BENVENUTI AD ALGHERO, RIDENTE CITTA’ CATALANA DELLA SARDEGNA DOVE IL BERLUSCONISMO SEMBRAVA NON DOVESSE FINIRE MAI - IL BANANA ERA DI CASA AL CARLOS V, NELL’ALBERGO DEI COSTRUTTORI CHE HANNO MESSO LE MANI SULLA CITTA’ - ORA CHE HANNO PERSO LE ELEZIONI, DANNO LA COLPA ALLA STAMPA TELEMATICA. E IL GIORNO DOPO IL SOLITO BALORDO CI CREDE. E FA BUM SUL GIORNALE TELEMATICO DIRETTO DA PASQUALE CHESSA…

Vai all'articolo precedente Vai all'articolo precedente
guarda la fotogallery

1- ATTENTATO AL GIORNALE DI ALGHERO
da Alguer.it, mercoledì 27 giugno

Hanno sparato ad Alguer.it. Alguer, Alghero, Sassari, Sardegna, Italia. Uno sparo nel buio intorno alle 2 nella notte fra martedì e mercoledì, proprio nel momento in cui tutti gli allarmi si sono messi a suonare, ma nessuno ha pensato che si trattasse di un pallettone di fucile sparato ad appena 48 ore dalla fine della competizione elettorale. Questa la notizia. Aspettiamo il risultato delle prime indagini. L'emergenza sicurezza diventa il primo problema da risolvere per la nuova giunta. Con tristezza dobbiamo confessare che oggi ad Alguer.it abbiamo tutti più paura.

«Le modalità dell'attentato alla sede dell'emittente Alguer.it sono inquietanti. È la prima volta che la Sardegna è teatro di un atto intimidatorio gravissimo nei confronti di una libera testata di informazione pubblica». Lo afferma il vicepresidente dei senatori del Pd Luigi Zanda in merito all'attentato subito nella notte dalla redazione di Alguer.it.

«E' un atto vile - continua Zanda - compiuto da anonimi in piena notte. È necessario che le Forze di Polizia attivino immediatamente indagini per assicurare alla giustizia i responsabili. Tutte le forze politiche, di destra e di sinistra, debbono restare unite nell'opposizione ferma alla violenza, tutelando l'incolumità dei cittadini di Alghero e garantendo il libero esercizio dell'informazione».

"La Fnsi e l'Associazione della stampa sarda - si legge in una nota - esprimono ferma condanna per l'ignobile attentato subito ad Alghero dall'emittente comunitaria-linguistico-identitaria Alguer.it diretta da Pasquale Chessa, giornalista sardo-catalano.

Nella notte, infatti, la porta della tv è stata perforata da una grosso proiettile, simili a quelli usati nella caccia grossa, seminando panico e terrore tra i cittadini. Un evidentissimo atto di intimidazione verso un'emittente impegnata nelle battaglie civili e più inquietante in quanto questa atto minaccioso arriva dopo poche ore dagli scrutini dei ballottaggi per l'elezione del nuovo sindaco. La Fnsi e l'Associazione stampa sarda sollecitano la massima risposta civile contro ogni forma di violenza e si appellano alle forze dell'ordine e alla magistratura perché facciano piena luce sull'odioso attentato".

Mentre il segretario della Fnsi, Franco Siddi ammonisce: «Nessuno pensi di piegare l'informazione con minacce e intimidazioni: chi ricorre alla violenza si pone sempre su un piano inaccettabile». «Nell'esprimere la più ferma condanna per il vile gesto - ha detto il presidente dell'Ordine dei giornalisti della Sardegna, Filippo Peretti - ci auguriamo che le indagini portino quanto prima alla scoperta dei colpevoli. Il gesto intimidatorio non può condizionare e non condizionerà l'informazione, ma è opportuno che tutte le forze politiche e sociali si uniscano in difesa del confronto e del dialogo civile e nell'opposizione a qualsiasi forma di violenza».

EDITORIALE DI PASQUALE CHESSA PER "LA NUOVA SARDEGNA"
Hanno sparato ad Alguer.it. Una fucilata a palla sola. E ci è sembrato di essere precipitati dentro un romanzo sudamericano, tipo il Potere del cane di Don Winslow. Roba forte per lettori forti, da leggere attaccati alla trama, convinti che, sebbene si tratti di verità romanzesca, storie così succedono solo nella grande letteratura di consumo internazionale. Dalla notte fra martedì e mercoledì succede anche ad Alghero.

