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TAJANI DEVE DIGERIRE LA “CURA BERLUSCONI” PER FORZA ITALIA – IL PARTITO APPROVA IL CAMBIO DI STATUTO, PER PORTARE AVANTI IL “RINNOVAMENTO” ORDINATO DA PIER SILVIO: I SEGRETARI REGIONALI SARANNO ELETTI DALLA BASE E, PER PARTECIPARE AL CONGRESSO NAZIONALE, SERVIRANNO ALMENO DUE ANNI DI MILITANZA. UNA STRETTA PER ARGINARE I "SIGNORI DELLE TESSERE" E SELEZIONARE UNA NUOVA CLASSE DIRIGENTE – QUEL MERLUZZONE DEL MINISTRO DEGLI ESTERI PROVA A RILANCIARE LO IUS SCHOLAE (STOPPATO DA FDI E LEGA E BOCCIATO DA “PIER DUDI”): “PREFERITE I MARANZA, O CHI VA A SCUOLA PER DIECI ANNI E POI DIVENTA CITTADINO ITALIANO?” – IL RUOLO DIETRO LE QUINTE DI MARINA BERLUSCONI, CHE HA INCONTRATO ROBERTO OCCHIUTO E ALBERTO CIRIO, DUE VICE DI TAJANI…

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Estratto dell’articolo di Francesco Malfetano per “La Stampa”

 

ANTONIO TAJANI - FOTO LAPRESSE

C'è una frase, pronunciata da Antonio Tajani davanti al Consiglio nazionale di Forza Italia, che restituisce il senso della trasformazione in atto nel partito fondato da Silvio Berlusconi: «Più democrazia, più politica, meno pettegolezzi».

 

A Roma, in una sala dei gruppi parlamentari in preda alla quiete pre-agostana, il segretario e vicepremier incassa l'unanimità sulle modifiche allo statuto azzurro. Un intervento che punta a consolidare l'architettura interna e, soprattutto, a spegnere le voci sulle tensioni con la famiglia del fondatore.

 

MARINA BERLUSCONI DIVENTA CAVALIERA DEL LAVORO

«Democratizzando il partito» dicono i più vicini a Tajani. «Aprendolo a facce nuove» sottolinea, invece, chi si fa interprete dei malumori tracimati da Arcore nei giorni scorsi contro l'ancien régime dei fedelissimi del ministro.

 

Fatto sta che per la prima volta in oltre trent'anni, FI celebrerà congressi regionali con l'elezione dei segretari da parte della base. E per partecipare al congresso nazionale serviranno almeno due anni di militanza. Una stretta pensata per arginare i "signori delle tessere", fidelizzare gli iscritti e selezionare una nuova classe dirigente. [...]

 

Ma la vera notizia è un'altra. A meno di venti giorni dall'uscita pubblica di Pier Silvio Berlusconi sull'urgenza di «visione e apertura», la riunione si è consumata in un clima di sostanziale equilibrio con la famiglia del Cavaliere.

 

pier silvio berlusconi 1

Dietro le quinte è Marina Berlusconi ad aver gestito il dialogo con Tajani e con i vertici azzurri, ricomponendo un po'le frizioni causate dalla spinta milanese a rinnovare il partito. Tajani, per parte sua, ha rilanciato i temi cari alla famiglia: identità liberale, spirito del'94, diritti civili e libertà di coscienza.

 

Non si è risparmiato però una provocazione sullo Ius Italiae che ha monopolizzato i lanci delle agenzie: «Preferite i maranza, o chi va a scuola per dieci anni e poi diventa cittadino italiano?». Un messaggio forte, soprattutto dopo gli stop di Lega e FdI e le perplessità sul punto espresse da Pier Silvio, che insieme alla sorella auspica un maggior impegno su diritti Lgbtq+ e fine vita.

 

ANTONIO TAJANI - FOTO LAPRESSE

In pratica, Tajani sembra provare a rivendicare un suo margine di autonomia. Senza rompere, sia chiaro. Né con gli alleati né con i Berlusconi. Mescola quindi lo Ius Italiae a posizioni ferme sull'immigrazione – «non siamo lassisti» – e rivendica le iniziative su giustizia, sanità, semplificazione e riforma fiscale. «Bisogna avere il coraggio di prendere l'ascia e tagliare», ha detto ai presenti.

 

Una linea che pare funzionare. Il Consiglio nazionale ha approvato il documento politico in un'ora e mezza. Clima disteso, pochi interventi. L'unico discorso articolato è stato proprio quello di Tajani, accolto da una mini standing ovation. In sala circa 160 membri presenti, più una cinquantina collegati da remoto. [...]

 

ROBERTO OCCHIUTO

Il racconto di una giornata serena, però, non cancella del tutto le tensioni. I Berlusconi, pur non intenzionati a togliere il partito dalle mani del segretario – anche per via dei vincoli aziendali – continuano a esercitare un controllo discreto.

 

Dopo aver sentito il ministro «di recente», secondo quanto è possibile ricostruire Marina ha incontrato Roberto Occhiuto e Alberto Cirio, due vice di Tajani e tra i principali interpreti della linea dei territori. Uno a Nord e uno a Sud, quasi a rimarcare la presa su tutto ciò che non è romano-centrico (e, quindi, in mano a TajanI) e marcare la presenza della famiglia.

 

silvio berlusconi alberto cirio

La partita, insomma, è appena iniziata. L'orizzonte sono le prossime politiche. Quelle a cui Tajani dice di puntare al 20%. Per riuscirci ha avviato un'estate di mobilitazione: tour nel Sud (in chiusura il 3 agosto in Calabria), a settembre la festa dei giovani "Azzurra e Libertà", il rilancio del movimento a Telese e una nuova iniziativa a Firenze con gli enti locali. In mezzo, una campagna sul diritto alla salute, anche mentale, per rafforzare l'immagine di un partito attento alle persone.

 

Nei corridoi azzurri si lavora intanto a una nuova versione del "manifesto della libertà" berlusconiano. A oggi, tra le righe, il messaggio è chiaro: «Tajani ha bisogno dei Berlusconi, e loro hanno bisogno di Tajani». Una pax che consente al futuro azzurro di cominciare. Per ora, col consenso della famiglia.

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