DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI…
Giulia D'Agnolo Vallan per "Il Manifesto"
La musica d'apertura è la stessa (meno il beat di sottofondo anni settanta), così le distese piatte che circondano il bianco ranch. Solo lo skyline della capitale del petrolio texano è un po' aggiornato. Torna Dallas, ventidue annidopo, come in Dumas. Quasi sette milioni di spettatori americani si sono sintonizzati, mercoledì sera, con le nuove avventure degli Ewing. Una cifra da nulla rispetto a quella vertiginosa riflessa dalle vette di ratings della serie originale (1978-91 in Usa) ma impressionanti nell'era frammentata della tv via cavo, dove, in più, il reality sembra aver assorbito la funzione della daytime soap in cui Dallas aveva le sue radici.
Secondo il comunicato stampa rilasciato dalle rete Tnt, il pilota di Dallas è al primo posto in ascolti tra le serie drammatiche via cavo dell'anno. Larry Hagman e Patrick Duffy, nei ruoli del Caino e Abele di Southfork, J.R. e Bobby, hanno i capelli bianchi ma non hanno perso smalto. J.R, che all'inizio della puntata siede in un ospizio con lo sguardo distante, apparentemente incapace di comunicare con ciò che gli sta intorno, si sveglia come per miracolo al primo segno di intrigo, risfoderando insieme alla cattiveria di sempre, il sorriso mefistofelico, il bicchiere di whisky e il cappello da cowboy.
Bobby, stoico come al solito, sa di avere un cancro ma non lo dice - perché prima deve sistemare alcune questioni di famiglia. Trattandosi degli Ewing, le questioni non possono che avere a che fare con rivalità feroci, coltellate alle spalle, tradimenti abbietti, menzogne terribili e una buone dose di sesso. Cercando un punto d'incontro tra retro e il contemporaneo, questo Dallas -le nuove avventure- replica l'inimicizia tra i due fratelli Ewing in quella che esiste fin da subito, tra i loro rispettivi figli, John Ross (Josh Henderson), primogenito di J.R., e Christopher (Jesse Metcalfe, da Desperate Housewives).
Il primo deciso a rilanciare le passate fortune della Ewing Oil a forze di trivella, il secondo deciso a cancellare il nero, oleoso, passato di famiglia sposando le nuove energie. Tra i due una donna -Elena (Jordana Brewster) figlia della cuoca messicana, ex promessa sposa di Christopher, ora fidanzata di John Ross- e poi, come sempre, il controllo di Southfork, la sterminata proprietà della stirpe.
L'inclusione della trama ambientalista e di una (seppur pallida) sfumatura etnica, sono sostanzialmente le due uniche concessioni che il nuovo Dallas fa al presente. Per il resto, per ora, la serie promette di rimanere abbastanza fedele a se stessa, punteggiata (ad accezione di Victoria Principal) dalle co-star originali -Linda Gray (Sue Ellen, decisa a diventare governatore del Texas), Charlene Tilton (Lucy Ewing), Steve Kanaly (Ray Krebbs).
Quando Dallas aveva iniziato ad andare in onda, era stata considerata una scommessa esotica, l'unica serie della tv americana ambientata nella stratosfera dei supericchi. Oggi le fortune di Silicon Valley fanno impallidire quella degli Ewing e le malefatte dei capi della Enron riducono a reati minori quelle di J.R.. Tra allora e oggi c'è stata anche la presidenza «texana» di George W. Bush. Quindi l'allure di novità è decisamente minore.Tra il 2007 e il 2009, Dirty Sexy Money aveva cercato di resuscitare il fasti luridi e intricati di Dallas trasferendoli a New York - i nuovi Ewing si chiamavano Darling, con un tremendo patriarca impersonato da Donald Sutherland e una moglie di spietatezza da tragedia greca (Jill Claybourgh).
Ma la serie - forse perché fin troppo newyorkese e barocca- non aveva decollato. L'autunno scorso, Revenge, ambientato in una versione da teatro di posa degli Hamptons, ha rilanciato il genere, con un taglio più psicotico. Ma, vent'anni dopo, Dallas resiste.
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