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IL DIVANO DEI GIUSTI/2 - E IN CHIARO CHE VEDIAMO? SU CANALE 20 CI SAREBBE IL SEMPRE ENTUSIASMANTE “TWISTER”, IL PRIMO – MENO NOBILE MA DIVERTENTE, SU CINE 34, L’HORROR COMICO “SONO SOLO FANTASMI” FIRMATO DA CHRISTIAN DE SICA, MA IN REALTÀ DIRETTO DAL FIGLIO BRANDO. VI RICORDO QUALCHE SIMPATICA BATTUTA. “MA CHE È STO BAGNATICCIO?” – “ME SO’ PISCIATO ADDOSSO”. “CHI SEI?” – “STO CAZZO!” – VIDEO
Il divano dei giusti 15 giugno 2025
Marco Giusti per Dagospia
helen hunt bill paxton twister
E in chiaro che vediamo? Beh, su Canale 20 alle 21 ci sarebbe il sempre entusiasmante “Twister”, il primo, quello prodotto nel 1996 da Steven Spielberg e Frank Marshall, ideato da Michael Crichton e Anne-Marie Martin, diretto da Jan De Bont con Helen Hunt, Bill Paxton, Jami Gertz, Cary Elwes, Lois Smith.
Come ben sappiamo dal cinema quello tra gli americani poveri dell’Oklahoma e del Kansas e il vento o la furia dei tornado è un rapporto letterario molto forte che ci porta nel cuore della cultura del paese, diciamo almeno dalle parti della Dorothy e Il mago di Oz di Frank L. Baum o delle leggende di Pecos Bill.
Qualcosa che fece di “Twister” un avventuroso popolare di grande successo. Non a caso fu il primo film della storia americana a uscire in DVD.
Meno nobile, su Cine 34 alle 21, ma divertente, l’horror comico “Sono solo fantasmi” firmato da Christian De Sica, ma in realtà diretto dal figlio Brando, con Christian De Sica, Carlo Buccirosso, Gian Marco Tognazzi, Gianni Parisi, Leo Gullotta. Vi ricordo qualche simpatica battuta.
christian de sica sono solo fantasmi
“Ma che è sto bagnaticcio?” – “Me so’ pisciato addosso”. “Chi sei?” – “Sto cazzo!”. Il film, su soggetto di Nicola Guaglianone e Menotti, sceneggiatura scritta assieme a Andrea Bassi e Luigi Di Capua, vede tre fratelli acchiappafantasmi interpretati da Carlo Buccirosso, Gian Marco Tognazzi e dallo stesso Christian, alle prese con una marea di fantasmi napoletani particolarmente aggressivi.
Il più fetente è il fantasma scorreggione che tormenta il ristorante “La cozza d’oro” di Tommaso Bianco, che vediamo volare in mezzo al salone centrale sparando merda su tutti. La più cattiva è la fantasma della strega Janira che vuole vendicarsi sui napoletani seppellendoli sotto il Vesuvio.
Rispetto ai cinepanettoni dell’epoca De Laurentiis con Boldi e Christian siamo qui alle prese con una commedia decisamente moderna, all’americana, girata con trucchi e effetti speciali più che onorevoli, e le vecchie battute del genere, i vattelapigliand…. sono relegate a punteggiature del personaggio di Christian. Più sostanziale, insomma, è la rilettura alla Guaglianone del genere, il mischiare Napoli, commedia e fantasmi, che funziona molto bene, direi, grazie al set, grazie al cast e grazie a una regia a quattro mani che lascia la commedia al De Sica padre e l’horror al De Sica figlio.
christian de sica sono solo fantasmi
Orfani del giocatore incallito e viveur, i tre orfanelli, figli di madri diverse, Thomas, cioè Christian, mago cialtrone romano, Carlo, Carlo Buccirosso, napoletano trapiantato a Milano sposato con moglie ricca e antipatica, che parla anche in milanese, e Ugo, Gian Marco Tognazzi, il più matto, quello che studia i fantasmi di Napoli, scoprano ben presto che il padre gli ha lasciato solo una casa a Napoli, grande sì ma sotto ipoteca da 150 mila euro. Se entro 40 giorni non troveranno quella cifra, la perderanno.
