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DE BORTOLI "EVADE" IN SVIZZERA! DA DOMANI L'EX DIRETTORE SCRIVERÀ PER IL "CORRIERE DEL TICINO", CHE OGGI LO INTERVISTA: "LASCIARE VIA SOLFERINO È UN DISTACCO LACERANTE". MA SI PRENDE LA SUA VENDETTA: SCRIVERE PER UN GIORNALE SVIZZERO VUOL DIRE AGGIRARE IL PATTO DI NON CONCORRENZA CON RCS!

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1 - FERRUCCIO DE BORTOLI COLLABORERÀ CON IL CORRIERE DEL TICINO

Comunicato stampa

 

livia pomodoro e de bortoli con moglielivia pomodoro e de bortoli con moglie

Ferruccio De Bortoli non rimarrà in silenzio: lasciata da pochi giorni la direzione del Corriere della Sera, ha accettato di collaborare con il Corriere del Ticino. Lo ha annunciato Marcello Foa, amministratore delegato del noto quotidiano svizzero e firma ben nota al pubblico italiano, in un’intervista allo stesso De Bortoli pubblicata oggi e consultabile anche sul sito www.cdt.ch ( http://www.cdt.ch/primo-piano/approfondimenti/130247/credo-molto-nel-giornalismo-di-servizio.html ).

ferruccio de bortoli   ferruccio de bortoli

 

Come noto De Bortoli è vincolato a un patto di non concorrenza che gli impedirà di assumere altri incarichi presso testate italiane per un anno, patto che però non vale per testate straniere.

 

“Tra il Corriere della Sera e il Corriere del Ticino ci sono legami storici solidissimi e in questi anni ho avuto grande considerazione per l’eccellenza giornalistica del Corriere del Ticino. Sono molto contento di potervi collaborare”, ha dichiarato De Bortoli. Il primo editoriale verrà pubblicato domani 6 maggio e potrà essere letto in chiaro sul sito del Corriere del Ticino, www.cdt.ch

 

 

2 - INTERVISTA A FERRUCCIO DE BORTOLI: "CREDO MOLTO NEL GIORNALISMO DI SERVIZIO"

Marcello Foa per http://www.cdt.ch

 

LUIGI GUBITOSI ANDREA CECCHERINI FERRUCCIO DE BORTOLI MARCUS BRAUCHLI VICE PRESIDENTE WASHINGTON POST LUIGI GUBITOSI ANDREA CECCHERINI FERRUCCIO DE BORTOLI MARCUS BRAUCHLI VICE PRESIDENTE WASHINGTON POST

Dal «Corriere della Sera» al «Corriere del Ticino»: Ferruccio De Bortoli, già direttore del quotidiano di via Solferino (ha lasciato la funzione il 30 aprile) da domani sarà editorialista del nostro giornale. L'avvio della prestigiosa collaborazione è annunciato nell'intervista che pubblichiamo in Primo piano sull'edizione cartacea (e che riportiamo per esteso anche qui su www.cdt.ch).

 

De Bortoli vi ripercorre idealmente la sua lunga carriera professionale, iniziata da praticante nell'ormai lontano 1973, soffermandosi sul ruolo della stampa nella società che cambia, sui rapporti con il potere e i politici, sull'indipendenza e lo spirito critico che devono caratterizzare l'informazione, sul servizio ai lettori e sulle sfide portate dai social network.

FERRUCCIO DE BORTOLI FERRUCCIO DE BORTOLI

 

Da pochi giorni non è più direttore del «Corriere della Sera», dove ha trascorso tutta la sua vita professionale, tranne una parentesi alla guida del «Sole 24 Ore». «Sono entrato nel 1973, lascio il gruppo dopo 42 anni », precisa Ferruccio De Bortoli e i suoi occhi tradiscono una commozione autentica, intensa, invero insolita per un uomo come lui, signorile, riservato, poco propenso a mostrare le emozioni e ancor meno a cavalcarle professionalmente.

 

FERUCCIO DE BORTOLI ANGELINO ALFANO FERUCCIO DE BORTOLI ANGELINO ALFANO

Qualcuno ha scritto che De Bortoli si appresta a diventare un ex senza più voce sulla stampa italiana per almeno un anno, nel rispetto del patto di non concorrenza con la RCS. Non sarà così. Quei vincoli sono limitati all'Italia, non riguardano la Svizzera. Nei giorni scorsi gli abbiamo proposto di collaborare col «Corriere del Ticino». È bastato uno sguardo d'intesa, accompagnato da una stretta di mano, com'è d'uso tra gentiluomini. Il primo editoriale di De Bortoli uscirà domani; nel frattempo ci siamo intrattenuti con lui per questa intervista di bilancio della sua splendida carriera e sulle prospettive del giornalismo nell'era digitale.

