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IL DIVANO DEI GIUSTI/1 - BUONE NOTIZIE: PROPRIO NELLA SETTIMANA DI SANREMO, VEDO CHE È PIENO DI BUONI FILM DI OGNI TIPO. L’ANTIDOTO CHE CI VUOLE - SU AMAZON AVETE “UBRIACO D’AMORE”, IL FILM PIÙ STRANO E COMPLESSO DI PAUL THOMAS ANDERSON, SFIDO DAGO, GRANDE FAN DEL REGISTA, A VEDERLO – PASSA PURE LO SCATENATO “PRISCILLA, LA REGINA DEL DESERTO”, FOLLIA SUPER QUEER AUSTRALIANA – SU PARAMOUNT VI SEGNALO “IF…”, IL FILM DELLA RIVOLTA SESSANTOTTINA VERSO OXFORD E IL SISTEMA EDUCATIVO DEL PAESE… - VIDEO

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kevin costner Horizon An American Saga – parte 1

Marco Giusti per Dagospia

 

Che vediamo oggi? Buone notizie, proprio nella settimana di Sanremo, vedo che è pieno di buoni film di ogni tipo. Soprattutto vecchi e vecchiotti. Antidoto che ci vuole alle serate canterine. Anche se, confesso, su Sky ho trovato un terribile pasticcio, sconclusionato e mal costruito, il capitolo primo (lungo tre ore e mezzo!) di “Horizon”, prodotto, diretto, scritto e interpretato da Kevin Costner, che già era stato mostrato a Cannes fuori concorso e aveva fatto una rapida e sfortunata uscita in sala. 100 milioni di budget, e di questi 38 ce li ha messi di tasca sua il poro Kevin con i risparmi delle scarpe Valleverde, solo 32 di incasso, un disastro insomma.

 

kevin costner Horizon An American Saga – parte 1

Ma questo sarebbe ancora niente. Il problema è che il film parte dopo un’ora di attesa e preambolo, con tanto di massacro da parte degli Apache di un villaggetto di coloni. Un preambolo che non serve a nulla, perché il film lo segui da quando entra in scena il protagonista, cioè Kevin Costner come il cowboy di buon cuore e buona pistola Hayes Ellison, che salva un bambino e una ragazza e si mette in un mare di guai. E lì la storia, scritta da Costner con Jon Baird e Mark Kasdan, procede a tentoni non si sa verso dove.

kevin costner Horizon An American Saga – parte 1

 

Perché seguiamo anche il dramma di Sienna Miller, vedova che si è vista massacrare marito e figlio dagli indiani, ma cade subito tra le braccia del bel tenentino alla John Agar, cioè Sam Worthington, seguiamo il dramma di un gruppo di Apache che si dividono tra quelli che non vogliono la guerra coi bianchi e quelli che li vogliono morti. E seguiamo la storia di Jena Malone, la mamma del bambino che è stato salvato da Kevin Costner. Il tutto tra Kansas, Wyoming, Idaho, nel bel mezzo delle guerre indiane, con grande fotografia di J. Michael Muro e musicona assordante di John Debney. Kevin Costner non aveva più fatto il regista dai tempi del notevole “Open Range”, dove divideva a la scena con Robert Duvall, e si dimostra qui un mezzo disastro. Retorico, confuso.

kevin costner horizon an american saga

 

 Certo, in tre ore e mezzo di film, in attesa di una seconda parte che nessuno ha voluto vedere, ahimé, qualcosa di buono c’è. Il monologo sul west di Danny Huston, grande attore vecchio stile non a caso figlio di John Huston, Michael Rooker come sergente alla Victor McLaglen, Jeff Fahey, Kathleen Quinlan, Will Patton, Glynn Turman. Le ambientazioni naturali. La ricostruzione del paesino minerario. Gli indiani. Tutti veri. Ma il film va da tutte le parti e Kostner non lo tiene in mano mai.

ubriaco d'amore

Ci rifacciamo su Amazon con “Ubriaco d’amore” (“Punch Drunk Love”) il film più strano e complesso di Paul Thomas Anderson con Adam Sandler, venditore di cessi con sette sorelle innamorato di Emily Watson. Sfido Dago, grande fan di Paul Thomas Anderson, a vederlo. Ma su Amazon passa pure lo scatenato “Priscilla, la regina del deserto”, follia super queer australiana diretta da Stephen Elliott con Terence Stamp nel ruolo della sua vita (dopo “Toby Dammit” di Fellini) in versione drag queen assieme a Guy Pearce e Hugo Weaving, gli attori più supermachi australiani di sempre.

 

storia di piera 2

Parecchio stravagante anche “Storia di Piera”, il film femminista di Marco Ferreri, scritto con Piera Degli Esposti e Dacia Maraini, con Isabelle Huppert, Hanna Schygulla, Marcello Mastroianni, Bettina Gruhn e Angelo Infanti. Ma su Amazon trovate anche il disastrato “Megalopolis” di Francis Coppola. Su Paramount invece vi segnalo “If…” diretto da Lindsay Anderson, scritto da David Sherwin e John Howlett con Malcolm McDowell, girato poco prima di “Arancia meccanica”, Palma d’Oro a Cannes, dove fu preferito a “Z – l’orgia del potere” di Costa Gavras, una sorta di “Zero de conduite” della società inglese, il film della rivolta sessantottina verso Oxford e il sistema educativo del paese.

 

if...

C’è pure il primo nudo frontale prolungato, dopo i flash di “Blow Up”, del cinema inglese, quello di Mary MacLeod. Anderson, trattando con la censura preferì lasciare quel nudo e tagliare la scena della doccia con i ragazzi coi genitali di fuori. Girato al Cheltenham College, dove aveva studiato Lindsay Anderson. Definito all’epoca “un insulto alla nazione”, odiato dalla Paramount, che fu costretto a distribuirlo in sala seriamente quando si dimostrò un flop “Barbarella” di Roger Vadim con Jane Fonda, si dimostrò misteriosamente un successo sia critico che commerciale.

 

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Leggo che l’idea della scena di sesso nudi sul pavimento del caffè-shop era di Malcolm McDowell, pazzo della sua costar, Christine Noonan. Anderson accettò a patto che la scena andasse bene alla ragazza. Il film venne prima offerto a Seth Holt, che disse che non era il suo genere, ma lo avrebbe prodotto, poi a Nicholas Ray, che lo avrebbe girato, ma ebbe un malore, e infine a Lindsay Anderson che si innamorò del progetto e del personaggio principale, Mick Travis, che riprese in “Oh, Lucky Man”.

priscilla regina del desertopriscilla regina del desertostoria di piera if... if...storia di piera coverstoria di piera ubriaco d'amore