Diventati acchiappa-fantasmi grazie agli studi del fratello Ugo, scoprono così che Napoli è piena di fantasmi e di gente pronta a pagarli per eliminarli. Decidono così di salvare la loro proprietà. Il resto ve lo vedete.
christian de sica sono solo fantasmi
Ripeto. E’ divertente. E anche la parte horror funziona. Per non parlare dei tanti riferimenti ai film di De Sica padre legati a Napoli, da L’oro di Napoli con la signora Cuccurullo e alle battute di Leo Gullotta riprese da Oggi, domani e dopodomani.
Su Rai Movie alle 21, 10 trovate il modesto thriller spionistico “The Double” di Michael Brandt con Richard Gere, Topher Grace, Martin Sheen, Odette Annable, Stephen Moyer, Stana Katic. Pessimi giudizi critici.
Rai Storia alle 21, 10 propone “The Post” di Steven Spielberg con Meryl Streep, Tom Hanks, Alison Brie, Matthew Rhys, Bruce Greenwood, Sarah Paulson. Bad History, sostenne dopo averlo visto James Goodale, allora collaboratore del “New York Times”, perché evidentemente il film di Spielberg spinge tutta la storia dal punto di vista del “Washington Post” esagerando il suo impegno nella vicenda dei Pentagon Papers a scapito dei giornalisti del Times, che non solo furono i primi a fare uscire lo scoop, ma anche i primi, e questo nel film non si vede, a procedere contro le decisioni illeberali della presidenza Nixon.
Al di là della polemica, più che giusta, va detto, a Spielberg e ai suoi sceneggiatori interessavano però anche altre cose legate alla storia dei Pentagon Papers, che uscirono nel 1971 e portarono avanti un processo di controinformazione che sfocerà qualche anno più tardi nel caso Watergate, dove protagonista furono davvero il Post coi suoi due celebri giornalisti, Bob Woodward e Carl Bernstein, immortali al cinema in Tutti gli uomini del presidente da Robert Redford e Dustin Hoffman, e il suo direttore Ben Bradlee, impersonato da Jason Robards, molto più credibile nel ruolo di Tom Hanks.
meryl streep e katharine graham
Forse a Spielberg e soci importava, nel primo anno della prima presidenza Trump, un film sulla libertà di stampa. Li possiamo capire. Anche se, curiosamente, The Post nasceva, a quel che ha detto Meryl Streep, sull’onda della sicurezza della vittoria di Hillary Clinton, dell’arrivo della prima donna americana presidente. E la storia di Katherine Graham, la prima editrice donna di un giornale americano all’interno di un’industria e di un mondo tutto maschile, avrebbe avuto allora un altro senso.
Eppure acquista oggi ancora più senso, e questo Spielberg non poteva saperlo, davanti al movimento fortissimo del #metoo e delle rivincite femminile contro il potere maschile. Al punto che il personaggio di Katherine Graham interpretato da Meryl Streep, che passa da ruolo di spaesata figlia e vedova di editori in un ruolo maschile che, agli occhi della stampa del tempo, non le poteva competere, a forte paladina della libertà di stampa in grado di far diventare “The Post” un giornale vero, di pari importanza del “New York Times”, sviluppa qualcosa che va ben oltre lo scandalo dei Pentagon Papers, ai nostri occhi.
Perché grazie a lei non solo gli americani prendono coscienza di tutto quello che per anni i vari presidenti avevano nascosto riguardo la guerra in Vietnam, questo rivelavano i Pentagon Papers voluti da Bob McNamara per documentare la storia del paese trafugati nel 1967 e passati prima al New York Times e poi al Post, ma la stessa Katherine Graham prende coscienza, e noi con lei, della sua libertà e del suo potere all’interno di un mondo totalmente maschile. Detto questo ci vuol coraggio a girare ancora oggi un film così.
Da noi, e lo sappiamo tutti, nessuno si sarebbe azzardato a fare un film non dico sulla famiglia De Benedetti, ma nemmeno sul caso Ariosto-Dotti-Barbarossa portato avanti sull’Espresso, che contribuì alla caduta del governo Berlusconi o alla battaglia di Camilla Cederna contro la presidenza Leone.
