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Giordano Bruno Guerri per “il Giornale”
No, non sono simpatici i cecchini, con il loro tiro al piccione fatto - però - su esseri umani. Starsene nascosto a sparare su qualcuno che nemmeno ti vede ha tutta l'apparenza, e la sostanza, di una pratica antisportiva. Ma è sportiva la guerra?
Tanti secoli fa, quando vennero perfezionate catapulte di una certa precisione, molta potenza e lunga gittata, un Papa emise una bolla per stigmatizzare l'uso di quelle armi, che avrebbero potuto portare, scrisse, alla distruzione dell'umanità: più o meno come hanno detto i Papi dei nostri tempi sulla bomba atomica. Oggi, un esercito nemico che attaccasse con la catapulta riceverebbe, oltre a un Tapiro d'oro, parecchia simpatia.
L'esempio è per dire che i giudizi etici possono variare a seconda dei tempi e degli sviluppi tecnologici, oltre che morali ed estetici. I cecchini, infatti, sono sempre esistiti. Il primo somigliava ancora un po' troppo a una scimmia, e - nascosto dietro una pietra su un'altura - scagliava contro altri ominidi una lancia di legno e selce appuntita.
Quell'essere primitivo era più «sportivo», quindi meno deprecabile, dei cecchini di oggi, perché la gittata della lancia era così corta da mettere lui per primo in serio pericolo, dopo averla scagliata. La faccenda cominciò a diventare parecchio antipatica parecchi millenni dopo, con l'arrivo delle armi automatiche ad altissima precisione e lunghissima portata.
Oggi un tiratore scelto - è questa la definizione politicamente corretta, che sta a operatore ecologico come cecchino sta a spazzino - dispone di fucili a canna telescopica che possono centrare l'occhio di un uomo a molte centinaia di metri. Tra gente dabbene, e tra guerrieri, non si dovrebbe fare.
clint eastwood regista di american sniper
Ma abbiamo anche navi e basi che sparano missili a migliaia di chilometri, e in grado di calcolare la curvatura terrestre e il movimento di rotazione. Abbiamo aerei che viaggiano senza pilota e che possono distruggere una città senza rischiare neppure un uomo dei propri. Abbiamo bombe - quelle atomiche - che possono portare morte per secoli in intere regioni, soltanto schiacciando un pulsante.
Di fronte a una simile potenza, eterea quanto devastante, il cecchino torna a sembrare un combattente all'antica, che almeno rischia la propria vita lottando uomo contro uomo. È uno dei motivi - non il principale - per cui la figura del tiratore scelto sembra tornare in auge in occidente, tanto da rendere di culto un film a quanto pare non eccelso e da far nascere la gara se ne abbia ammazzati di più l'americano o l'inglese, Milan e Inter.
Ma il motivo vero della mitizzazione del cecchino è l'odio. Ci si compiace di uccidere, in qualsiasi modo, soltanto il nemico che si odia. E gli americani prima, moltissimi occidentali dopo, odiano un nemico che lotta con il terrore, ovvero uccide a caso, e decapita gli ostaggi con un coltello, filmando l'operazione. E sappiamo, anche se non ci piace dircelo, che pure gli occidentali uccidono alla cieca, distruggendo con missili e droni villaggi abitati da civili, donne e bambini.
Di fronte a imprese simili di entrambi gli schieramenti, il cecchino torna a essere l'eroe di una guerra «pulita», anche se in realtà compie omicidi legalizzati dalla guerra, che pulita non può essere mai.
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