pippo baudo

IL DIVANO DEI GIUSTI/1 - E ORA, SENZA PIPPO BAUDO, AVETE DAVVERO VOGLIA DI VEDERE UN FILM? MAGARI UN FILM CON PIPPO. MA AL CINEMA, NON FUNZIONAVA PROPRIO, NEMMENO QUANDO INTERPRETAVA SE STESSO. ANCHE SE CI AVEVA PROVATO. DI FILM, DA PROTAGONISTA VERO E PROPRIO NE HA FATTI DUE, “IL SUO NOME È DONNA ROSA” CON AL BANO E ROMINA, DOVE HA IL RUOLO DEL DUCA PIPPO DELLA CORTE, E “W LE DONNE” - GLI SPOT PER CAROSELLO E LA CANZONE “CHE COTTA… CHE COTTA… HO PRESO UNA COTTA… PER MOTTA!” - LA SCENA STRACULT DI “ARRAPAHO”: “DIMMI CAPO DI BOMBA, A CHI VUOI PIÙ BENE, A PAPA’ O A MAMMA’? A PIPPO BAUDO!”

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Marco Giusti per Dagospia

 

pippo baudo in il suo nome e' donna rosa 2

E ora, senza Pippo Baudo, avete davvero voglia di vedere un film? Magari un film con Pippo. Ma al cinema, Pippo non funzionava proprio, nemmeno quando interpretava se stesso. Era la televisione. Non lo vedi in nessun altro modo. Due cose diverse. Anche se ci aveva provato.

 

Di film, da protagonista vero e proprio ne ha fatti due, “Il suo nome è Donna Rosa” di Ettore Maria Fizzarotti con Al Bano e Romina e Nino Taranto, dove ha il ruolo del Duca Pippo Della Corte e “W le donne” diretto da Aldo Grimaldi, figlio di Gianni, con Little Tony, Pippo Franco, Gino Bramieri, Franco e Ciccio, Nino Terzo, dove ha il ruolo del colonnello Bertoluzzi.

 

Ma sono film che già sfruttano la notorietà televisiva. Leggo che appare anche qualche anno dopo ne “L’esercito più pazzo del mondo” di Marino Girolami, ma come se stesso. Fece anche parecchia pubblicità. Furono Luciano Emmer e Armando Testa i primi a puntare su di lui a Carosello.

 

 

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Nella serie della “Famiglia senza guai”, ideata da Testa e diretta da Emmer per la Simmenthal con Alberto Rabagliati, Gisella Sofio e Maria Teresa Orsini.

 

C’era anche la canzoncina… Ma l’ho riconosciuto anche in un ruolo proprio minimo in un carosello della serie “S.O.S. Ercolino” con Paolo Panelli già nel 1962 e in un codino di un carosello di “Io ho un debole per l’uomo in Lebole”, la serie con Armando Francioli che fa l’uomo in Lebole.

 

Per Motta, invece, Pippo Baudo fece di tutto, attore, showman. Anche cantare “Che cotta… che cotta… ho preso una cotta… per Motta!”, la canzoncina scritta da Gino Negri in caroselli diretti da Franco Taviani, il fratello Taviani meno noto, in gran parte ideato da Enrico Vaime.

 

 

arrapaho

Tutto questo nella prima metà degli anni ’60, perché quando diventa Pippo Baudo, il Pippo Baudo di Sanremo e di “Settevoci”, anche Carosello e la pubblicità lo usano come Pippo Baudo l’uomo della tv, ad esempio per i filmati di Enalotto di Sandro Lodolo. In qualche modo è la sua totale appartenenza alla tv che lo rende quasi inutilizzabile in ruoli di attori o quasi attore.

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