IO MADE IN ITALY, TU JANE – ANCHE ALLA CAMERA DELLA MODA, SIAMO UN PAESE COMMISSARIATO: CI VUOLE UN’INGLESE

Vai all'articolo precedente Vai all'articolo precedente
guarda la fotogallery

Sara Ricotta Voza per "La Stampa"

Da brava manager della comunicazione la nuova lady della moda italiana ha curato nei dettagli il primo appuntamento ufficiale milanese, e non ha sbagliato un colpo.
Per presentarsi ha infatti scelto non a caso, nell'anno del Bicentenario verdiano e a dieci giorni dalla prima della Scala con Traviata, proprio quel Grand Hotel et de Milan eletto a casa meneghina dal Maestro.

E davanti a un sobrio buffet di qualità - il popolo della moda è sensibile alle raffinatezze - ieri Jane Reeve, nuovo (o meglio «primo» perché prima di lei nessuno mai) amministratore delegato della Camera nazionale della Moda Italiana, ha iniziato il suo breve discorso con puntualità, in buon italiano e chiaramente cercando di farsi perdonare il fatto di non essere un «prodotto made in Italy» ma comunque di avere ampiamente mostrato di apprezzarli avendo scelto di sposarne uno, di vivere per 20 anni in questo Paese e crescerci due figli.

«Quando andavo a scuola, in Inghilterra, a differenza degli altri come lingua straniera avevo scelto di studiare l'italiano», ha raccontato, «a 18 anni ho vissuto un anno a Firenze e a 27 la società per cui lavoravo mi ha insediata a Milano».

Ora ne ha 50 ed è ancora qui, dove ha lavorato per le più importanti agenzie di pubblicità del mondo, da Tbwa a J.W.Thompson. Ed è lì che l'hanno trovata i professionisti di Egon Zehnder incaricati di cercare il Ceo giusto per un organismo particolare come la Camera della Moda.

Il suo incarico è un'assoluta novità, dettata dalla delicatezza del momento, dall'importanza del comparto nella traballante economia del Paese e fortemente voluta dai grandi nomi dell'industria della moda per rilanciare l'Associazione e le sfilate milanesi incalzate dalle fashion week straniere concorrenti.

Ma ieri non era il momento di parlare di obiettivi e strategie perché l'insediamento ufficiale sarà il 2 gennaio. Ieri era il giorno per conoscersi e studiare la persona. Gonna a pieghe in pelle nera, cardigan elaborato e calze trasparenti, ha affrontato l'occhio indagatore di giornaliste e giornalisti di moda mostrando di avere idee chiare: «Io penso a un sistema moda e a fare gruppo; l'Italia sta vivendo una fase difficile ma ce la farà e la moda sarà un comparto chiave. L'importante sarà però essere concreti e fare, non solo parlare».

 

 

jane reeve jane reeve jane reeve