IL CAPO DEI SERVIZI SEGRETI DELL’AISI “CEDE” IL SUO FIDATO AUTISTA E LO METTE, COME “UN’ANTENNA”, ACCANTO A RENZI (CHE AVEVA DETTO DI NON VOLERE LA SCORTA PERCHÉ “LA GENTE MI PROTEGGERÀ”) - MARINE LE PEN NEGA L’ALLEANZA CON LA MELONI

A cura di Riccardo Bocca e Primo Di Nicola per "l'Espresso"

1. TAV COMMISSARIO, CHE RITARDO
Documenti consegnati in ritardo, dopo molte richieste, nonostante il principio di trasparenza. Per questo motivo il pm di Roma Maria Cordova vuole processare il commissario del governo per la Torino-Lione Mario Virano, accusato di omissione di atti d'ufficio. Nel 2008 l'architetto e presidente dell'Osservatorio Tav non ha inviato alcune carte richieste da Alberto Veggio, militante No Tav e consigliere comunale di Condove (Torino).

Nel 2010, dopo un ricorso di Veggio, il Tar del Piemonte ha obbligato Virano a consegnare quanto domandato. Lui però ha rispettato l'obbligo con alcuni anni di ritardo, e per questo il No Tav ha denunciato tutto alla Procura di Roma e chiederà un risarcimento danni. Sarà il gup Alessandra Boffi a decidere sulla sorte di Virano, ex consigliere del Pci a Torino ed ex amministratore delegato dell'A32 e della Sitaf che gestisce il traforo del Frejus. A.Gia.

2. AEROPORTI - CARAVAGGIO SUL CARROCCIO
Retromarcia in sordina della Lega Nord su Malpensa. Adesso l'aeroporto su cui si concentrano le mire dei leghisti, approfittando anche dei fondi per Expo 2015, è il Caravaggio, lo scalo bergamasco di Orio al Serio, simbolo dei voli low cost ma pronto a spiccare il volo grazie alla grande kermesse di Milano.

A insistere con Maurizio Lupi è il presidente della Regione Roberto Maroni, che ha consegnato al titolare delle Infrastrutture un documento molto dettagliato in cui si chiede esplicitamente un collegamento ferroviario Bergamo-aeroporto di Orio: opera stimata in circa 170 milioni di euro. Lo scalo, tra l'altro, attende l'approvazione di un piano di restyling che comporterà un ampliamento di 10 mila metri quadrati. S.G.

3. MALASANITÀ - STRAORDINARIO SHOCK
Al. Ge. - La truffa dello straordinario in busta paga è spuntata all'improvviso nella stanza di un distretto dell'Asl Napoli 1, la più grande azienda sanitaria d'Europa. Il direttore responsabile e l'economo parlano lo scorso febbraio in presenza di altri due dipendenti, e un cellulare registra la conversazione. Rimasta finora inedita. Si ragiona sul taglio dei turni extra operato dal direttore perché a suo dire «inutili». «Molti dipendenti», spiega l'economo, «hanno iniziato ad arronzare (trattare con superficialità, ndr) i pazienti, a strafottersene del servizio. Molti hanno cominciato pure a mettersi in malattia per 15 giorni».

Replica il direttore: «Lei sta dicendo una serie di reati. Si rende conto? Non è vero che non sono d'accordo a dare di più a chi lavora di più: ma deve lavorare di più rispetto a quello che fa normalmente e per cui è già pagato con lo stipendio. Non ho tolto nulla a nessuno. Lei ha parassitato l'Italia». L'economo: «Ci vuole un po' di umanità, lasci stare la questione morale».

Ma il direttore non ci sta: «C'erano dipendenti che si mettevano autonomamente 30 ore di straordinario. Entravano nel computer e si scrivevano 20, 30 anche 50 ore di straordinario. Siete un branco di ladri». Al che interviene, sarcastica, una dipendente: «Mica ci voleva lei, dottore, per capire che siamo dei ricottari...». Insomma: materiale in cui solo un'indagine approfondita potrà distinguere il vero dal falso.

4. ASSOLVETE DON MILANI
Nella Chiesa di papa Francesco forse pochi sanno che su don Lorenzo Milani, osannato da preti, intellettuali e politici, pende una condanna del Sant'Uffizio, emanata nel 1958 con conseguente ritiro dal commercio di "Esperienze pastorali", il primo libro di don Milani, che anticipò il Concilio vaticano II e piacque persino a laici come l'ex presidente della Repubblica Luigi Einaudi.

A ricordare quella condanna è uno degli allievi prediletti del priore di Barbiana, Michele Gesualdi, 69 anni, presidente della fondazione don Milani, che ha scritto a papa Francesco una lettera per chiedere una riabilitazione anche formale del maestro: «Sarebbe, per noi che gli abbiamo voluto bene e visto soffrire per le incomprensioni subite, motivo di gioia», scrive Gesualdi. In passato, si è già rivolto a tre papi: Paolo VI, Wojtyla e Raztinger. Senza avere risposta. M.La.

