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PIÙ RIMBA CHE RAMBO - DAL “BABBIONE” VASCO A STALLONE, SELVAGGIA DEMOLISCE LE STAR CHE SI RIFIUTANO DI INVECCCHIARE – ‘’MADONNA COI LACCI SUL VISO? PIÙ CHE LA METAFORA DELLA RIBELLE, UNA SEMPLICE IMBRACATURA PER NON FARLE CROLLARE LA FACCIA’’

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Selvaggia Lucarelli per "Libero Quotidiano"

Vasco RossiVasco Rossi

 

Non c’è niente da fare. Nonostante i fan amino pensare che le loro icone non invecchiano mai, la dura verità è che per quanto loro, le icone, si sforzino di ingannare l’anagrafe con chirurgia plastica, photoshop, palestra e fidanzati più giovani, a un certo punto scivolano sempre sulla stessa cosa, quella che tradisce la loro appartenenza a un’altra generazione: la tecnologia. Come i nostri nonni e genitori che in almeno un caso su due per rispondere a una mail impiegano il tempo servito a tirar su una piramide Maya, pure loro, poveretti, nonostante tanto entusiasmo e buona volontà, con un computer in mano fanno fior di minchiate.

 

sylvester stallone -rick-zumwaltsylvester stallone -rick-zumwalt

Il primo segnale preoccupante del pericoloso connubio tecnologia/icona over 50 fu Vasco Rossi. Indimenticabili i suoi video casalinghi di qualche anno fa, in cui l’uomo di Vita spericolata ci mostrava le trasgressive immagini della cancellata della sua casa a Zocca o della neve sullo gnomo in giardino.

 

Si era innamorato di Youtube sottovalutandone le conseguenze, tanto che quando qualcuno cominciò a commentare le sue performance tecnologiche dandogli velatamente del rincoglionito, Vasco smise di riprendersi e con un’abilità da hacker coreano fece rimuovere praticamente tutti i suoi video fai da te in circolazione.

 

Gli ultimi ad essere scivolati sulla stessa buccia di banana sono, proprio in quest’ultimo periodo, Madonna, Bono Vox e Sylvester Stallone, tre icone non più giovanissime ma assai ostinate nel volerci dimostrare che si può essere famosi e nerd anche dopo i 50. Che mica solo Rihanna e Justin Bieber sono social. Partiamo con Madonna. Grande attesa per l’uscita del suo nuovo album, Rebel heart.

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Tralasciamo il fatto che la con la sua ossessione per la forma fisica sarebbe stato più pertinente un album dal titolo Cellulite ribelle che Cuore ribelle, fatto sta che esce in anteprima la foto di copertina del disco, ovvero il suo volto di cinquantaseienne fotoshoppato che Miley Cyrus pare sua nonna.

 

Ha anche dei lacci di cuoio sul viso, lacci in cui qualcuno vede la metafora della ribelle a cui la società vorrebbe mettere il bavaglio, ma probabilmente è una semplice imbracatura per non farle crollare la faccia. I fan, come accade sempre, le inviano una serie di ritratti di personaggi famosi nella stessa posa e Madonna, anziché guardarli e farsi due risate con gli amici cosa fa?

 

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Apre il suo Instagram e fa il danno: posta le immagini di Mandela, Anna Frank e Martin Luther King in versione ribelle, con i lacci sul volto, come lei. Peccato che lei si ribelli all’idea di invecchiare, gli altri citati si siano ribellati a questioni lievemente più importanti. In rete scoppia il putiferio e lei è costretta a scusarsi su Facebook. Il problema è che nell’ultimo anno si era già scusata per uno sfogo social sul terrorismo e per aver utilizzato il termine «negro» su Instagram.

bono voxbono vox

 

Insomma, sarebbe il caso che qualcuno le suggerisse di sostituire Instagram col burraco e almeno lì lasciare il campo a Rihanna. Bono Vox, cinquantaquattro anni e nessuna intenzione di rinunciare a orecchino e occhiale con la lente sfumata, invece s’è dovuto scusare per un’altra trovata geniale, in fatto di tecnologia.

 

Altro che social, lui è andato oltre. Lui ha deciso che il suo nuovo album sarebbe stato scaricato in automatico da iTunes. Pure se non lo volevi. Pure se tu su iTunes desideravi la discografia di Valerio Scanu e nient’altro. Il risultato è stato che così la gente non s’è limitata a fargli sapere che non avrebbe acquistato l’album perché era una ciofeca, ma pure che non lo voleva manco gratis. A quel punto Bono chiede scusa a tutti e decide che con la tecnologia ci riprova, perché mica può fare la parte del babbione rimbambito come Vasco Rossi.

 

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A fine anno entra nel board della Fender, una società che produce chitarre elettriche e annuncia solenne «Sono entusiasta di collaborare con Fender alla creazione di innovative tecnologie!». Tempo due settimane e cade dalla bicicletta, si rompe mano e braccia in sei punti e dichiara che probabilmente non potrà mai più suonare la chitarra elettrica.

 

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Insomma, se l’amico Bono si desse al giardinaggio come Gianni Morandi e si facesse fare qualche foto dalla moglie mentre pota il melograno in giardino, forse il suo rapporto con la tecnologia sarebbe più fortunato. Il migliore di tutti però è Sylvester Stallone. A 68 anni suonati e una faccia più tirata del finale di Lost, è determinatissimo a non mollare. Neanche sui social, purtroppo.

 

Con l’entusiasmo di un ragazzino annuncia su Twitter che tornerà sia con Rambo 5, per combattere contro i trafficanti di droga, che con uno spin-off di Rocky. Poco importa se più che Rambo ormai pare Rimba, se stringerà in mano il pappagallo anziché il mitra e uno se lo immagina di più a combattere con la cartella clinica che col cartello messicano. Vuole continuare a recitare, lasciamoglielo fare. Il problema, anche per lui, non è il cinema. È la tecnologia.

GIANNI MORANDIGIANNI MORANDI

 

A conti fatti, nel 2014 Rambo riesce ad essere più pericoloso con una tastiera in mano che con un mitra. Se non ci credete, sentite cosa ha combinato. Il giorno in cui finalmente finisce di scrivere il copione di Creed, lo spin-off di Rocky, il sessantottenne Sylvester scatta una foto all’ultima pagina della sceneggiatura e cosa pensa bene di fare?

 

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La fa leggere a un parente? La incornicia accanto al ritratto di mamma Jackie? Ci accende il camino? No, la mette su Twitter annunciando di essere felice di aver finalmente chiuso la storia. Peccato non si sia accorto che cliccando sull'immagine e ingrandendola, si legge chiaramente il finale del film.

 

Probabilmente aveva dimenticato gli occhiali da vista. Insomma, rockstar e vecchie glorie del cinema dovrebbero tenere ben presente che a piegarsi di botto alla tecnologia, dopo una certa età e gli stravizi passati, viene il colpo della strega. Meglio che invecchino sereni, senza far danni con le nuove tecnologie, magari in una bocciofila. O ancora meglio, in un bel circolo del pd. Lì non si sono accorti che è morto Marx, figuriamoci se sanno che ha fatto in tempo a nascere e morire Steve Jobs.