
DAGOREPORT - DIRE CHE SERGIO MATTARELLA SIA IRRITATO, È UN EUFEMISMO. E QUESTA VOLTA NON È…
Marco Giusti per Dagospia
Non è facile fare la guerra chiusi in un container a Las Vegas. Stiamo parlando, ovviamente, di guerra in ogni parte del mondo con droni comandati da un pilota come se stesse giocando a un videogioco. Ma quelli che uccide sono veri uomini e vere donne. Presnetato nel 2014 a Venezia, dove ha raccolti non grandi consensi, ma non era un film adatto a un festival europeo, arriva solo adesso, con un po’ di ritardo, questo Good Kill, scritto e diretto da Andrew Niccol, il regista di In Time, e benissimo interpretato da Ethan Hawke.
Allora mi apparve come un progetto interessante e attuale risolto però come una americanata antimilitarista, troppo banale e prevedibile, ma i critici americani lo hanno trattato decisamente bene, anche se il film è stato un mezzo flop al box office. Siamo nel 2010. Tommy Egan, maggiore dell'aviazione americana, interpretato da un convinto Ethan Hawke, dopo sei missioni di guerra è passato alla guida dei droni per conto di Cia e esercito.
good kill ethan hawke january jones
Così, dopo aver ucciso per dovere di soldato talebani in Afghanistan, ma anche donne e bambini, si ritrova in una folle Las Vegas diviso tra un lavoro da killer chiuso in un container e una famiglia perfetta con moglie bionda, January Jones, e figlioletti che hanno i compiti da fare. Ovvio che non ce la faccia. E si butta sull’alcool, bevendo ovunque, in bagno e in auto, non parla con la moglie, e soffre in totale solitudine.
"E' come passare dalla Ferrari alla Ford Fiesta", commenta comprensivo il suo superiore, Bruce Greenwood, pensando alla guerra coi droni. Tommy ogni mattina si chiude in un container e uccide persone per la bandiera americana. Good Kill, buon colpo, è la frase che chiude ogni azione riuscita.
L'esercito ha studiato la guerra coi droni sul modello della X-box, e vuole gente che non abbia sentimenti. Per questo Tommy, e perfino la sua giovane co-pilota, la bellissima Zoe Kravitz, stanno per scoppiare. Tutto giusto, a parte un po' di giustificazioni e tutta una banalissima seconda parte. Ma l’idea era buona. In sala da giovedì 25 febbraio.
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