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Francesca D’Angelo per “Libero quotidiano”
Non è davvero estate senza un po’ di tv amarcord: un genere snobbato per 10 mesi all’anno, ma che, in piena arsura da divano, diventa inspiegabilmente cult. Così, dopo Techetecheté di RaiUno, debutta mercoledì in prima serata su DeejayTv "Quelli degli anni 80". Sei puntate dedicate al mitico decennio, rievocato da pellicole celebri e da un parterre di ospiti che, all’epoca, erano indiscussi protagonisti.
E così, tra un Renzo Arbore d’ordinanza e uno scomparso dai radar Marco Columbro, rispunta fuori il nome di Cicciolina: Ilona Staller, la celebre pornostar degli anni 70/80, diventata poi onorevole. Ma Cicciolina è tutto fuorché un’icona da riesumare dal dimenticatoio.
La Staller è infatti più attiva che mai: a breve uscirà un suo nuovo cd di canzoni; a Natale darà alle stampe un libro sui retroscena del mondo del porno, e nel frattempo organizzerà una mostra di 15 suoi quadri di arte contemporanea. Non paga, starebbe persino accarezzando l'idea di tornare a recitare in un film hard...
Mi scusi, ma chi glielo fa fare di tornare al porno?
«Vorrei fare un ultimo regalo ai miei fan. Sono certa che il film funzionerebbe in tutto il mondo: non ho mai fatto “porno spiccioli”, con due che si buttano per terra e si penetrano. Ho sempre interpretato trame affascinati, con una grande abbondanza di sesso. Inoltre sono ancora una bella donna: faccio palestra, nuoto e,soprattutto, sono ancora sessualmente molto attiva. L’unico ostacolo sono i soldi: non ce ne sono più e per realizzare il film servirebbero 400 mila euro ».
Rocco Siffredi, invece, ha mollato...
«È ovvio che abbia rinunciato perché ormai col porno si guadagna poco. Rocco, a differenza di me, non ha mai preso chissà quali cifre, ma comunque guadagnava dei soldi. Probabilmente ha capito che il business è finito».
Quindi non si tratterebbe di un ravvedimento morale?
«Esatto. Anche se volesse andare avanti, non gli converrebbe più».
Vi siete riappacificati dopo la lite per L'isola dei famosi?
«Siamo stati io e Riccardo Schicchi a lanciare Rocco,ma, da quando sono partita per gli Usa, non ho più alcun tipo di rapporto con lui. Nemmeno ora».
C’era più trasgressione negli anni ’80, quando il porno era un tabù, oppure adesso che tutti si spogliano sui social?
«Indubbiamente prima! Il porno era proibito: quando andavano in edicola, gli uomini nascondevano in mezzo ai giornali le riviste porno, per non farle vedere alla moglie. Oggi invece si gioca a carte scoperte e le coppie guardano addirittura insieme i video porno. Questo ha fatto sì che il genere diventasse meno appetibile ».
Mi tolga una curiosità: lei all’epoca quanto prendeva?
«Tradotto in euro: 200/250 mila per quattro giorni di riprese. Mi pagavano volentieri perché le mie cassette venivano vendute in tutto il mondo».
A differenza degli anni ’80, oggi si sta lottando contro l’immagine della donna oggetto. Non crede che la figura della pornostar possa essere, quantomeno, controproducente per questa battaglia a favore dei diritti femminili?
«Guardi che le porno dive sono molto emancipate! Il mio slogan, che usavo anche all’epoca, è: “Se sarò tua, potrò essere anche mia”. Inoltre non sono mai stata un oggetto sessuale: i miei film funzionavano perché si vedeva che provavo piacere. Io ero un soggetto, mentre l’uomo un oggetto che usavo per i miei piaceri».
Chi guardava i suoi film, però, la percepiva come un oggetto sessuale... Comunque sia, lei è stata anche un deputato. Cosa pensa della situazione greca?
«Non si può abbandonare la Grecia e ammazzarla in nome dei debiti. La Merkel e i grandi capi devono riunirsi e fare chiarezza, per dare vita a un’Europa davvero unita. Detto questo, non credo però che la Grecia possa risolvere granché tornando alla dracma...».
Le piace Renzi?
«Il problema dell’Italia non è il suo leader, ma il debito pubblico, che ci tiriamo avanti da anni e che, di questo passo, aumenterà sempre di più. Renzi dovrebbe riuscire a far votare una legge che elimini i senatori a vita e dimezzi gli stipendi dei parlamentari:15mila euro sono troppi! Basterebbero anche 7mila/8mila euro al mese. Ma quali deputati accetterebbero una proposta del genere? Renzi non riuscirà mai a mettere ai voti una tale rivoluzione».
Perché non dà lei per prima il buon esempio, rinunciando al suo vitalizio o devolvendolo in beneficenza?
«Faccio già beneficenza ma, semplicemente, non la ostento. Poi, mi creda, il mio vitalizio, che si aggira sui 1.700/2000 euro netti al mese, è ben lontano da quello di Amato, che prende mille euro al giorno, o dei grandi dirigenti... Quelle sono delle belle botte! La mia è una goccia nel mare. Inoltre, anche se volessi disdire il vitalizio, non potrei perché sarebbe incostituzionale».
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