
DAGOREPORT - CHE LA CULTURA POLITICA DEI FRATELLINI D’ITALIA SIA RIMASTA AL SALTO NEL “CERCHIO DI…
1- COMUNICATO
Il Consiglio di Amministrazione della Biennale di Venezia, presieduto da Paolo Baratta e composto da Giorgio Orsoni (Vicepresidente), Luca Zaia, Francesca Zaccariotto ed Emmanuele Francesco Maria Emanuele, si è riunito oggi nella sede di Ca' Giustinian e ha proceduto alle nomine dei Direttori per i Settori Arti Visive, Musica, Teatro e Danza.
Questi gli incarichi deliberati:
Massimiliano Gioni è stato nominato a maggioranza Direttore del Settore Arti Visive con lo specifico incarico di curare la 55. Esposizione Internazionale d'Arte che si terrà nel 2013
Ivan Fedele è stato nominato Direttore del Settore Musica per il quadriennio 2012-2015
Ãlex Rigola, già Direttore del Settore Teatro negli anni 2010-2011, è stato confermato per il biennio 2012-2013
Ismael Ivo, già Direttore del Settore Danza dal 2005 al 2011, è stato confermato per l'anno 2012
2- HABEMUS GIONI!
Alessandra Mammì per http://mammi.blogautore.espresso.repubblica.it/2012/01/31/habemus-gioni/
Evviva. Non ci sperava. Uno davvero giovane ( non ne ha quaranta anche se un incarico di prestigio culturale sotto i cinquantacinque anni già ci sembra un miracolo). Uno bravo. Uno italiano anche se consacrato all'estero (il New Museum di New York). Uno intelligente e solido. Evviva il nuovo direttore della Biennale Arti Visive: Massimiliano Gioni.
Quello che da ragazzino fingeva di essere Maurizio Cattelan e dava brillanti interviste al suo posto nascosto dietro un cellulare. Quello che a 29 anni ha firmato un Padiglione Italiano alla Biennale diretta da Francesco Bonami che ancora rimpiangiamo (per forza: dopo sono arrivati i Beatrice e gli Sgarbi). Quello che a 33 anni firma con il suo socio Cattelan la più bella Biennale di Berlino mai fatta (e personalmente anche una delle più profonde e emozionanti mostre mai viste).
Quello che in qualità di direttore artistico della fondazione Trussardi ha setacciato Milano, trovato posti imprevisti per offrirli ad artisti imprevedibili. Quello che ha firmato una Biennale di Gwangju dedicandola a "10mila vite", milioni di volti e un secolo nuovo (il nostro) malato di bulimia da immagine.Quello che appare sul sito del comune di Busto Arsizio come una della grandi personalità ivi nate, insieme a Mina, Uto Ughi e Walter Albini. Quello che la merita tutta questa Biennale. Come la Biennale si merita lui.
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