, antifascista e anticomunista, come oggi siamo diventati tutti, e non aveva mai avuto, come confessò il suo nemico Vespa, la Dc per editore di riferimento.

 

E infatti non “cuciva” le interviste, che erano rispettose e mai servili e, pur essendo un presentatore e non un giornalista, alla fine erano saggi di giornalismo, con tutte le domande giuste, anche la famosa seconda domanda, una preparazione rigorosa sui personaggi che incontrava, la lettura attenta e colta di tutto quel che c’era da leggere.

 

La sua Domenica in era un rotocalco, un video giornale settimanale di sana e completa informazione. E tutto questo nella Rai dove i giornalisti, anche quelli bravi, avevano e hanno la zona politica “di conforto” che li scaldava e li scalda molto più di quanto la Dc abbia mai scaldato Pippo.

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