 

Ferruccio, è tempo di bilanci. Come ti senti?

 Ferruccio de Bortoli Paolo Mieli Scott Jovane e Laura Donnini, amministratore delegato di RCS Libri. Ferruccio de Bortoli Paolo Mieli Scott Jovane e Laura Donnini, amministratore delegato di RCS Libri.

«Sono tranquillo, in questi anni, grazie ai collaboratori che ho avuto, credo di aver ottenuto risultati positivi; ovviamente per me è un distacco lacerante. Il mio rapporto di lavoro è finito il 30 aprile, il mio rapporto con il "Corriere della Sera" è un matrimonio indissolubile; il "Corriere" è il mio giornale, la mia casa, i miei affetti».

 

Durante la tua prima direzione, tra il 1997 e il 2003, al «Corriere della Sera» si percepiva una forte carica innovativa, era l'epoca in cui pubblicavi la Fallaci e a seguire Terzani su posizioni diametralmente opposte. Cos'è cambiato con la seconda direzione, dal 2009 al 30 aprile 2015 ? Forse più conservatrice?

«È difficile confrontare i due periodi, occorre tener conto delle diverse condizioni del Paese. La prima direzione coincide con la fase crescente del periodo di Berlusconi, con cui ho avuto dei contrasti, e credo di aver difeso bene l'indipendenza del mio giornale. La seconda corrisponde alla fase calante del berlusconismo – mi riferisco solo all'aspetto politico – durante la quale abbiamo difeso una linea liberale e democratica indipendente, ma sempre giudicando sui fatti, senza posizioni pregiudiziali».

PIERGAETANO MARCHETTI LUCIANO FONTANA FERRUCCIO DE BORTOLI PIERGAETANO MARCHETTI LUCIANO FONTANA FERRUCCIO DE BORTOLI

 

Sei apprezzato per lo stile riservato e per la moderazione; ma c'è chi sostiene che sei stato fin troppo prudente con i politici...

«Sono stato così prudente che non ho avuto buoni rapporti con Berlusconi, né con D'Alema, con code giudiziarie; ho finito per litigare persino con Mario Monti, che è stato per anni editorialista del "Corriere", perché nei confronti del suo Governo tecnico – che comunque secondo me è stato positivo per il Paese e credo che la storia lo rivaluterà – a un certo momento, attraverso Alesina e Giavazzi, ho contestato l'eccesso di leva fiscale. Quando pubblicammo le rivelazioni di Alan Friedman, se la presero Letta e Napolitano. Con Renzi non ne parliamo...».

FERRUCCIO DE BORTOLI BEPPE SEVERGNINI A BAGNAIA FERRUCCIO DE BORTOLI BEPPE SEVERGNINI A BAGNAIA

 

Quel Renzi che anche nel tuo editoriale d'addio hai attaccato duramente, definendolo un caudillo...

«Ho scritto anche che è un maleducato di talento. Io non contesto la sua linea economica, il "Corriere" ha appoggiato le sue riforme, che sono utili al Paese, ma il problema è il suo modo di interpretare il potere, di cui diffido profondamente».

 

Il «Corriere della Sera» in Italia è un'istituzione: come si fa a difenderne l'indipendenza? Il tuo telefono era bollente, immagino...

«Un buon giornale è fatto da una buona redazione. Quando ci sono colleghi validi, capaci, il compito del direttore diventa semplice. Io ho privilegiato le notizie, tutte le notizie anche quelle sgradevoli per i propri azionisti, ma devo anche ringraziare la proprietà che mi ha consentito di fare un giornale libero. E gli errori fatti sono esclusivamente miei».

il direttore La Stampa Mario Calabresi lAd di Poligrafici Editoriale Andrea Riffeser Monti e Ferruccio de Bortoli direttore del Corriere della Sera il direttore La Stampa Mario Calabresi lAd di Poligrafici Editoriale Andrea Riffeser Monti e Ferruccio de Bortoli direttore del Corriere della Sera

 

Di cosa sei orgoglioso e cosa ti rimproveri?

«Orgoglioso dei risultati ottenuti: abbiamo mantenuto la leadership, è stato scomodo non solo per i governanti ma anche per alcuni dei nostri azionisti, cosa che non è semplice né scontata. Abbiamo criticato la magistratura quando è esploso il dissenso tra Robledo e Bruti Liberati. Provo rammarico per aver tutelato poco le persone che venivano coinvolte in inchieste giudiziarie risultate poi innocenti o totalmente riabilitate».

