DAGOREPORT - L’ASSOLUZIONE NEL PROCESSO “OPEN ARMS” HA TOLTO A SALVINI LA POSSIBILITA’ DI FARE IL…
G.Ca. per il “Corriere della Sera”
La cosa bizzarra è che il (già mitologico) supervisore della Rai preoccupa soprattutto chi sta fuori da viale Mazzini. «A che serve avere decine di direttori e dirigenti, spesso strapagati, se poi si procede con un controllo centralizzato», si interroga l' onorevole dem Michele Anzaldi.
«Le rassicurazioni ricevute dall' ad Campo Dall' Orto, dopo il caso dell' intervista al figlio di Riina, non possono diventare un alibi per introdurre una forma di controllo preventivo sull' informazione», dice Rosy Bindi, presidente dell' Antimafia. E Maurizio Gasparri, senatore forzista, pretende dai vertici spiegazioni in Vigilanza «sulla maxi-censura interna che scatterà in Rai dal primo settembre».
I futuri supervisionati invece stanno belli tranquilli. «In ansia io? Proprio no», spiega Milena Gabanelli, signora di Report. «Di Carlo Verdelli penso tutto il bene possibile, sono certa che non avremo da lui nessuna censura, sarà un ottimo interlocutore». E una.
Sempre da Raitre, ecco Riccardo Iacona di Presadiretta , che di solito non si fa problemi a denunciare quello che non va in Rai: «Non l' ho ancora incontrato, però ha una grande competenza, sa di cosa parla». Non si sente meno libero. «Non mi strappo i capelli, no.
Prima c' era comunque il direttore di rete. E se serve per fare un prodotto migliore, per alzare la qualità, io sono sempre d' accordo. E poi su Vespa ha preso la decisione giusta, quella di non censurare l' intervista, quindi okay».
Passiamo a Massimo Giannini, anche se non è mica detto che il primo settembre sarà ancora a Ballarò . «Già si sapeva che Verdelli è il direttore editoriale, non vedo la novità. Con lui non ho nessun problema, ci si parla bene».
Spostiamoci su Raiuno, da Duilio Giammaria, conduttore di Petrolio. «Problemi zero. Anzi sono felice se uno come Verdelli mi darà dei consigli, un indirizzo, è un collega. In un'azienda come la Rai il coordinatore editoriale è una figura fondamentale, ci voleva. Così eviteremo di fare prodotti omologhi, di trattare le stesse tematiche. Sarebbe un uso di risorse più intelligente». Nessuna paura di ritrovarsi un sorvegliante occhiuto alle spalle: «Ma voi credete che il controllo sia questo, nel caso? No, si chiama sinergia e per me è più che benvenuta».
Nemmeno lui ha certezze sul futuro («Il mio contratto scade a giugno, io resterei volentieri»), però Nicola Porro di Virus su Raidue apre le braccia al supervisor Verdelli: «Per me è un grandissimo, quando ci ho parlato ci siamo trovati d' accordo,tutto mi sembra tranne che un controllore. Non è il tipo che censura niente, è come chiedere consiglio al tuo compagno di scrivania».
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