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Marco Giusti per Dagospia
Cazzo! Due ore e passa di film moraleggiante su abuso di alcool e droga, e sul significato che ha accettare la propria condizione di alcolista e cocainomane, e poi le parti migliori di questo più che riuscito "Flight" di Robert Zemeckis sono quelle dove il pippatissimo pilota d'aerei Whip Whitaker, interpretato da un grande Denzel Washington, giustamente candidato all'Oscar, guida da Dio dopo una notte di sesso e di abuso di qualsiasi sostanza.
Per non parlare di quando entra in scena il suo degno compare Harling Mays, interpretato da un John Goodman in stato di grazia, con pantaloni corti e codino, detto "il trasportatore", cioè quello che ti porta via dal down alcolico con una megadose di coca che avrebbe svegliato un elefante. "Venite con me nella parta buia della luna!" conclude Goodman.
Non so che idea abbiano a riguardo gli americani, ma "Flight", film di grande successo coi suoi 31 milioni di dollari di budget e un incasso americano di ben 92, oltre che per Zemeckis gradito ritorno al cinema non animato che aveva smesso di bazzicare dai tempi di "Castaway", è sì una specie di complesso dramma morale di ascesa e caduta di un eroe del volo che non riesce a accettare la propria condizione di drogato, ma gioca anche su delle curiose contraddizioni.
Perché da ubriaco e drogato, il pilota Whip Whitaker -Denzel Washington non solo riesce a far cose impossibili a bordo di un rottame che stava precipitando, salvando oltre cento vite, ma offre anche a noi spettatori un film più scatenato e divertente. Mentre nella seconda parte, quella di ascesa e caduta dell'eroe, che deve affrontare un complesso processo visto che sa di aver guidato in uno stato assurdo e sei persone sono morte, è vero che Denzel Washington recita così bene che forse arriverà all'Oscar, ma ci si ritrova in un film molto più noioso e meno riuscito.
E la parte migliore è ancora quando, dopo aver retto per ben nove giorni senza alcool, il pilota si ritrova ubriaco perso a un'ora dall'udienza con un terribile giudice, Melissa Leo, e il solo che lo può salvare, traghettandolo nel mondo dei vivi, è appunto il suo amico John Goodman con la megadose di coca.
"Ne volete anche voi?" chiede Goodman all'amico del sindacato piloti, Bruce Greenwood, e all'avvocato fighetto, Don Cheadle, pronto a vincere a tutti i costi. "Flight", scritto dal non brillantissimo John Gatins di "Real Steel", che si è però guadagnato una candidatura agli Oscar, magari non è il film ideale per Robert Zemeckis, forse più interessato alla sperimentazione animata, ma certo il regista mette in questo dramma moraleggiante molti elementi di disturbo che ne fanno qualcosa di sicuramente non ovvio e risaputo.
Non solo. Riesce a costruire col suo protagonista, Denzel Washington, un personaggio che non è il solito eroe del bene pronto a risollevarsi con la forza di volontà , ma un vero perdente incapace di trovare una soluzione. Ci mette anche di fronte a una società che non solo tollera l'uso e l'abuso quotidiano di alcool e droghe, ma preferisce far finta che il problema non esista se questo incide sul proprio profitto.
Detto questo e detto che molti personaggi minori sono notevoli, dalla bellissima Nadine Velasquez alla strafattona Kelly Reilly, adesso sappiamo sia cosa prendere se abbiamo un aereo in caduta libera sia come risvegliare qualcuno dal coma etilico. In sala dal 24 gennaio.
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