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Jack Shepherd per http://www.independent.co.uk/
Molte cose sono cambiate da quando Michael Douglas iniziò a recitare e ora, con cinquant’anni di esperienza sul set, l’attore si sente di dare qualche consiglio, e molti rimproveri, agli attori delle nuove generazioni.
“C’è qualcosa che non va nei nuovi attori americani – ha detto l’attore in un’intervista – basta vedere come quelli australiani e inglesi si stiano aggiudicando parti migliori, perfino quando si tratta di interpretare un personaggio americano”.
“Il problema è su due fronti – ha aggiunto Douglas – innanzitutto in Gran Bretagna prendono gli studi di recitazione molto sul serio mentre qui pensano che la strada che porta al successo passi per i post su Twitter e Instagram, falso”.
“Per quanto riguarda gli australiani - continua - il loro vantaggio è che hanno attori mascolini. Negli Stati Uniti non abbiamo personaggi alla Channing Tatums o come Chris Pratt, abbiamo solo giovani asessuati o unisex adatti esclusivamente a interpretare personaggi fragili e sensibili”.
Il protagonista di “Wonder Boys” si chiede come sia possibile che l’attrice inglese Carey Mulligan sia stata scelta per recitare la parte di una studentessa di New York, un ruolo che secondo la logica dovrebbe essere di un’attrice americana: “La mancanza di giovani talenti americani è dovuta al fatto che tutti si preoccupano solo della loro immagine e non pensano a migliorare nella recitazione”.
Anche Dustin Hoffman, in un’intervista, aveva detto che l’industria cinematografia sta attraversando il periodo peggiore di sempre. Per Douglas il punto è che i film del cinema nel mondo d’oggi sono stati sostiuiti dalle serie televisive di network come la HBO e Netflix.
“Capisco cosa vuole dire Dustin – afferma Douglas – io credo che il problema principale dell’industria cinematografica siano i costi della distribuzione: produttori riescono a mettere da parte i soldi per fare il film ma poi non rimane niente per la pubblicità”.
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