Su Iris alle 21, 15 trovate “Seberg”, biopic sulla mitica Jean Seberg, diretto da Benedict Andrews con Kristen Stewart, Margaret Qualley, Zazie Beetz, Vince Vaughn, Anthony Mackie. Si capisce fin dalle prime scene che questo Seberg, è un disastroso fumettone, inferiore anche al recente “Nouvelle Vague” di Richard Linklater, dove il personaggio della Seberg sembrava più interessante. Qui la brava Kristen Stewart forse somiglia alla vera Seberg, ma non ha nulla del fascino malato, della tristezza così glam dell’eroina di Santa Giovanna di Otto Preminger, che interpretò a 18 anni, di Bonjour tristesse, di Fino all’ultimo respiro di Jean-Luc Godard, di Lilith di Robert Rossen, dove la vediamo assieme a Peter Fonda.
JEAN PAUL BELMONDO JEAN SEBERG - FINO ALL ULTIMO RESPIRO
E non le somiglia nemmeno fisicamente, troppo asessuata la Stewart, senza corpo anche quando è nuda, mentre la Seberg, anche nei suoi film italiani, penso a Questa specie d’amore di Alberto Bevilacqua, che si vantava di una storia con lei, o nel superiore Ondata di calore di Neo Risi o in Camorra di Pasquale Squitieri, riesce comunque a trasmetterci una carica sessuale e un malessere pulsante.
Certo, difficile scordarla nei film di Claude Chabrol, o nei due film diretti dal marito scrittore Romain Gary, i superbizzarri “Gli uccelli vanno a morire in Perù”, forse quello che descrive meglio la sua tensione sessuale, e “Kill”. Film che, assieme a “Fine all’ultimo respiro”, ne hanno fatto una icona della Nouvelle Vague e del cinema anni ’60.
jean seberg fino all’ultimo respiro
Questo Seberg ci mostra la star in un momento particolare della sua vita quando, moglie di Romain Gary, si sposta in America per girare il musical western di Joshua Logan “La ballata della città senza nome” con Clint Eastwood e Lee Marvin, e si innamora di un leader delle Black Panther, Hakim Jamal, interpretato da Anthony Mackie, e della sua causa.
Diventando anche lei, da star hollywoodiana, una rivoluzionaria. E finendo così tra le braccia proco raccomandabili della FBI, che ne segue ogni passo e ogni stravaganza. Perché non si limita certo a una storia con Jamal e entra in un vortice che la porterà a una triste morte per overdose di barbiturici nel 1979, a 40 anni da poco compiuti. Ambientando il film tra il 1968 e il 1969 in una Hollywood contaminata da hippies, pantere nere, radical chic europei, intellettuali e spioni, è ovvio cercare un paragone con la Sharon Tate descritta da Quentin Tarantino in C’era una volta a Hollywood.
C’è anche una delle stesse attrici, Margareth Qualley. Ma dove Tarantino detarantinizzava la sua Sharon Tate facendone una sorta di presenza angelica del cinema di allora, qua si cerca di fare di Jean Seberg un personaggio più profondo e complesso.
Purtroppo né gli sceneggiatori né il regista né la stessa Kristen Stewart, che si espone in prima persona, riescono a far funzionare fino in fondo questa Jean Seberg, che ci piace solo quando, appena scesa da un aeroplano si avvicina alle Black Panthers e si fa fotografare insieme a loro col pugno chiuso.
La7 alle 21, 15 punta sul sicuro con “Mine vaganti” di Ferzan Özpetek con Riccardo Scamarcio, Alessandro Preziosi, Carolina Crescentini, Nicole Grimaudo. Non ha buone critiche lo stravagante “Junior”, commedia di Ivan Reitman con Danny De Vito, Arnold Schwarzenegger, Emma Thompson, Pamela Reed dove lo scienziato Schwarzenegger rimane volutamente incinto per il bene delle scoperte mediche. Ci crediamo? Insomma…
Su Tv2000 alle 21, 40 passa il tristissimo “Ritorno alla vita” diretto da Wim Wenders, sceneggiato da Bjørn Olaf Johannessen, con James Franco, che in un incidente d’auto uccide un ragazzo e la sua vita crolla completamente. Ci sono anche Rachel McAdams, Charlotte Gainsbourg, Marie-Joseé Croze, Robert Naylor. Lo ricordo un po’ noioso.
