COME MAI ALLA DUCETTA È PARTITO L’EMBOLO CONTRO PRODI? PERCHÉ IL PROF HA MESSO IL DITONE NELLA…
Marco Giusti per Dagospia
Orfani di “The Crown”, magari forse voi no, mi sono buttato sulla quinta puntata della saga GucciFest diretta da Gus Van Sant e Alessandro Michele, ormai come fosse la mia serie preferita. Stavolta il tema è “I vicini”. Silvia Calderoni tutta gucciata con abitino nero trasparente e capello biondo, magari in attesa della nuova puntata di “Romulus”, guarda dalla sua finestra i simpatici vicini, ovviamente tutti un po’ fluidi, tutti vestiti Gucci e, soprattutto tutti magrissimi.
Proprio per questo mi ha un po’ stupito l’intervento della favolosa Billie Eilish in una tv, come fosse un vecchio video, che canta “Therefore I Am”, sorta di risposta agli haters che l’hanno bollata come “fat”. Il nuovo video, che prende il posto di quello diretto dalla stessa cantante dove prende d’assalto un centro commerciale completamente vuoto per mangiarsi un pretzel, penso sia diretto da Gus Van Sant (penso…) e la vediamo in una villa con due robot-droni.
Perché c’è un gruppo di ragazzi che suona, una vicina non più giovane, la grande Jenny Runacre che abbiamo amato il “Professione reporter” di Michelangelo Antonioni, “Jubilee” di Derek Jarman, “Le streghe” di Nicolas Roeg, “I racconti di Canterbury” di Pasolini e, soprattutto, in “The Final Programme”, follia fantascientifica di Robert Fuest, li sgrida. Pronta, Silvia Calderoni difende i ragazzi musicherelloni. E la cosa finisce lì.
GUCCI FEST - ALESSANDRO MICHELE
Adorabile Jenny Runacre… Stasera, al di là della GucciFest, posso proporvi su Iris alle 21 “Che bella giornata” di Gennaro Nunziante con Checco Zalone, uno dei suoi grandi film, e su questo Dago non può dire niente. Non è un capolavoro, ahimé, “Fai bei sogni” di Marco Bellocchio, Rai Storia alle 21, 10, tratto dall’omonimo bestseller di Massimo Gramellini. Ci sono Valerio Mastandrea che fa lo stesso Gramellini giornalista con problemi (chi non li ha?), Guido Caprino che fa suo padre, Bérenice Bejo e Miriam Leone sempre bellissime. La scena dove Caprino e Mastandrea recitano insieme, uno (Caprino) truccato da vecchio e l’altro (Valerio) truccato da semi-giovane con parrucchino è stracultissimo, ma anche molto imbarazzante. Poi, sul fatto che Miriam Leone e Bérenice Bejo possano innamorarsi di Gramellini o, peggio, che possano interpretare le sue donne storiche, che conosciamo, avrei qualche dubbio. Ma il cinema è il cinema...
Devo dire però che Il film più raro e di culto da vedere alle 21 è però “La banda J&S-Cronaca criminale del West” di Sergio Corbucci con Tomas Milian e Susan George. J. & S. sta per Jed Trigado, il solito bandito messicano simpatico di Milian con scoppola e pellicciotto, più o meno un Monnezza, anche se si doppia da solo e non con la voce di Ferruccio Amendola, e Sonny, cioè la bella Susan George, inglese appena uscito da “Cane di paglia” di Sam Peckinpah, un’aspirante banditessa, figlia del becchino del paese, che vuole far coppia con Jed.
Il bandito è appena evaso dalla prigione e lo rincorre con fin troppo zelo il sadico sceriffo Franciscus, cioè Telly Savalas, che le prova tutte, anche quella di amnistiare tutti quelli che gli consegnaranno vivi o morti J & S. Siamo già dalle parti del western comico alla Bud Spencer e Terence Hill, con Milian che si lancia in battute ispano-romane (“fà du’ buchi ar cappello, ’a bove!” rivolto a un cornuto), c’è perfino Laura Betti come maitresse amica del nostro. “Fa una proprietaria di bordello spettacolare, alla Bette Davis”, ricordava Corbucci, mentre la Betti si augurava di poter fare un ruolo alla Claire Trevor di Ombre rosse.
Fra Tomas Milian e Susan George il rapporto è sul cameratesco con qualche punta di sexy romantico. Lei è vergine e lui, che aveva appena tentato di stuprarla, quando lo scopre, gli dice: “Pure vergine, a me le vergini me fanno schifo!”. Al tempo sembrò un film minore, noiosetto, ma oggi è piuttosto rivalutato.
Anche grazie a un uso pauroso di parolacce, perfino nell’edizione internazionale, che finisce con Tomas Milian che fa la sua dichiarazione d’amore a Susan George: “Sonny, I love you, you Motherfucker!”. Anche Corbucci riconosceva che il film non aveva avuto fortuna, ma che era tra i suoi migliori. Il motivo del fiasco, secondo il regista, era aver dato alla donna, in questo caso Susan George, la stessa importanza che dava agli uomini.
