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the nice guys russell crowe ryan gosling
“The Man Who Made It Snow” è il film in cui Jake Gyllenhaal interpreta un infiltrato ebreo
che trasformò il cartello della droga di Medellin di Pablo Escobar in un impero. Fino a qualche tempo fa, un attore simile, avrebbe preso l’ingaggio per 75.000 dollari, ma i tempi sono cambiati e oggi lui chiede 6 milioni di dollari. Per un film indie da 35 milioni di dollari. Si paga il potenziale di pellicole che sono ricevute come evento, nonostante il basso budget. Ora le stelle guardano ai film indipendenti come un modo per avere soddisfazione creativa e un bell’assegno.
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Molti film indie contano sulle prevendite all’estero per gran parte del finanziamento, ma non è così facile trovare investimenti per progetti piccoli, nemmeno se hanno un attore di punta. Più grandi i budget, più grandi i salari. Matthew McConaughey ha guadagnato circa 200.000 dollari per “Dallas Buyers Club”, ma 5 milioni di dollari per “Free State of Jones”, ancor di più per “Interstellar”, numeri appunto stellari per l’universo indie.
Fino a cinque anni fa funzionava diversamente. I budget erano piccoli e gli attori accettavano piccole somme pur di avere ruoli interessanti. Se un film costava 3 milioni di dollari, loro ne accettavano 150.000. Ma molti di questi film non facevano il boom al box office. La reazione dell’industria indie è stata di fare film più commerciali, ma del tipo che i grandi studi hanno abbandonato.
A correre in aiuto è stata una nuova generazione di finanziatori, quelli che per esempio hanno portato a 40 milioni di dollari film come “Zero Dark Thirty” e “American Hustle”. Gli stessi che sono dietro “The Nice Guys”, thriller con Russell Crowe e Ryan Gosling, pagati 7 milioni di dollari a testa per il ruolo. Comunque poco, se comparati ai 25 milioni di dollari presi da Leonardo DiCaprio per “The Wolf of Wall Street”, una pellicola da 100 milioni di dollari.
I film indie che superano i 20 milioni di dollari devono essere distribuiti il più possibile, il che richiede molte spese a livello di marketing. I confini fra le grandi produzioni indipendenti e le produzioni medie dei grandi studi sono totalmente sfumati.
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