1- NESSUN PENTIMENTO DEI GIORNALISTI PER IL VENERDI’ 13 DELL’INFORMAZIONE: LA PRIMA NOTIZIA DEL NAUFRAGIO BATTUTA DALL’ANSA INTORNO ALLE 23. A MEZZANOTTE ERA LA PRIMA NOTIZIA DEL GR RAI, MA GLI SCHETTINO IN REDAZIONE HANNO IGNORATO L’SOS 2- NELL’ERA DELLA TELEFONIA MOBILE, DOVE TUTTI SONO RAGGIUNGIBILI A QUALUNQUE ORA, NESSUNO HA AVVERTITO L’URGENZA DI VERIFICARE LA GRAVITÀ DELLA NOTIZIA CHIAMANDO LA CAPITANERIA DI PORTO, I VIGILI DEL FUOCO O LA FINANZA DEL GROSSETANO. PER CARITÀ, NON DICO DI CONTATTARE LA AC-COSTA CROCIERE, MUNIFICO INSERZIONISTA PUBBLICITARIO. FORSE SAREBBE STATO INDELICATO AGLI OCCHI DEL MARKETING 3- MIO DIO CHE SILENZIO E’ CALATO SU FINMECCANICA DOPO LA CACCIATA DI GUARGUAGLINI, MA QUALCUNO AD APRILE VUOLE SCUOIARE LUIGI ORSI, ORFANO DELLA LEGA DI BOSSI 4- BEBE’ BERNABE’, LASCIATA TELECOM, POTREBBE COSI’ SCALARE IL MONTEGRAPPA (VIA) 5- GRAN PARTE DELL’INFORMAZIONE È “COMPRATA” CON LA PUBBLICITÀ: PAGHI 1 E PRENDI 13

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DAGOREPORT

1- IL "BUCO" NELLE CORAZZATE DI CARTA.
Qualcuno (del mestiere) non ha digerito il nostro ultimo "spuntino" in cui si denunciava il mancato arrivo delle scialuppe degli inviati nella tarda serata di venerdì 13 gennaio quando stava consumandosi la tragedia dell'affondamento della nave "Concordia".
Eppure un flash dell'agenzia Ansa delle ore 23 già dava conto di quanto stava accadendo nelle acque del Giglio. A mezzanotte era la prima notizia del giornale radio Rai. Ma gli Schettino alla virgola accigliata sulla plancia dei giornaloni hanno ignorato l'Sos che arrivava sui loro computer. Né hanno lanciato l'allarme all'equipaggio.

IL MANCATO SOS IN REDAZIONE.
Nell'era della telefonia mobile, dove tutti sono raggiungibili a qualunque ora, nessuno -insomma - ha avvertito l'urgenza di verificare la gravità della notizia chiamando la Capitaneria di porto, i Vigili del fuoco o la Finanza del grossetano. Per carità, non dico di contattare la Costa Crociere, munifico inserzionista pubblicitario. Forse sarebbe stato indelicato agli occhi del marketing...

...E LE TV L'HANNO FATTA DA PADRONE.
Che bella occasione sarebbe stata per i media di carta battere per una volta la concorrenza delle televisioni. Niente, invece. E nessuno può raccontare in giro che le undici di sera sono per un quotidiano un orario "impossibile".

Da anni i giornali sono teletrasmessi e prima dell'una le rotative non cominciano a girare. Spesso si "ribatte" una notizia dopo aver assistito a "Porta a porta" all'ultima scemata del politico di turno.
E poi con il calcio in notturna i tempi di chiusura si sono allungati.
In quel venerdì nero dell'informazione, insomma, non c'era nemmeno bisogno di gridare il mitico "Fermate le macchine!".

L'EQUAZIONE CINICA MORTI/NOTIZIA.
Nell'anno di un terrificante terremoto l'inviato di punta (e di smacco) di un giornalone del nord chiese al suo redattore capo, prima di mettersi in viaggio, qual era il numero delle vittime. La risposta fu: "Sappiamo soltanto che c'è stato un violento sisma e la tua firma non si misura sulle possibili vittime".
L'episodio è ricordato dall'ex direttore di Franco Di Bella nel suo volume "Corriere segreto" (Rizzoli).

2. ORSI&TOPI IN FINMECCANICA.
Un grande silenzio è sceso su Finmeccanica dopo l'allontanamento (forzoso) del presidente Piefrancesco Guarguaglini e di sua moglie Marina Grossi (Selex).
L'azienda-gioiello dello Stato non sembra fare più notizia dopo l'ondata scandalistica su presunte mazzette e favori vari (e avariati). Tutto tace. Per adesso.
Ma dal tribunale di Napoli, titolare del filone principale dell'inchiesta, presto potrebbero arrivare novità.

