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DAGO “PESTIVAL” - “SANREMO È LA NOSTRA FESTA NAZIONALE DEL TRASH, E NON A CASO VA IN ONDA A CARNEVALE. CI RICORDA DA DOVE VENIAMO, CHI SIAMO, DOVE NON ANDIAMO; INSOMMA, L’IDENTI-KITSCH DEL BEL PAESE”

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Pierluigi Diaco per "Oggi" - www.oggi.it

 

“Sanremo è la nostra festa nazionale del trash, e non a caso va in onda a Carnevale. Ci ricorda da dove veniamo, chi siamo, dove non andiamo; insomma, l’identi-kitsch del Bel Paese. Ci hanno tolto tutto: Dio, sigarette, carne, sesso... C’è rimasto Sanremo e, a questo punto di non ritorno, ci conviene tenercelo”.

 

Così Roberto D’Agostino (padre-fondatore di Dagospia, il sito che tra i suoi tanti meriti ha soprattutto quello di essersi inventato una nuova gerarchia da dare alle notizie e che, per primo, è riuscito a mescolare con intelligenza e cinismo il “basso” e l’”alto” dell’esistenza) dà il suo personalissimo benvenuto alla seconda edizione del Festival della Canzone Italiana in salsa fiorentina e dall’evidente retrogusto renziano

renzi mare renzi mare

 

Possiamo dire quindi che il “renzismo” , al contrario di Sanremo, ci ricorda quale futuro ci aspetta?

 

“Il festival e il “renzismo” hanno in comune solo il provincialismo. Più che a Sanremo (dilettanti allo sbadiglio), però, il governo Renzi somiglia al Festival di Castrocaro: dilettanti allo sbaraglio. Il “renzismo” è affollato di provincialotti, che si sono ritrovati di colpo dal flipper del baretto di Rignano sull’Arno alla stanza dei bottoni di palazzo Chigi, dove devono domare una bestia terribile: il Potere”

 

Ma agli italiani interessa di più quale tailleur mette la Boschi o come la Ghenea scende le scale dell’Ariston?

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“In questo momento Maria “Etruria” Boschi ha una immagine appannata dalle note vicende bancarie. L’apice l’ha già raggiunto quando, la scorsa estate, ha presentato i suoi maestosi fianchi mediterranei imbikinati sulla spiaggia di Pietrasanta. In quel caso abbiamo avuto due versioni della Fatina di Palazzo Chigi: “photoshoppata” e no. La Ghenea? Mah, è famosa solo per i suoi magnifici glutei esposti in primo piano sul manifesto dell’inguardabile e intellettualissimo “Youth” di Sorrentino”

 

Per i social network Garko è la vera star di questo Festival e in molti lo hanno già eletto icona gay

 

“Non è una icona gay, è un idolo pop. Pop in senso popolare, quindi “anfibio”.

 

‘’Anfibio’’?

 

“Garko è duplex, piace alle donne ma non dispiace agli uomini. Lui arriva a tutti e d’altronde basta studiare come Hollywood ha costruito le sue star per capire che tutte si sono alimentate, e hanno raggiunto il mito, grazie a una loro ambiguità di fondo”

carlo conti e gabriel garko carlo conti e gabriel garko

 

Possiamo dire che il tuo sito è una sorta di Dagofestival dove a cantare sono le “gole profonde”?

 

“Dagospia è solo una portineria elettronica che in un paese serio non esisterebbe. Il mio lavoro consiste soprattutto nello svelare le notizie che i giornaloni amano nascondere tra le righe”.

 

Leggendoti tutti i giorni si ha la sensazione che non conosci né il valore del “pudore” né il senso del limite. E’ il cinismo a nutrirti?

GARKO - RAFFAELE - GHENEA -GARKO - RAFFAELE - GHENEA -

 

“Dagospia mi somiglia soprattutto per le scelte editoriali che fa: dentro c’è l’alto e il basso della vita, il sopra e il sotto, è un “prodotto mille foglie”, ognuno decide lo strato di torta che più lo ingolosisce. Come la vita: in tempo reale, tutto si mescola, tutto si intreccia, tutto assume un senso se si impara ad affrontare il brutto e il bello, il vero e il falso, il verosimile e la verità”

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Anche Renzi vuole fare il Partito della Nazione mescolando alto e basso e Carlo Conti sostiene di fare il Festival della Nazione…

 

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“No, Sanremo è un lavoro di squadra, cioè l’“antirenzismo” per eccellenza. Renzi, invece, si avvale di una piccola corte di quattro amici: Lotti, Boschi, Carrai, Manzione, il cosiddetto Giglio Magico. Il giovanotto si dimentica che il potere ha una forma piramidale, e che tra il vertice e la base ci sono i quadri intermedi e se tu rottami quest’ultimi crolla tutto. L’Italia, come diceva Andreotti, si può governare solo con il famigerato “consociativismo”: alla fine degli anni ’70 la Dc consegnò Raitre ai comunisti, che erano all’opposizione. Il nostro paese è ed è rimasto con Dna di natura Dc.

 

Mi vuoi dire che il miglior conduttore per Sanremo, quindi, sarebbe quel gentiluomo di Gianni Letta?

 

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“Ma in fondo i più grandi presentatori del Festival, da Mike a Baudo, sono stati tutti una specie di “Gianni Letta”. Gran cerimonieri “ ben pettinati”, sobri, capace di apparecchiare uno show nazional-popolare mettendosi sempre accanto però l’”opposizione”, un ingrediente di rottura (Vasco Rossi, Grillo, Benigni, etc.). A Sanremo ha sempre funzionato l’omeopatia, dove il male si cura con il male. E resiste per questo: i nemici per una settimana se la suonano e se la cantano davanti alla nazione”.

 

Se Dagospia fosse una canzone sanremese?

 

“Di sicuro, “La terra dei Cachi” di Elio e le Storie Tese”

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