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IL CINEMA DEI GIUSTI – SEMBRA FACILE FARE UN FILM DI FANTASMI… “PRESENCE”, “PICCOLO FILM” DA DUE MILIONI DI DOLLARI BUDGET, DIRETTO, FOTOGRAFATO E MONTATO DA STEVEN SODERBERGH, È UN’OPERINA DI ALTA, ALTISSIMA CLASSE CHE FINALMENTE CI RICONCILIA COL CINEMA INVASO DAI SEQUEL, DAI REBOOT, DAI FILM FOTOCOPIA – UNA GHOST STORY. UNA PRESENZA IN UN APPARTAMENTO DEL NEW JERSEY DOVE STA PER ARRIVARE UNA FAMIGLIA. UN PADRE BUONO MA UN PO’ SFIGATO, UNA MADRE FORTE CHE HA FATTO DEI CASINI SUL LAVORO… – VIDEO
Marco giusti per Dagospia
Sembra facile fare un film di fantasmi… Anche se al pubblico più giovane che vuole sangue, sesso e paura non piacerà, troppo sofisticato, troppo concettuale, “Presence”, “piccolo film” da due milioni di dollari budget, tre settimane di riprese con 5/6 attori in una villetta nel New Jersey, diretto, fotografato e montato da Steven Soderbergh come fosse un film sperimentale, scritto meravigliosamente da David Koepp (“Spider-Man”, “Jurassic Park”) assieme al successivo è più ricco “Blakck Bag”, è un’operina di alta, altissima classe che finalmente ci riconcilia col cinema invaso dai sequel, dai reboot, dai film fotocopia, dalle stupidaggini senza capo né coda, dalle banalità.
Una ghost story. Una Presenza in un appartamento del New Jersey dove sta per arrivare una famiglia. Un padre buono ma un po’ sfigato, Chris Sullivan, una madre forte che ha fatto dei casini sul lavoro, Lucy Liu, un figlio normale e un po’ cazzone adorato dalla madre, il Tyler Eddy Maday, e una figlia più sensibile, la Chloe di Callina Liang, che ha visto morire misteriosamente due delle sue amiche più care. Mettiamoci anche un amico di Tyler che non ci piace, il Ryan di West Mulholland, che ha puntato Chloe, detta anche Blue.
La Presenza sembra voler proteggere Chloe da un pericolo che sta per arrivare. Chloe crede di riconoscere nello spirito la sua amica Nadia, ma una sorta di esperta locale le spiega che è sicura solo che la Presenza la voglia proteggere.
Ma le presenze non seguono il nostro tempo. Non vivono cioè in un passato-presente-futuro. Ora. Tutto il procedere della storia, come lo sviluppo dei personaggi, i rapporti fra di loro, le azioni che compiranno, sono raccontati da Soderbergh con 50 piani sequenza, intervallati da dei neri, che sono in realtà 50 soggettive della Presenza misteriosa della casa.
E’ la Presenza, quindi, o l’occhio dell’operatore, che è lo stesso Soderbergh, a far da regia alla storia oltre che da personaggio, visto che può intervenire spostando oggetti, facendo rumore, svegliando o spaventando gli abitanti della casa. Quello che non può fare è uscire dalla casa.
O montare il film coi 50 tagli tra scena e scena. Cosa che farà il regista. Ispirato a un’esperienza di casa infestata che lo stesso Soderbergh giura di aver vissuto assieme alla moglie, Jules Asner, devo dire che “Presence” non fa affatto paura. Ma ogni soggettiva del fantasma è così ben scritta e costruita da farti seguire il film con estrema attenzione.
Al tempo stesso i suoi 85’ di durata sono perfetti, come lo erano certi film di Bava o di Freda. E quando esci ti rendi conto che quello che hai visto è davvero solo cinema. In sala.
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