mario schifano

COSTELLAZIONE SCHIFANO – ALDO GRASSO: "NEL CUORE DELLA NOTTE LA7 HA TRASMESSO LO SPECIALE ARTBOX DEDICATO ALLA BELLISSIMA E IMPERDIBILE MOSTRA “MARIO SCHIFANO, IL NUOVO IMMAGINARIO 1960-1990”. PER MOLTI L’ARTISTA POP È STATO UNA SORTA DI ANDY WARHOL ITALIANO. GOFFREDO PARISE LO AVEVA DEFINITO "PITTORE PUMA" LE TANTE AMICIZIE TRASVERSALI: FREQUENTAVANO IL SUO STUDIO ANCHE LIEDHOLM E AGOSTINO DI BARTOLOMEI. NEL 1969 I ROLLING STONES GLI HANNO DEDICATO IL BRANO “MONKEY MAN” - VIDEO

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Estratto dell’articolo di Aldo Grasso per il Corriere della Sera

 

mario schifano

Nel cuore della notte La7 ha trasmesso lo Speciale Artbox «Costellazione Schifano» di Valeria Parisi dedicato alla bellissima e imperdibile mostra «Mario Schifano, il nuovo immaginario 1960-1990», in corso alle Gallerie d’Italia di Intesa Sanpaolo a Napoli e curato da Luca Massimo Barbero (ora è sul sito). I dipinti in mostra sono oltre 50 e coprono quasi interamente la carriera del celebre artista pop: dai primi, rari monocromi degli anni Sessanta alle opere degli anni Ottanta, che evidenziano una vena creativa pressoché inesauribile.

 

Schifano è stato uno dei più importanti artisti italiani della scena internazionale degli anni Sessanta. Per il suo animo ribelle e graffiante, Goffredo Parise lo aveva definito «pittore puma»: «Un piccolo puma di cui non si sospetta la muscolatura e lo scatto, che lascia dietro di sé l’impronta nitida e misteriosa dell’eleganza». Per molti è una sorta di Andy Warhol italiano, dal carattere eccentrico e poliedrico, amante della musica, del cinema

mario schifano

 

(...) Costituzionalmente aperto ai linguaggi futuri, negli anni Settanta Schifano comprende il potere e il potenziale del piccolo schermo: nascono così i «Paesaggi TV», che, riscrivendo la pittura attraverso l’utilizzo della macchina fotografica e l’emulsione del colore sulla tela, ripropongono fatti di cronaca, arte e pubblicità. Come in una moderna quadreria, immagini catturate direttamente dal tubo catodico si allineano sulle pareti: tele simili a schermi televisivi da cui emergono immagini fantasmatiche che evocano maestri come De Chirico, Leonardo Da Vinci, Picasso.

 

 

Il documentario ci racconta anche delle tante amicizie trasversali, non solo intellettuali, che frequentavano il suo studio: accanto a Moravia, Ungaretti, Antonioni troviamo Nils Liedholm e Agostino Di Bartolomei. Nel 1969 i Rolling Stones gli hanno dedicato il brano «Monkey Man».

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