I pm stanno vagliando le dichiarazioni di Lorenzo Borgogni, ex braccio destro (armato) di Guarguaglini e addentro in tutte le vicende politico-amministrative dell'azienda.
E dai suoi racconti risulterebbe che il nuovo presidente, Luigi Orsi, e l'attuale numero due, Alessandro Pansa, fossero ben a conoscenza delle "attività opache" della Finmeccanica di Guarguaglini.
Per entrambi la carriera si è svolta tutta all'interno dell'azienda pubblica.

PASSAGGIO IN INDIA CON AUGUSTA.
Al centro delle confessioni di Borgogni ci sarebbero i "prezzi lievitati" nella vendita degli elicotteri Augusta all'India.
Commessa gestita proprio dall'allora ad della società, Luigi Orsi.
Con qualche eccezione lodevole, però, nessuno si occupa più del caso Finmeccanica. Mentre anche nei Palazzi romani i rumors si susseguono su un possibile nuovo ribaltone in via Montegrappa.

ORSI CONGELATO DALLA LEGA DI BOSSI.
Stavolta il governo non intende trovarsi una patata bollente tra le mani se dalla procura di Napoli arrivassero delle novità.
Uscito dalla scena Giulio Tremonti (Economia) e con la Lega di Umberto Bossi che va in piazza a chiedere la testa di Mario Monti, Luigi Orsi si trova ora senza alcun paracadute politico.

E a palazzo Chigi qualcuno fa osservare che se Franchino Bernabè dovesse lasciare Telecom (i bilanci in rosso sono per lui un fardello pesante) all'assemblea di aprile potrebbe essere proprio lui il manager più titolato a sostituire l'Orsi congelato della Lega.

3. PUBBLICITA': PAGO UNO E PRENDO 13.
Dal meritevole sito lavoce.info apprendiamo (in ritardo) che secondo un'inchiesta condotta su sei principali quotidiani nel biennio 2006-2007, gran parte dell'informazione è "comprata" anche con la pubblicità.
Non si tratta di una gran novità per i direttori e gli addetti ai lavori. Ma per la Casta di carta arriva una conferma, diciamo così scientifica.
Le società monitorate dall'indagine vanno dalla Campari alla Fiat; da Finmeccanica all'Enel; da Telecom a Tod's.

Bene, tenendo conto di molti fattori (compresi i legami proprietari tra Fiat e Stampa o tra Della Valle e Corriere della Sera), l'analisi statistica rivela un "legame positivo e significativo" tra la pubblicità e la successiva copertura mediatica dei quotidiani esaminati (Corriere, Repubblica, Stampa, Mattino etc).

"Dal punto di vista quantitativo - attesta lo studio - un aumento di 50 mila euro di pubblicità mensile acquistata da una data impresa su un quotidiano si associa in media con tredici articoli aggiuntivi".
Insomma, paghi uno e incassi 13 (markette?).

4. PREDICHE IMPUDICHE DELLA CASTA/1.
Non passa giorno che dalle colonne del Corrierone non s'invochino tagli nelle governance pubbliche. Poi scopri, nonostante la recente "semplificazione societaria", che il consiglio d'amministrazione dell'Rcs è composto di ben 20 persone (il Gotha dei Poteri marci).
Un record assoluto per le società quotate in Borsa.

5. PREDICHE IMPUDICHE DELLA CASTA/2.
Mentre la liberalizzazione delle professioni diventa tema centrale dei media (spesso codini del governo Monti), solo qualche un accenno, invece, alla riforma dell'Ordine dei giornalisti.
Forse ha ragione Eugenio Scalfari a difendere l'albo da assalti squinternati.

Ma intanto l'Ordine faccia piazza pulita delle varie associazioni che operano al suo interno.
A cominciare dall'Associazione stampa parlamentare (400 iscritti) che viene "mantenuta" dai due rami del Parlamento, cioè dai contribuenti. Non c'è alcuna assise istituzionale europea in cui è una lobby giornalistica a decidere chi possa assistere o noi ai lavori di Camera e Senato.

Che cosa aspettano i presidenti Fini e Schifani ad adeguare Montecitorio e Palazzo Madama alle sane regole deontologiche del parlamento europeo? Raccogliendo i severi moniti che arrivano dai giornali sulle liberalizzazione delle professioni.

 

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