luca borromeo - roberto roy dolce

JUST A GIGOLÒ - L’INTERVISTA DOPPIA A LUCA BORROMEO E ROBERTO ROY DOLCE, I DUE “ACCOMPAGNATORI” PIÙ NOTI D’ITALIA - LE TARIFFE E I GUADAGNI, LE RICHIESTE PIÙ STRANE DEI CLIENTI, IL LAVORO DURANTE IL LOCKDOWN, GLI “EFFETTI COLLATERALI” DEL MESTIERE, LE DONNE CHE VANNO CON UN GIGOLÒ PER LA PRIMA ESPERIENZA SESSUALE E QUELLE CHE LO “NOLEGGIANO” PER RECITARE UN RUOLO PER…

Mattia Pagliarulo per Dagospia

 

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Per chi non lo sapesse, Luca Borromeo e Roberto Roy Dolce sono i due gigoló più noti d’Italia. Diversi tra loro, uno eterosessuale ed uno bisessuale, entrambi molto richiesti e molto ben pagati. Quali sono state le richieste più strane ricevute da clienti? Quanto chiedono a prestazione? La dotazione in questo lavoro è importante? Scopriamo questo e tanto altro in questo “incontro virtuale” con due imprenditori del sesso di serie A.

 

D. Da quanti anni avete deciso di intraprendere la carriera di gigoló?

-Roberto: Non ho deciso di essere un gigoló, lo sono diventato strada facendo e senza rendermene conto, almeno inizialmente. Sono comunque quasi vent’anni che le donne mi pagano per avere la mia compagnia.

 

-Luca: In realtà tutto è avvenuto senza che io lo avessi previsto: all’epoca un mio amico mi propose per gioco di pubblicare i nostri rispettivi profili su un sito web di annunci di gigolò, facendoci delle foto a vicenda sia elegantemente vestiti che nudi, con “l’attrezzatura” bene in mostra, anzi in assetto da battaglia e con la descrizione di ciò che noi proponevamo. Siccome io non ero affatto prevenuto nei confronti di questo tipo di sfide accettai con piacere; ebbene, dal giorno dopo la pubblicazione del materiale, con nostra enorme sorpresa, arrivarono ad entrambi numerose chiamate ma lui che era stato il promotore dell'iniziativa rifiutò di andare agli appuntamenti mentre io, animato dall’orgoglio di essere stato scelto, decisi di accettare le richieste.

 

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Coloro che incontravo, i cosiddetti "clienti", dichiaravano di essere contenti di avermi contattato e di avermi scelto, pensando addirittura che io fossi un professionista "sulla piazza" da diverso tempo! Quelle attestazioni di stima per me, oltre al guadagno interessante che da questo "gioco" ne derivava, m'indussero a proseguire e propormi in maniera più professionale attraverso servizi fotografici in studio, una maggiore diffusione online su altri siti specializzati e accettare la proposta di girare film per adulti..

 

D. Siete disponibili ad accompagnare solo donne o anche uomini, travestiti e transessuali?

-Roberto: Io sono etero e lavoro con le donne ma spesso mi contattano uomini che comunque ci provano ad avere un appuntamento con me. Agli inizi mi è capitato di uscire con uomini per incontri soft, spesso chiedevano anche solo la mia compagnia, ma ormai sono cosi impegnato con le donne che li rifiuto.

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-Luca: Nel mio lavoro di gigolò, o "escort", come si usa anche dire che poi in italiano non vuol dire "prostituto" ma "accompagnatore", per esempio in viaggio, ad eventi, a cena, a fare shopping etc, il sesso del cliente non rappresenta una discriminante. Inoltre io non ho nessun problema a dichiarare la mia bisessualità, per cui, anche per appuntamenti che prevedono di trovarsi in situazioni molto intime, io non vivo ostacolo alcuno ad incontrare sia l’uomo che la donna, sia i travestito che il transessuale. Anzi! E' la prima volta che io ne parlo pubblicamente: per un breve periodo in passato, circa sei anni fa, ho anche accarezzato l’ipotesi di lavorare come travestito perché i travestiti sono molto richiesti e assai ben pagati, se sanno proporsi con classe.

 

D. Che tipologia di clienti vi contattano?

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-Roberto: Mi chiamano soprattutto donne, sia sposate che single, coppie, giovani ragazze in cerca di emozioni forti e trasgressione, donne spesso non più giovanissime che non hanno mai avuto esperienze sessuali e vogliono togliersi questo pesante segreto. Le donne che mi contattato non sono sempre alla ricerca di sesso ma a volte mi affittano anche per interpretare ruoli in determinate situazioni: un amico da portare ad una festa, un matrimonio, un funerale, un divorzio oppure un finto fidanzato da esibire in famiglia o a cena con gli amici.

 

-Luca: Io vengo contattato da tipologie molto diverse tra di loro sia per età (dai 18 anni in su), professione e estrazione sociale. Sia single che coppie, sia etero che gay e con le richieste più disparate. Molte di queste persone ricoprono posti di responsabilità e di potere, oppure lo hanno fatto in passato perché adesso sono anziane e in pensione.

 

D. Accade spesso che ci si fermi solo alla cena?

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 -Roberto: Può succedere, ma non è poi così frequente. Di solito il sesso è un effetto collaterale di una serata o un pomeriggio trascorso piacevolmente insieme. I meccanismi non sono molto differenti da ciò che succede in situazioni normali. Esci con una donna, si sta bene, c’è sintonia, si finisce a letto. Il vantaggio che ho io è di essere stato scelto, quindi non devo convincerla o corteggiarla, e di essere pagato per una cosa per la quale molti uomini spendono.

