
DAGOREPORT: OPA SU OPA, ARRIVEREMO A ROMA! - AVVISO AI NAVIGATI! LE ACQUISIZIONI CHE STANNO…
1.DAGOSPIA SCRIVEVA NEL LONTANO 2011: ''NEI CONTI RCS È NASCOSTA UNA BOMBA SPAGNOLA CHE PUÒ SCOPPIARE CON EFFETTI DEVASTANTI''
Dagospia del 21 ottobre 2011
2.CHI HA GUADAGNATO DALL'AVER STRA-PAGATO RECOLETOS? BOTIN E CASTELLANOS, GRANDI AMICI E SOCI DI MONTEZEMOLO
Dagospia del 7 febbraio 2012
LUCA CORDERO DI MONTEZEMOLO ED EMILIO BOTIN FOTO LAPRESSE
3.EDITORIA:RCS -2% IN BORSA, ESPRESSO -1% IN LINEA CON LISTINO
(ANSA) - Il riassetto nell'editoria con la scossa della fusione l'Espresso-Itedi e l'uscita di Fca dal capitale di Rcs pesa ancora, ma senza cadute, sul gruppo di via Rizzoli in Borsa. Dopo lo scivolone alla vigilia, legato alla prospettiva che si riversino sul mercato i pacchetti dei soci della casa automobilista cui verranno assegnate le azioni, Rcs cede in mattinata il 2,1%. Debole, ma in linea col listino, l'Espresso (-1%). Exor, che ha parlato di vendite frazionate sul mercato dei suoi titoli Rcs, intanto perde l'1,6%, Fca l'1 per cento. Sempre in campo editoriale controcorrente infine Cairo (+1,2%).
Luca Cordero Di Montezemolo Emilio Botin
4.RCS, LA STAMPA E IL COSTO DELLA CRISI DEL SETTORE
Fabio Pavesi per ''Il Sole 24 Ore''
C’è un convitato di pietra nelle future nozze tra i due soggetti La Stampa, tramite l’Itedi, e il gruppo L’espresso. Il terzo soggetto coinvolto in via indiretta è Rcs che vede impegnato il suo primo azionista in un’altra partita editoriale con un diretto concorrente. Il richiamo a Rcs non è casuale. L’editore del primo quotidiano italiano assomma su di sé e amplifica tutte le criticità del settore della stampa italiana che vive ormai da anni una crisi strutturale che fatica a trovare soluzioni. Il settore, documenta R&S Mediobanca, ha perso dal 2010 al 2014 un terzo dei suoi ricavi, circa 2 miliardi in 5 anni.
il Presidente de La Stampa e di Fiat John Elkann e lAd di RCS Pietro Scott Jovane
Le perdite cumulate hanno eroso il capitale: il patrimonio netto aggregato dei primi 8 gruppi editoriali italiani segna un -42% con una contrazione per ben 1,4 miliardi. Se questo è il quadro generale di un settore al bivio tra decadenza (caduta di copie cartacee e pubblicità) e riscatto con la nuova frontiera del digitale, Rcs mostra più degli altri indicatori economico-finanziari preoccupanti.
Rcs ha infatti visto una caduta dei ricavi molto più accentuata del settore. Nel 2010 Rcs fatturava 2,2 miliardi, scesi a 1,28 miliardi nel 2014 e a poco più di 1 miliardo a fine 2015. Un calo di ben oltre il 50% del suo fatturato. La drastica caduta del fatturato è stata contrastata come per tutto il settore da un taglio dei costi, che però non è bastato.
Le perdite infatti si sono cumulate a un ritmo senza tregua: dall’avvio della crisi il gruppo ha cumulato perdite nette per 1,4 miliardi. Un’emorragia che ha molte cause, ma che vede soprattutto nelle pesanti svalutazioni della dispendiosa campagna di shopping in Spagna uno dei contributi chiave. Solo dalle rettifiche sui prezzi pagati per la campagna iberica Rcs ha visto perdite per oltre 700 milioni.
Perdite così ampie hanno intaccato il capitale e allargato la forbice con i debiti finanziari. Rcs aveva nel 2010 debiti finanziari pari al capitale netto. Oggi il debito finanziario netto a 487 milioni, vale ben 3 volte il patrimonio e ben 7 volte il margine lordo. E questo nonostante un aumento di capitale da 400 milioni nell’estate del 2013.
