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Paola Jacobbi per “www.vanityfair.it”
E’ successa una cosa che non accadeva dai tempi di Giacomo Puccini. Un ente lirico americano (la San Francisco Opera House) ha commissionato un’opera a un compositore italiano (Marco Tutino). Lo spettacolo debutta sabato 13 giugno. Il fatto è che l’opera si intitola Two Women, ovvero il titolo con cui è conosciuto nel mondo il film di Vittorio De Sica La ciociara, il film dell’Oscar a Sophia Loren.
La sceneggiatura è diventata un libretto per mano di Luca Rossi (scrittore e sceneggiatore di serie come Distretto di polizia e della fiction su Walter Chiari). La protagonista è la mezzo soprano italiana Anna Caterina Antonacci (nella foto a destra) , la regia di Francesca Zambello, regista di opere molto nota negli Stati Uniti.
In autunno lo spettacolo arriverà anche in Italia (a Torino, per la precisione), ma intanto è interessante sapere come è nato questo progetto così insolito che mette insieme musica, letteratura (il romanzo di Alberto Moravia da cui il film era tratto) e cinema. Ne abbiamo parlato con Luca Rossi, che in questo momento è a San Francisco dietro le quinte delle prove. Non so voi, ma io la trovo un esperimento davvero interessante di incroci culturali molto italiani.
Come è stato coinvolto in questa impresa?
“Ero con Marco Tutino in una trattoria di piazza Margana, a Roma. Mi stava dicendo dell’idea di Nicola Luisotti, direttore musicale dalla San Francisco Opera House, di rifare La Ciociara come opera lirica. Ma c’era il problema dei diritti, che sono delle eredi di Moravia, le due mogli. In quel momento ho visto una delle due, Carmen Llera, che entrava nel portone di casa sua. Ci siamo detti: e se le lasciassimo una lettera dal portinaio? E’ cominciata così”.
Quali sono state le principali difficoltà nell’adattamento?
“Ottenere i diritti dall’altra moglie di Moravia, Dacia Maraini”.
Luca Rossi e Claudia Spinola Carissimo
Il suo punto di riferimento è stato più il romanzo o il film?
“In realtà, nessuno dei due. In entrambi la trama è molto debole, quasi inesistente: a parte lo stupro finale, non ci sono colpi di scena. E soprattutto, mancano una vera storia d’amore e un vero cattivo, fondamentali nel melodramma. Così abbiamo dovuto inventare un villain basandoci sul personaggio di Giovanni, che nel libro e nel film è assolutamente secondario e che qui invece diventa uno dei vertici del triangolo amoroso. Come la musica di Tutino è scritta per essere ascoltata con piacere e non con noia, la storia di Two Women è fatta per essere seguita con suspence, non con rassegnazione.
Perché questa storia può essere ancora interessante per il pubblico di oggi?
Per l’incredibile capacità di emozionare che ha l’unità di parole, trama, recitazione, canto e musica. Anche a causa della rarefazione, della freddezza e della geometricità della musica contemporanea l’incredibile impatto emotivo della lirica è ormai del tutto sottovalutato. E invece è lì, basta tirarlo fuori. Alla prova generale, nell’ultima scena ho pianto. L’ho scritta io, ma ho pianto lo stesso.
Sophia Loren è stata invitata alla prima? Parteciperà?
Sì, è stata invitata, ma ha chiesto un cachet così alto che persino la San Francisco Opera House si è dovuta arrendere.
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