Passiamo alla seconda serata con un bel film sulla guerra in Bosnia del 1995, “Quo vadis, Aida?”, scritto e diretto da Jasmila Zbanic con Jasna Djuricic, Izudin Bajrovic, Boris Ler, Dino Bajrovic, Boris Isakovic. Su Rai4 alle 23, 10 passa l’horror “Becky” di Jonathan Milott, Cary Murnion con Lulu Wilson, Kevin James, Joel McHale, Amanda Brugel, Robert Maillet e il suo sequel, “L’ira di Becky”, diretto da Matt Angel, Suzanne Coote con Seann William Scott, Courtney Gains, Lulu Wilson, Gabriella Piazza, Matt Angel.
Cine 34 alle 23, 10 propone la commedia sulla nuova realtà romana “Tutti contro tutti”, opera prima di Rolando Ravello con Rolando Ravello, Kasia Smutniak, Marco Giallini, Stefano Altieri, Lidia Vitale. Il film, come la commedia che Ravello aveva portato a teatro interpretando tutti i ruoli, partiva da una storia vera.
Una famigliola romana, che vive in una casa abusiva, esce dal proprio appartamento per la prima comunione del ragazzino. Quando tornano per festeggiare trovano la casa occupata da altri disperati che non se ne vogliono andare.
Questa storia vi ricorda qualcosa, vero? Un po’ finto il “Midway” di Roland Emmerich con Ed Skrein, Patrick Wilson, Woody Harrelson, Luke Evans, Aaron Eckhart, Dennis Quaid,.
Iris alle 23, 20. Italia 1 alle 0, 20 propone un film che mi piacerebbe vedere che al tempo ci sembrò inutile, “Starsky & Hutch”, reboot cinematografica della celebre serie tv diretto dal Todd Phillips di “Joker” con Ben Stiller, Owen Wilson, Snoop Dogg, Vince Vaughn, Juliette Lewis, Amy Smart.
Rai Movie alle 0, 50 propone “Al di là del bene e del male” di Liliana Cavani con Dominique Sanda come Lou Andrea Salomé, Erland Josephson come Nietzsche, Robert Powell, come Paul Rée, e Virna Lisi. All’epoca mi sembrò ridicolo. Ma evidentemente andrebbe rivisto.
kris kristofferson bob dylan pat garrett and billy the kid
Su Rete Quattro all’1 passa il meraviglioso “Pat Garrett e Billy The KId” di Sam Peckinpah con James Coburn, Kris Kristofferson, Bob Dylan, Richard Jaeckel, Katy Jurado, Chill Wills. Da vedere nella copia integrale, però… anche se funziona anche tagliato e montato così.
Cine 34 all’1 passa una commedia a episodi di Ninni Pingitore, “Di che peccato sei?” con Tosca D'Aquino, Pippo Franco, Antonio Giuliani, Biagio Izzo, Cristiano Malgioglio. Purtroppo non l’ho visto. “Assassins” di Richard Donner con Sylvester Stallone, Antonio Banderas, Julianne Moore non è all’altezza del suo cast.
Lo trovate su Iris alle 2, 05. Rai Tre/Fuori Orario alle 2, 30 propone altri film di Gianni Amelio, come “La morte al lavoro” con Federico Pacifici, Eva Axen, Giovannella Grifeo, Fausta Avelli, seguito alle 3, 45 da “Effetti speciali” con Aldo Reggiani, José Quaglio, Olga Karlatos, Jacques Herlin e da “Bertolucci secondo il cinema”, backstage di “Novecento”, con interviste a Bernardo Bertolucci, Giuseppe Bertolucci, Laura Betti, Robert De Niro, Gérard Depardieu. Da registrare.
kris kristofferson pat garrett and billy the kid
La7 alle 2, 35 invece ci porta a Cuba e alla sua strepitosa musica con “Buena Vista Social Club” di Wim Wenders con Ry Cooder, Ibrahim Ferrer, Compay Segundo, Omara Portuondo. Ho sentito per anni la colonna sonora. Non era bello come si pensava “Il magnifico cornuto” di Antonio Pietrangeli con Claudia Cardinale, Ugo Tognazzi, Gian Maria Volonté, Salvo Randone, Bernard Blier, Rai Movie alle 3. La chiudo qui.
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