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Davide Milosa per "il Fatto Quotidiano"
Parquet pregiato da prua a poppa. Poi la piscina, una sala cinema con tv al plasma da 60 pollici, una palestra con un centro Spa. Oltre 60 metri di lusso distribuito su tre piani. E ovunque quelle iniziali: F. B. Sui tovaglioli, sui lampadari. F. B. come Force Blue, nome del megayacht di proprietà di una società con sede in un paradiso fiscale, che per quattro anni, dal 2006 al 2010, ha solcato i mari italiani con un contratto di charter.
Contratto fittizio per evadere il fisco e non pagare il costo dell'Iva: 3,6 milioni di euro. Poco charter, dunque, e quasi prevalentemente d'inverno. Perché durante i periodi estivi il vero utilizzatore finale è sempre stato Flavio Briatore che di quella barca è proprietario nonché armatore. F.B. come Force Blue come Flavio Briatore. Questo il ragionamento della Procura di Genova che nel maggio 2010 incaricò la Finanza di bloccare quel gioiello della nautica.
Quattro anni dopo, la storia del sequestro (diventato definitivo nel 2012) approda in un'aula di giustizia. Ieri, infatti, il Tribunale di Genova ha rinviato a giudizio l'ex team manager di Formula 1 per reati fiscali che comprendono anche il carburante (circa 900 mila litri per un valore di 1,48 milioni) destinato come esente dalle accise, mentre avrebbe dovuto essere soggetto alle imposte.
Oltre a Flavio Briatore, il giudice per l'udienza preliminare Nadia Magrini ha mandato a processo il comandante dello yacht Ferdinando Tarquini e i tre amministratori che si sono avvicendati nella società Autumn Sailing Limited, con sede nelle Isole Vergini Britanniche, proprietaria dell'imbarcazione. Si tratta di Maria Pia De Fusco, amministratore unico dal 28 aprile 2006 all'11 febbraio 2008, di Dominique Warluzel dall'11 febbraio 2008 e di Laurence Eckle Teyssedou amministratrice di fatto della Autumn Sailing Limited. La data per la prima udienza è stata fissata il prossimo 10 aprile.
La decisione del giudice arriva dopo che nel maggio 2013 i pubblici ministeri Patrizia Petruzziello e Walter Cotugno avevano chiesto il giudizio per Briatore. Alla base della loro richiesta la convinzione che il vero proprietario dell'Autumn Sailing Limited sia lo stesso manager italiano, il quale, interrogato durante l'udienza preliminare, aveva detto: "Non sono un evasore pensavo di essere in regola.
Se la Guardia di Finanza mi avesse detto che dovevo pagare lo avrei fatto senza problemi. Lo yacht ha solo fatto attività di noleggi". Una difesa che però non ha convinto i giudici di Genova. E del resto, al di là della vicenda penale, sono le cronache estive che nel tempo hanno dimostrato l'utilizzo pressoché esclusivo dell'ex rompighiaccio - costruito nei cantieri Royal Denship - da parte di Briatore. A partire dai party allestiti al largo di Montecarlo durante i gran premi di Formula 1.
Ospiti i soliti amici: da Naomi Campbell a Simona Ventura, Bernie Ecclestone fino ad Alejandro Agag, genero di Aznar. E dopo di loro anche Daniela Santanchè che a bordo del Force Blue chiacchierava con Briatore dei bunga bunga di Arcore. à il 2011 e il Rubygate è iniziato da qualche mese. In quei colloqui intercettati dalla Finanza di Genova che indaga sulla frode fiscale, Briatore parla di tutto: di Emilio Fede è dei festini hot.
E all'amica Daniela racconta: "Fede non ha più parlato con il presidente, è stato tenuto in quarantena".
E ancora: "Sai chi è venuto a trovarmi a Montecarlo? - dice Briatore a Santanchè - Lele Mora. Mi ha detto: tutto continua come se nulla fosse. Non più lì (ad Arcore) ma nell'altra villa. Tutto come prima, non è cambiato un cazzo. Stessi attori. Stesso film proiettato in un cinema diverso, come prima più di prima...". Dopo la decisione dei giudici, i legali del manager ieri si sono detti convinti "che Briatore sarà assolto perché il fatto non sussiste, e lo Stato italiano avrà speso soldi per indagini e processo".
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