Non ricordo bellissimo, invece, “Ritorno al Marigold Hotel” di John Madden, previsto su Rai Movie alle 21, 10, con grande cast di vecchi bravi e arzilli attori inglesi, Judi Dench, Maggie Smith, Bill Nighy, però si vede con grande piacere. Lo chiesero anche a Ursula Andress di unirsi alla compagnia, ci pensò un po’, ma alla fine rifiutò. Rivedrei invece un grande classico della nostra infanzia (almeno della mia), “Il ponte sul fiume Kwai” di David Lean con Alec Guinnes nel ruolo, credo, della sua vita, William Holden e Sessue Hayawaka. 7 Oscar nel 1958, film, regia, sceneggiatura, allora firmata solo dall’autore del libro, il francese Pierre Boulle, e non dai due veri sceneggiatori Carl Foreman e Michael Wilson perché blacklisted in quanto comunisti, protagonista, Alec Guinness, che cambiò molto il personaggio rendendolo più umano, fotografia, musica, montaggio.
lauren bacall e humphrey bogart
Indimenicabile la marcetta col fischio, “Colonel Bogey March”, di Malcolm Arnold, ricordo perfettamente il 45 giri. Sembra che Arnold, su ordine di Sam Spiegel, compose tutta la colonna sonora in dieci giorni per poter far uscire il film il 31 dicembre del 1957 e mandarlo agli Oscar. Indimenticabile pure la parodia che prontamente ne fecero in tv a “Un, due, tre” Vianello come l’inglesissimo Alec Guinnes e Tognazzi come il giapponese Sessue Hayawaka. Leggo che il produttore Sam Siegel avrebbe prefrito come colonnello Laurence Olivier, che rifiutò perché stava girando “Il principe e la ballerina”, o Charles Laughton.
Del resto neanche Guinness era molto convinto del suo ruolo. William Holden, invece, subentrò dopo che vennero scartati sia Humphrey Bogart che Cary Grant. Prese 300 mila dollari e il 10% sugli incassi pagati a 50 mila dollari all’anno. Vedo che, con vero affetto, Rai Movie dedica la seconda serata a una giovane regista italiana, Valentina Pedicini, scomparsa proprio ieri per un brutto cancro che ce l’ha portata via. Si vedrà “Dove cadono le ombre”, un suo serio e riuscito film di pochi anni fa che si vide a Venezia interpretato da Federica Rossellini, Elena Cotta e Josafat Vagni.
gina lollobrigida e vittorio de sica
Alle 23 Iris propone un grande classico della commedia all’italiana, forse uno dei film più divertenti di Alberto Sordi diretto da maestro da Luigi Zampa, “Il vigile”. Tratto da un vero fatto di cronaca, un vigile inflessibile che aveva multato anche il sindaco, diventa una sorta di perfetta macchina comica in mano a Zampa e a Sordi. Il loro vigile Celletti non solo multa il sindaco Vittorio De Sica che lo ha fatto assumere, ma anche la star Sylva Koscina che pure corteggia, finendo per sbugiardare tutta la famiglia, dal suocero Nando Bruno al nonno Carlo Pisacane alla moglie Marisa Merlini.
Ma solo vedere Sordi sulla moto bardata da pizzardone romano è uno spettacolo. Imperdibile anche “Il fiore delle mille e una notte”, Rai Movie 00, 55, ultimo film della trilogia della vita di Pier Paolo Pasolini, forse il più libero. Ci sono Ninetto Davoli, Ines Pellegrini, Tessa Bouché e Franco Citti come genio della lampada. Rai 1, alle 2 di notte, manda in onda un potente film prodotto e girato in Francia sulla condizione delle donne in Turchia, “Mustang”, opera prima della trentenne franco-turca Deniz Gamze Erguyen. Lì, cinque ragazze, cinque sorelle, crescono assieme nella casa dello zio e della nonna.
piero paolo pasolini con ninetto davoli 2
Sognano quello che sognano tutte le ragazze del mondo, grazie anche a Internet e alla tv, ma si scontrano ogni giorno di più con la mentalità repressiva della cultura maschilista del paese in un lontano paesino turco. Ma la rivolta è appena iniziata. Il film parte dalle condizione femminile nel proprio paese e dallo scontro politico e sessista che qualsiasi desiderio di emancipazione comporti per affrontare il tema più ampio che è la rivoluzione in atto in Turchia come in Marocco e in tanti altre nazioni.
Una rivoluzione, abbiamo visto, che il regime di Erdogan ha stroncato praticamente sul nascere. Su Sky, infine, vedo alle 5 di notte che fanno il bellissimo noir romantico di Michael Mann “Strade violente”/”Thief”, con James Caan, Tuesday Weld e Willie Nelson. Imperdibile. Come il magistrale “Fievel sbarca in America” di Don Bluth, sempre su Sky, alle 2 di notte. Registrare, registrare.
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