 

In un'Italia in cui tutti sgomitano per apparire soprattutto in Tv, tu hai scelto la via opposta, privilegiando l'understatement e centellinando le apparizioni televisive. È stata una scelta premiante? E toglimi una curiosità: non ti scomponi mai?

Ferruccio De Bortoli e Andrea Riccardi Ferruccio De Bortoli e Andrea Riccardi

«Un po' è il mio carattere: cerco di non essere corrosivo, i toni sono quelli che mi conosci. Ho cercato di difendere la linea di moderazione al "Corriere della Sera" e anche al "Sole 24 Ore". Il lettore va rispettato dandogli informazioni verificate, corrette, mettendolo in condizione di valutare opinioni di tipo diverso. I miei giornali sono stati un tavolo su cui si confrontavano le idee rispettandosi. Il rispetto dell'altro è un tratto significativo delle mie direzioni».

 

La tua concezione del giornalismo, in poche parole?

Da sx Giuseppe Cruciani David Parenzo Ferruccio De Bortoli Da sx Giuseppe Cruciani David Parenzo Ferruccio De Bortoli

«Il giornale strumento indispensabile per formarsi un'opinione, uno spirito critico, uno straordinario strumento di lavoro. Credo molto nel giornalismo di servizio, che rende più fattuale la condizione del cittadino di fronte alla pubblica amministrazione».

 

Una decina di anni fa, in una conferenza all'USI, parlammo di futuro del giornalismo. Sei sempre stato attento alle dinamiche del giornalismo digitale, sei stato il primo in Italia a mettere l'email in fondo ad articoli. E ora cosa prevedi per i giornali?

«I giornali vengono da lontano ma non appartengono al passato. Non sono mai stati così letti come in questa fase storica. I social network spesso discutono di notizie apparse sui giornali, di articoli che poi vengono geneticamente modificati passando di account in account, ma questo è un altro discorso. Ritengo sia insostituibile la centralità di un giornale che ha un'opinione, un tratto preciso, un'identità, che conta su giornalisti di vaglia, che fa delle inchieste e illumina tratti della società rimasti nella penombra».

PIERGAETANO MARCHETTI PAOLO MIELI FERUCCIO DE BORTOLI PIERGAETANO MARCHETTI PAOLO MIELI FERUCCIO DE BORTOLI

 

Anche nell'era dell'informazione iperdigitale, che talvolta fa apparire vecchi persino i siti Internet?

«Il giornale deve accettare le nuove tecnologie, anzi deve cavalcarle con entusiasmo, ma credo sia una funzione irrinunciabile. Poi bisognerà capire per quanto tempo ancora si declinerà sulla stampa, ma ha a disposizione tante possibilità di arrivare al lettore, in ogni momento della giornata. Il lettore guarda spesso sul web e poi va alla ricerca di qualcosa di più, di un giornale che abbia una storia, una credibilità e rappresenti in qualche modo una società civile. Un giornale in fondo rappresenta una comunità e fino a quando riuscirà a rappresentare questa comunità, a darle voce, a rappresentare lo spirito critico della pubblica opinione, questo legame rimarrà vivo».

PAOLO MIELI FERUCCIO DE BORTOLI ERNESTO GALLI DELLA LOGGIA PAOLO MIELI FERUCCIO DE BORTOLI ERNESTO GALLI DELLA LOGGIA

 

Tu non ami i social network come strumento giornalistico...

«Spesso i social network sono dominati da pensieri unici, dove il dissenso è minoritario o addirittura percepito come forma di insubordinazione. C'è troppo conformismo sui social. E questo è un paradosso: si diffonde il pensiero unico in un'epoca in cui avremmo tanti strumenti per discernere navigando fra le diverse proposte informative. E allora credo che un giornale che abbia una storia, un radicamento, un'identità svolgerà comunque una funzione fondamentale».

Ferruccio De Bortoli e Enrico Cisnetto phMarinoPaoloni Ferruccio De Bortoli e Enrico Cisnetto phMarinoPaoloni

 

Sui giornali italiani si legge un giorno sì e un giorno no che diventerai sindaco di Milano...

«Colgo questa occasione per dire che in passato mi è stata offerta la candidatura, la tentazione l'ho avuta ma ho raggiunto la consapevolezza che non è il mio mestiere».

 

Insomma, il tuo mestiere resta quello di giornalista e ora la tua firma passa da un «Corriere» all'altro, da quello della Sera a quello del Ticino...

«Tra le due testate ci sono legami storici solidissimi e in questi anni ho avuto grande considerazione per l'eccellenza giornalistica del Corriere del Ticino. Sono molto contento di potervi collaborare». 

Ferruccio De Bortoli phMarinoPaoloni Ferruccio De Bortoli phMarinoPaoloni