“CHIARA, TI RICORDI QUANDO HAI AMMESSO A FEDEZ CHE TI SEI SCOPATA ACHILLE LAURO?” - IL “PUPARO” DEL…
Marco Giusti per Dagospia
Non perdetevi, su Mubi/Amazon, appena uscito, e appena nominato tra i migliori film stranieri, il darkissimo melo storico nordico, "The Girl With the Needle"/”Pigen Ned Nalen”, coproduzione danese-svedese-polacca diretta dallo svedese Magnus von Horn, che lo ha scritto assieme a Line Lingeberg Knudsen.
Tratto da una storia vera su una serial killer che fece rabbrividire la Copenaghen del 1919, ricostruita con un bianco e nero da horror, vede protagonista la bella Karoline, interpretata da una bravissima Vic Carmen Knudsen. La ragazza lavora in una fabbrica di vestiti, in miseria perché il marito è scomparso in guerra e non potendolo lei provare (magari è vivo) non può avere nessun tipo di aiuto economico dalla comunità.
Rimane incinta del padrone della fabbrica, un simpatico bel ragazzo che non solo non la sposerà perché ha una mamma arpia, ma le farà pure perdere il lavoro. Come se non bastasse si è fatto vivo il marito, ridotto a una larva, ha perso mezza faccia in guerra e usa una maschera per non spaventare la gente.
Come nasce la figlia, Karoline decide di affidarla a una specie di amica incontrata casualmente, Dagmar, una strepitosa Trone Dyrholm (“Nico”, “In un mondo migliore”, “Royal Affair”), che le promette di trovarle una ricca famiglia dove crescere. Vatti a fidare. Karoline ci casca e perde tutto, bambina marito lavoro. Va a vivere con Dagmar che fa traffico di bambini e la avvia all'uso di ogni tipo di droga (si fanno anche di naftalina).
Ben ricostruito, con un grande bianco e nero che funziona perfettamente per la Copenaghen dei tempi della Grande Guerra, il direttore della fotografia, Michal Dymek, è già lanciatissimo, lo scenografo, Jagna Dobesz, e il musicista, Frederikke Hoffmeier, hanno entrambi vinto agli EFA, benissimo interpretato, ha una grande storia al femminile con donne forti e maschi senza palle. Non credo che possa avere grandi possibilità agli Oscar contro “Emilia Pérez” o “Flow”, ma è stato preferito a “Vermiglio”. Da vedere. Su Mubi/Amazon.
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