Il difficile, per un buon funzionamento della democrazia, è il sistema con cui si formano le opinioni che forniscono al cittadino elettore lo strumento per trasformare una decisione individuale in una scelta collettiva. Non c'è allora bisogno di ricorrere agli scienziati della politica (in ogni caso è doveroso qui citare Lipset) per constatare che il voto è il meccanismo fondamentale per il corretto funzionamento di ogni sistema democratico.

Ma altrettanto cruciale è il sistema che consente la formazione consapevole delle opinioni (e qui non si può fare e a meno di citare Sartori). Molte sono le contraddizioni in cui si realizza la democrazia. E facile stigmatizzare i suoi paradossi. Ma una cosa è certa: che per i suoi nemici diventa vitale inceppare il meccanismo opinione/voto. Ecco perché hanno sparato su Alguer.it (e per esteniosne anche su Tva, la televisione collegata insieme a RadioOndaStereo).

Quanta stupidità perciò nel fatto che la fucilata sia arrivata così a ridosso del risultato elettorale, quando Lubrano non ha ancora finito di festeggiare e Marinaro comincia a leccarsi le ferite cercando di capire perché ha perso. Dopo una campagna elettorale così lunga, giocata sui toni della correttezza reciproca, dispiace che il centrodestra, ad urne ancora calde non sia riuscito a reprimere la coazione a individuare nell'informazione la causa prima della propria sconfitta. Un autogol: perché conferma l'incompatibilità fra pluralismo e berlusconismo!

Le indagini non consentono nessuna ipotesi al momento in cui scriviamo. Ma sarebbe ipocrita negare che nel profondo del sentimento collettivo della città è difficile reprimere la cattiva sensazione che ci sia un nesso oggettivo fra le accuse alla stampa e la fucilata contro Alguer.it. Un lampo che ha sperperato il capitale di prestigio che Alghero era riuscita a raccogliere diventando per qualche giorno il punto di riferimento della politica italiana.

La partecipazione di Massimo D'Alema ai festeggiamenti per Lubrano sindaco è stata qualcosa di più che un-occasione. I comizi di Grillo e Vendola hanno avuto un riverbero nazionale. Bum. In un colpo tutto finito. Per una città che si prepara a sfruttare il suo grande capitale turistico, l'emergenza sicurezza diventa prima di tutto un danno economico irreversibile.

Ho cercato di scrivere questo articolo sine ira... Spero di esserci riuscito. Ora però debbo informare il lettore che mi abbia sin qui seguito che sul tamburino di Alguer.it figuro come direttore responsabile. Il merito del successo va ovviamente a chi il giornale lo costruisce giorno dopo giorno, da Guido Zoagli a Sara Alivesi a Marco Vukic ad Antonio Burruni e Laura Piras... Il mio ruolo è stato piuttosto quello di un fratello maggiore, anzi un vecchio zio che dispensa consigli e vigila sui principi.

Ritengo di essere stato fortunato a trovare un gruppo così pronto a recepire lo stile della corretta informazione. Ma ora con quella fucilata tutti abbiamo perso quel po' della innocenza di cui sentivamo depositari. Cosa posso consigliare adesso alla redazione di Alguer.it? Di lasciar perdere? Di mettersi in salvo? Di chiudere baracca e burattini? Di aspettare che sparino ad altezza d'uomo?

In un articolo finora sconosciuto, pubblicato già da un mese su Le Monde, il grande scrittore Albert Camus (quello della Straniero, un capolavoro), ancora giovanissimo giornalista ad Algeri e si trovo a fare i conti con la censura al momento dello scoppio della seconda guerra mondiale. Stilò un suo personale prontuario per la sopravvivenza morale del giornalista, indicando come il male peggiore proprio la stupidità.

«Bisogna ammettere che gli ostacoli scoraggianti ci sono: la costanza della stupidità, l'ottusità aggressiva e via dicendo. (...) L'ostinazione perciò diventa una virtù cardinale. Per un paradosso curioso ma palese, essa passa così al servizio della obbiettività e della tolleranza».
Spero che siano in molti a capire perché in questo momento è più che mai necessario stare dalla parte dell'intelligenza!

 

 

PASQUALE CHESSAksa 29 pasquale chessaFranco Siddi SILVIO BERLUSCONI Massimo D'Alemaalbert camus