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IL CINEMA DEI GIUSTI - BENTORNATI NELLA COMMEDIA TUTTA NAPOLETANA DI VINCENZO SALEMME, ARRIVATO CON QUESTO DIVERTENTISSIMO “UNA FESTA ESAGERATA” - SALEMME È L’UNICO IN ITALIA CHE RIESCA ANCORA A PORTARE AVANTI CON SUCCESSO UNA SANA TRADIZIONE DI COMMEDIA NAPOLETANA DA VERO CAPOCOMICO - A VOLTE MEGLIO, A VOLTE PEGGIO, MA SEMPRE CON UN RISPETTO TOTALE PER I SUOI ATTORI - VIDEO
Marco Giusti per Dagospia
“Te la faccio vedere!” urla a un certo punto Teresa, la moglie un po’ cafona del geometra arricchito Gennaro Parascandolo sulla loro bella terrazza sul golfo di Napoli mentre stanno preparando una festa mostruosa per i 18 anni della loro figliola. “Ma se non me la fai vedere nemmeno a letto…”, risponde Gennaro. Bentornati nella commedia tutta napoletana di Vincenzo Salemme, arrivato con questo divertentissimo Una festa esagerata, tratto dalla sua omonima commedia riscritta per il cinema assieme a Enrico Vanzina, al suo diciassettesimo titolo.
Salemme è l’unico in Italia che riesca ancora a portare avanti con successo una sana tradizione di commedia napoletana da vero capocomico. A volte meglio, a volte peggio. Ma sempre con un rispetto totale per i suoi attori e per la costruzione delle gag e delle trovate. In questo caso, riprendendo un suo successo teatrale, si circonda di fedelissimi come una Tosca D’Aquino scintillante e giustamente sguaiata col tono della napoletana arricchita, “I peperoni non devono essere molli, ma duri e croccanti”, un Nando Paone arcigno e claudicante, e delle new entries di gran classe come una isterica Iaia Forte come vicina che non sopporta i rumori, e un Massimiliano Gallo nel ruolo di Lello, portiere in seconda, quindi “secondino”, che sogna il portierato grazie a un voto “uanime”, cioè unanime, di solida tradizione peppinesca.
Nel mare di figure e figurine di controno, la cameriera fedele al padrone, Antonella Morea, il finto cameriere indiano di Pozzuoli, Vincenzo Borrino, brillano anche un Francesco Paolantoni come assessore all’edilizia, un Giovanni Caccioppo come prete siciliano affanato di tutto, e uno strepitoso James Senese come se stesso.
Salemme riesce a far funzionare al meglio il grande cast ruotandolo tutto intorno ai battibecchi tra la coppia di protagonisti, cioè la Teresa di Tosca D’aquino e il suo Gennaro, prima nello scontro tra la megalomania della moglie rispetto al profilo basso del marito che cerca inutilmente di evitare la festa esagerata, poi di fronte all’improvvisa dipartita del vecchio e arcigno vicino, Don Giovanni, cioè Paone, che annullerebbe ogni possibile idea di festa con 140 invitati, assessore compreso, botti e la musica dal vivo di James Senese.
Devo dire che tutta la prima parte, con continui inserimenti di personaggi nuovi e battute è molto fresca e divertente, mentre nella seconda si sente un po’ di compressione da riduzione cinematografica. Ma il funzionamento di tutti gli attori è perfetto e Tosca D’Aquino e Salemme sono in gran forma. In sala.
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