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Marco Giusti per Dagospia
E' davvero piaciuto "Youth" di Paolo Sorrentino alla critica internazionale. Vediamo. "Il film che ha diviso di piu" a Cannes (ma era giusto?)" si chiede Peter Debruge di "Variety". "Sorrentino sta al cinema come Rondò Veneziano sta alla musica. In peggio" dicono cattivi i Cahiers.
"Capolavoro" scrive Jonathan Romney. "Il piu' presuntuoso, inane, egocentrico pezzo di cinema che ho visto da anni" risponde Agnes Poirer. "Potrebbe essere il piu' grande hit al box office di Sorrentino" scrive Jay Weissberg di "Variety".
youth la giovinezza sorrentino 5
"La cosa che davvero manca al film e alla sua composizione e' la semplicita', e' ironico pensando che il film e' cosi' semplicistico. Ogni cosa e' superfaticosa, costruita. E' un film cosi' artefatto e trionfalistico che si sbriciola alla prima goccia. "Siamo tutti dei figuranti" dice a un certo punto Harvey Keitel. Alla fine e' piu' vero di quanto Sorrentino pensasse quando ha scritto la battuta: niente qui e' essenziale", scrive Jessica Klang di "The Playlist".
youth la giovinezza sorrentino 3
"Il nuovo film di Sorrentino ambientato in un sanatorio in Svizzera e' un divertente lavoro minore, accresciuto da buffe idee e immagini e visivamente ha lo stile degli altri suoi film. ", scrive Peter Bradshaw di "The Guardian", che fu tra i massimi estimatori di "La grande bellezza", ma osserva poi quanto soffrirebbe di meno il film se non fosse chiuso tutto in una sola location.
Liberation: "c'e qualcosa di putrido in questo sinistro film di papi (nel senso di vecchiardi alla Berlusconi), un canto del cigno colpito da senilita' precoce".
Les décrochages frénétiques, tableaux pompiers sur des corps difformes et fardés et le finale au vacarme tonitruant de cet hommage ringard et racorni confirment qu’il y a quelque chose de pourri dans ce cinéma de papi, sinistre radotage gériatrique et chant du cygne frappé de sénilité précoce.
SORRENTINO MORETTI GARRONEyouth la giovinezza sorrentino 1
Infatti quando si passa ai flashback e alle fantasie di Venezia, "il film improvvisamente prende vita con forza e azione". E il "Telegraph" scrive: "Opulento ma freddo seguito di La grande bellezza". Tre palle. Pochino.
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