Montezemolo con l ex ad Rcs Antonello Perricone ora in Ntv GetContent asp
Ora il nuovo management confida in un piano industriale che dovrebbe portare il Mol al 13% del fatturato, all’utile netto, a cash flow positivo e a un livello di debito sul Mol che scenderà prima a 4 volte e poi a 2 volte a fine piano. Piano ambizioso che esclude un nuovo aumento di capitale per i soci, aumento su cui premevano le banche esposte.
piergaetano marchetti - luciano
Quanto invece a La Stampa anche qui la famiglia Agnelli via Fiat ha dovuto aprire il portafoglio. Sono stati versati in conto capitale a Itedi, l’editrice de La Stampa, ben 105 milioni tra il 2012 e il 2013. Iniezione di capitali necessari a fronte delle perdite per oltre 90 milioni che il giornale ha subito in quel biennio. Anche il giornale torinese soffre sui ricavi: scesi di 30 milioni su 137 negli ultimi 5 anni. Ma nel 2014 ultimo bilancio disponibile si è rivisto un piccolissimo utile e soprattutto ora la società appare più che solida sul fronte patrimoniale con capitale per 19 milioni e debiti finanziari per solo 4 milioni. Almeno su questo fronte a Torino si dorme tranquilli.
PIERGAETANO MARCHETTI GIULIA MARIA CRESPI INAUGURAZIONE MITO ALLA SCALA FOTO FRANCO CORTELLINO
5.EDITORIA: CDR GAZZETTA, NON MERITIAMO SCHIAFFI, NOI IN UTILE
(ANSA) - "Signori si nasce, diceva il grande Totò. Ma nella vicenda che ha portato Fca ad annunciare il disimpegno da Rcs Mediagroup, c'è poco da ridere. Semmai c'è da piangere per come è stato smembrato e svilito un gruppo editoriale protagonista della storia italiana. Di comico c'è solo la nota diramata dagli eredi dell'avvocato Agnelli: rivendicano di aver salvato per tre volte Rcs dal fallimento".
Ferruccio de Bortoli Paolo Mieli Scott Jovane e Laura Donnini, amministratore delegato di RCS Libri.
Lo scrive in una nota il cdr de 'La Gazzetta dello Sport'. "Guardiamo avanti - conclude il documento - il Comitato di redazione della Gazzetta dello Sport invita gli azionisti di Rcs a restituire orgoglio a un gruppo che non merita schiaffi simili. Auspica che l'ingegnere Cioli porti avanti con convinzione un piano di ristrutturazione serio e credibile, mettendo al centro del progetto chi ancora porta utili all'azienda. Il sistema Gazzetta anche in queste stagioni di crisi ha chiuso i suoi bilanci sempre in positivo a differenza di divisioni infarcite da dirigenti che sono zavorra pagata a caro prezzo.
Per questa ragione vigileremo con tutte le armi a nostra disposizione perché la Gazzetta e la sua storia non siano svenduti per fare cassa, tra l'altro sono già iniziate le grandi manovre che porteranno presto a una divisione tra Gazzetta e Corriere. Autonomia, credibilità e autorevolezza sono tre principi cardine di questa redazione e direzione. E non sono per noi oggetto di trattativa".
Il Cdr non manca di ironizzare: "Noi ricordiamo altri 'salvataggi' - scrive - come la polpetta avvelenata dell'acquisto della Fabbri gravata di debiti e ceduta dal gruppo torinese a Rcs per 300 miliardi; oppure, per restare agli ultimi anni, la spericolata e insensata operazione Recoletos voluta da un a.d. (Antonello Perricone) diretta emanazione della Fiat, con l'acquisizione spagnola strapagata che ha provocato un buco di 500 milioni di euro, guarda caso quello da restituire ora alle banche".
"E ancora - prosegue la nota - con l'arrivo di Pietro Scott Jovane, altro a.d. fatto calare da Torino, l'azionista di maggioranza Fca ha dato il via libera alla cessione di Flammarion (case editrice francese), alla chiusura di numerose testate periodiche, alla svendita della sede storica di via Solferino, al sacrificio della Libri (che aveva salvato la Fabbri), ai continui tagli del personale.
Tutto questo per non mettere mano al portafoglio, dopo aver intascato anni e anni di dividendi milionari, per chiudere il buco creato da Recoletos". "In compenso - scrive il cdr - le nuove iniziative intraprese per rilanciare il gruppo sono state a dir poco miopi, con acquisizioni nel migliore dei casi inutili (tipo YouReporter o la creazione del sito delle scommesse sportive GazzaBet), mentre si è toccato il fondo con il lancio di Gazzetta Tv, poi chiusa dopo solo 10 mesi con un danno d'immagine devastante.
Questi sono i fatti, purtroppo a bilancio. Il resto è una scelta: il maggiore azionista di Rcs Mediagroup, completa l'opera di smantellamento scappando con un tempismo perfetto, nell'anno in cui il Corriere della Sera spegne 140 candeline e la Gazzetta dello Sport 120. Non solo, decide di andare a rinforzare il polo editoriale concorrente. Eh sì, aveva ragione Totò: signori si nasce, non lo si diventa per diritto ereditario".
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