5. FARNESINA - ASILO NON POLITICO
Cl. Pi. - Non tutti i dipendenti pubblici sono uguali, e quelli del ministero degli Affari esteri appaiono decisamente fortunati. Hanno infatti un asilo nido a disposizione per i loro figli e l'opportunità di pagare circa un terzo di quanto in media pagano per servizi del genere le famiglie italiane. La Farnesina, una delle poche amministrazioni datata di una scuola per l'infanzia, ha bandito un appalto da 2,4 milioni di euro per la gestione della struttura nei prossimi tre anni. Il nido, attivo dal 1978, può ospitare fino a 84 bambini, tra i tre e i 36 mesi, e ai dipendenti del ministero che hanno il privilegio di lasciare i loro figli a pochi metri dall'ufficio costa circa 150 euro. Al resto provvede la Farnesina.

6. MATTEO RENZI - ANTENNA DI SCORTA
E. Fitt. - Per la sua sicurezza Matteo Renzi ha chiesto ai servizi segreti interni dell'Aisi (Agenzia informazioni e sicurezza interna) la minima scorta possibile. Rispetto alla trentina di persone che componevano il dispositivo di sicurezza di Silvio Berlusconi, oggi solo un pugno di 007 segue il presidente del Consiglio nei suoi spostamenti.

Il nuovo caposcorta è un militare dell'Arma con grande esperienza (era al servizio anche del presidente Francesco Cossiga), mentre il capo dell'Aisi Arturo Esposito sembra abbia voluto scegliere personalmente l'autista di Matteo. La macchina di Renzi è ora guidata dallo chauffeur storico di Esposito, un carabiniere da sempre uomo di fiducia del generale. Se qualcuno apprezza la generosità di Esposito che ha rinunciato al suo autista, all'Aisi i soliti malpensanti storcono il naso: «Guarda caso ha scelto un suo fedelissimo. Noi spioni, in gergo, diciamo che gli ha messo l'antenna vicino».

7. HASHTAG NELLE URNE
Il simbolo "#", che serve a indicare le parole chiave su Twitter, esordisce sulle schede elettorali al centro del contrassegno della lista personale di Antonio Decaro (#decarosindaco), al fianco di quelle dei partiti del centrosinistra che lo sostengono al prossimo appuntamento con le amministrative a Bari. Un test considerato interessante anche negli ambienti politici nazionali, al punto che potrebbe essere utilizzato dal Pd anche alle prossime elezioni politiche.A.Cal.

8. CAPOLINEA PER OTTO ISTITUTI
Non solo le ambasciate. Almeno otto istituti di cultura italiana all'estero saranno chiusi entro l'estate: Ankara, Vancouver, Francoforte, Lione, Stoccarda, Lussemburgo, Salonicco, Wolfsburg. Il piano messo a punto dal ministero degli Esteri - costretto dal decreto legge del 2012 sulla spending review a tagliare le spese - consentirà un risparmio di circa 800 mila euro annui, ma sta creando molti mal di pancia, soprattutto nel Pd. A farsene interprete è Laura Puppato, che ha presentato un'interrogazione urgente al ministro.

«C'è spending review e spending review», ammonisce: «si sta tagliando qualcosa di funzionale alla costruzione positiva del Paese all'estero, con un colpo solo si rischierebbero di buttare a mare decenni di collaborazioni e di scambi culturali di una rete unica al mondo». La Puppato ha subito trovato l'appoggio di altri 11 parlamentari convinti che un passo indietro del neoministro sarebbe più che apprezzabile, proprio per dare un segnale alle nazioni ospiti che sembrano «amare l'Italia più degli stessi italiani». S.G.

9. AMBIENTE / 1 - ARRIVA VEGA B
Nel Canale di Sicilia la corsa all'oro nero non si arresta: il tandem Eni-Edison si appresta infatti a rafforzare la propria posizione davanti alla costa iblea con una seconda piattaforma petrolifera. Malgrado le proteste di ambientalisti e di 49 sindaci del territorio, la Commissione Via (Valutazione impatto ambientale) del ministero dell'Ambiente ha autorizzato il cane a sei zampe e il partner francese a installare Vega B a circa 11 chilometri a largo delle coste di Pozzallo (Ragusa).

È vero: il decreto Prestigiacomo 128/2010 vieta attività di ricerca di idrocarburi a meno di 12 miglia dalle aree marine protette, ma in base al cosiddetto decreto Passera (83/2012) tale limite non è più valido per i progetti già approvati. La nuova piattaforma sarà più piccola rispetto alla sorella Vega A (la più grande off shore d'Italia), a cui sarà collegata. Ma non per questo, secondo gli ambientalisti, meno pericolosa. «Un eventuale sversamento potrebbe non essere avvistato», dato che «Vega B non verrà presidiata, ma telecontrollata. E la presenza di diverse faglie sottomarine tra le due piattaforme non può lasciare tranquilli».G. Pagl.

