
DAGOREPORT - DIRE CHE SERGIO MATTARELLA SIA IRRITATO, È UN EUFEMISMO. E QUESTA VOLTA NON È…
1 - L'AMACA
Michele Serra per “la Repubblica”
Io Saviano l’ho visto, venire e andare con la scorta. Ho visto lui e ho visto la sua scorta. Per settimane e per mesi. Ricordo le facce quasi una per una, di quelli della scorta. Ricordo le parole dei pochi, tra loro, che avevano voglia di chiacchierare. Se ne immaginava la vita tesa, lo stipendio basso, la percezione ondivaga (che va e che viene) di quanto fosse importante il loro lavoro.
roberto saviano da fabio fazio 2
Siccome li ho visti, ogni volta che sento qualcuno sproloquiare della scorta di Saviano penso a Saviano, ma penso anche alla scorta. Saviano non può dirlo e dunque lo dico io, che ho qualche anno di più: avete rotto il cazzo. La scorta non se l'è cercata, la scorta non ha cercato lui. Era un ragazzo di vent'anni e ha scritto un libro sul male. Il libro ha fatto scandalo (avrebbe dovuto fare scandalo il male). Il male, nelle persone che lo incarnano e che ci si arricchiscono, si è molto risentito, e forse gliel'ha giurata.
Gliel' ha giurata quanto, e per quanto tempo? Io non lo so, quanto gliel' ha giurata. Ma sicuramente non lo sa nemmeno il senatore D' Anna. Dunque se ne stia zitto. È tipico dell' indolenza di una certa Italia - molta Italia - dire "e però", "e insomma", "e non esageriamo". È normale e forse inevitabile che quell' Italia (quella indolente) sia rappresentata in una democrazia elettorale. Ma è anche normale e forse inevitabile che qualcuno le risponda: occupatevi di quello che capite. Non di quello che non capirete mai.
2 - PROFESSIONE SAVIANO
Filippo Facci per “Libero quotidiano”
Che mestiere fa Roberto Saviano? La domanda a questo punto è ammissibile. Saviano nasce come scrittore che appunto scrisse un libro formidabile e che rivelò al mondo delle cose che neanche tanti giornalisti sapevano; poi Gomorra è diventato una specie di marchio macinasoldi e rischia, ora, di banalizzare il crimine e di restituire status ai camorristi, ma questo è solo un parere personale.
Il punto è che Gomorra, il libro, ormai ha dieci anni: e non è certo per altri libri (che poi è uno solo, sulla cocaina) se Saviano ha continuato ad affacciarsi alle nostre cronache. Il punto è che un pezzo d' Italia ha trasformato uno scrittore - persona intelligente, senza che sia un genio - in un' autorità morale.
Sicché, da anni, distribuisce pagelline su candidati ed eletti, sentenzia sui giornali e in tv, decide chi è presentabile e chi no, alterna considerazioni interessanti a ovvietà o a cazzate. È il mercato. Ed è la democrazia. Saviano faccia pure.
Quindi non si capisce dove sia lo scandalo se il senatore di Ala Vincenzo D' Anna, sulla stessa base costituzionalmente garantita, fa la stessa cosa e rivolge delle critiche feroci a Saviano, basandole peraltro su fatti non inventati. Le condividiamo? Non interessa. Interessa che è scoppiato un pandemonio politico e che Saviano si è offeso proprio come una Madonna di Pompei. Può essere un problema di Saviano, può essere un problema per il Pd, ma non si offenderà nessuno se non è un problema per noi.
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