10. CALCIO - DA ARBITRO A PATRON
Gianluca Paparesta potrebbe diventare il primo ex arbitro a guidare e (in parte) possedere una squadra di calcio. L'ex casacca internazionale, uscita bruscamente dai campi di calcio dopo le inchieste di Calciopoli e le telefonate intercettate a Luciano Moggi (che raccontava di averla chiusa a chiave nello spogliatoio), è pronta a passare dall'altra parte della barricata.

Dopo aver tentato la carriera politica grazie a Michele Emiliano, che lo aveva nominato assessore al Mezzogiorno, a settembre dello scorso anno Paparesta ha lasciato il comune di Bari per diventare club manager dell'As Bari della famiglia Matarrese, che navigava in acque agitate. Adesso il club, che continua a giocare in serie "B", è finanziariamente fallito. I curatori nominati dal tribunale cercano acquirenti. E tra questi spunta proprio Paparesta, che ha fondato la società Fc Bari 1908 e si prepara a partecipare all'asta per aggiudicarsi il club della sua città. A.Cal.

11. POSTE - DISPETTO DI VISCO
Come se non bastassero tutti i problemi collegati al cambio della guardia al vertice dell'azienda, a fare un dispetto a Poste Italiane ci si è messo adesso anche Ignazio Visco. In vista della prossima privatizzazione e quotazione in Borsa del gruppo, il governatore della Banca d'Italia ha infatti preparato un pacchetto di norme che, accogliendo le richieste inutilmente sollecitate per anni dall'Abi (la Confindustria delle banche presieduta da Antonio Patuelli), equipara il Bancoposta ai normali istituti di credito, sottoponendo la cassaforte delle Poste alla stessa vigilanza cui devono sottostare le aziende di credito:

poteri di controllo preventivo su operazioni straordinarie e modifiche alla governance, autonomia e indipendenza tra Poste e Bancoposta, possibilità per Via Nazionale di vietare l'operatività sull'estero, divieto per i postini ad agire come promotori di prodotti finanziari presso la clientela (potranno solo, eventualmente, far pagare i bollettini di conto corrente a casa, ma senza incassare contanti, utilizzando il Bancomat). R.M.

12. CONFINDUSTRIA VS. CONFINDUSTRIA
Mentre l'ex presidente della Confindustria, Emma Marcegaglia, brigava per conquistare la presidenza dell'Eni (che somma a quelle della Confindustria europea e dell'università Luiss), Marcella Panucci, il direttore generale di viale dell'Astronomia voluto da Forrest Gump-Giorgio Squinzi, si muoveva dietro le quinte sponsorizzando per la stessa poltrona un altro candidato.

Al vertice del cane a sei zampe la Panucci avrebbe fortemente voluto il suo ex capo, Paola Severino, l'ex ministro della Giustizia del governo di Mario Monti di cui era stata responsabile della segreteria tecnica. Ma il pressing del direttore generale di Squinzi sul ministero dell'Economia guidato da Pier Carlo Padoan, esercitato attraverso il suo capo della segreteria tecnica, Fabrizio Pagani (neo consigliere Eni), non ha portato risultati.S.L.

13. MELONI-LE PEN - FALSA ALLEANZA
Marine Le Pen sceglie Giorgia Meloni come partner privilegiato in Italia. Il titolo di un'intervista, con tanto di virgolettato, alla leader del Front National, raccolta a margine di un incontro a Strasburgo con una delegazione di Fratelli d'Italia e apparsa sul sito degli ex An, viene ripreso da numerosi quotidiani ed è accolto con entusiasmo dai militanti, che rilanciano su facebook e twitter.

«Bene la Lega, ma in Italia scelgo Giorgia Meloni», avrebbe dichiarato la Le Pen. Condizionale d'obbligo perché, contattata, la segreteria del Front National nega: "Marine Le Pen non ha mai parlato della Meloni come partner privilegiato; l'unico alleato in Italia è la Lega Nord di Matteo Salvini». Peccato che i Fratelli d'Italia abbiano già in cantiere manifesti con la foto della Meloni insieme alla Le Pen e si siano convertiti al verbo dei "no euro". Pronti a cavalcare l'onda elettorale del Front National. M. Br.

 

MATTEO RENZI IN CONFERENZA STAMPA A PALAZZO CHIGI FOTO LAPRESSE arturo esposito PROTESTA NO TAVFARNESINALaura Puppato antonio decarovisco ignazio Paola Severino con il marito Paolo di Benedetto e Daniela Memmo GIORGIA MELONIrenzi la mia scorta e l agente la mia scorta e l agente matteo renzi protetto dalla scorta