 

-Luca: A dispetto di alcuni miei colleghi che per non sentirsi sminuiti nel ruolo fanno credere che i loro clienti si limitino per lo più a chiedere compagnia per la cena io ritengo normale che la serata possa proseguire gustando il "dolce in camera". Non mi sento affatto sminuito che qualcuno voglia finire un appuntamento a letto e, visto che il mio compenso varia a seconda del tempo che egli vuole passare con me, più stiamo assieme e ci divertiamo più io ci guadagno!

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D. Qual è stata la richiesta più strana che avete ricevuto?

 -Roberto: Ce ne sono state tante, come ad esempio fingere un matrimonio, oppure fare sesso spiati al buio da una terza persona, un ultimo desiderio prima di morire. Una cosa che mi ha molto stupito sono le madri che regalano alle figlie questa esperienza o viceversa. È un segno dei tempi, della grande emancipazione in atto nella donna. Il sesso vissuto non più come tabù, ma come diritto sacrosanto e del quale non bisogna vergognarsi. Avere desiderio, pulsioni, non è più una sola prerogativa maschile. Alcuni di questi episodi li racconto dettagliatamente nel mio primo libro “Un’immagine allo specchio” storie di un gigoló.

 

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-Luca: Per svolgere al meglio la professione di gigolò, sono necessarie una notevole apertura mentale e un'ottima capacità di ascolto, senza giudicare se la richiesta avanzata da uno uomo, una donna o una coppia siano strane o meno. Non posso ritenere che una richiesta sia più strana di un’altra ma, posso solo chiedermi se sono in grado o non la sono di realizzarla. Vivo assieme ai miei clienti il loro "lato oscuro", quell'aspetto della loro vita che attiene in genere la sfera intima ma che spesso riguarda la soddisfazione delle loro fantasie erotiche più inconfessabili, il superamento di alcuni blocchi mentali e sessuali e la violazione dei loro tabù.

 

D. Quanto guadagnate di media al mese e quali sono i prezzi per le vostre prestazioni?

-Roberto: Guadagno bene e non mi lamento, preferisco non parlare di cifre esatte anche perché da anni sono “perseguitato” dall’Agenzia delle Entrate che pretende di tassare la mia attività di gigoló. Le tariffe che applico variano a seconda della telefonata che ricevo, se intuisco che la cliente può spendere chiedo cachet più alti, se invece sento una voce giovane e timida a volte mi intenerisco a capisco che non devo esagerare nella richiesta.

 

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-Luca: nella mia città domando per un appuntamento 200 euro l'ora e che in una giornata di ore ve ne sono ben 24 fate un po' voi il conto di quanto io potrei portare a casa di guadagno lordo in un mese! Naturalmente, trattandosi di una libera professione, io non posso dichiarare un guadagno fisso ogni mese. Quando vengo richiesto in altre città il mio compenso diventa più alto, via via che la distanza che devo coprire aumenta.

 

D. In questo periodo di restrizioni dovute al Covid come avete gestito il vostro lavoro?

- Roberto: Come tutti sono stato in lockdown per due mesi e ho rispettato alla lettera le norme, ho approfittato di quel tempo per mantenere i contatti con i clienti.

 

- Luca: L'emergenza Covid, come nel caso di molte altre professioni e lavori, ha limitato fortemente la mia attività e ridotto in modo sensibile i miei guadagni, considerando anche che una percentuale significativa della mia clientela è composta da stranieri, molti dei quali vivono negli USA, nei paesi mediorientali e in Asia e che fino a febbraio 2020 io incontravo durante i loro soggiorni in Italia ma che spesso io raggiungevo anche nei loro paesi.

 

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Esiste inoltre una parte dei miei clienti italiani che vorrebbe incontrarmi ma è frenata dalla paura del contagio. La limitazione degli spostamenti e degli incontri mi ha permesso, di sviluppare la mia attività in "smart working" per cosi dire; ovvero incontri virtuali in rete e invio a pagamento di materiale fotografico e video, servizi che io offrivo anche prima della pandemia.

 

D. Vi è mai capitato di innamorarvi di un/una cliente?

 -Roberto: Se fai questo mestiere non puoi permetterti di innamorarti, non è il tuo ruolo quello. Un gigoló che si innamora non è portato per questo lavoro. Io non mi sono mai innamorato, capitano brevi infatuazioni, clienti con le quali stai particolarmente bene, ma sono attimi di vita vissuta insieme.

 

-Luca: Certo che mi è capitato di innamorarmi dei miei clienti, sia di uomini che di donne!

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L'innamoramento non è un fenomeno riguardante esclusivamente la mia attività, poiché anche un medico si potrebbe innamorare della propria paziente, un professore del proprio allievo e un prete della propria parrocchiana. Se innamorarsi di qualcuno che ti paga può migliorare la qualità del servizio, bene venga pure quello; tanto alla fine è il denaro che crea la distanza e la dialettica escort-cliente.

 

D. Vi è mai capitato che un/una cliente vi stalkerasse in maniera pesante?

 -Roberto: Si è successo. Sono situazioni spiacevoli, anche perché io sono sempre molto chiaro e non lascio spazio al dubbio. Alcune clienti confondono momenti di intesa con una relazione vera, non si arrendono al fatto si tratti di un rapporto a pagamento e tempo, diventano gelose e possessive e mi perseguitano di messaggi pressanti e insistenti.

 

 -Luca: Certo, capita assai spesso che siano loro a innamorarsi o attaccarsi in maniera morbosa, in quest'ultimo caso essi possono diventare assai gelosi delle mie frequentazioni.

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D. Siete fidanzati? Come si può gestire una relazione sentimentale facendo questo lavoro?

-Roberto: No, non sono fidanzato, nessuna donna potrebbe sopportare di stare con me a queste condizioni, ma credo che se la partner è d’accordo e di ampie vedute e vede questo mestiere come un vero e proprio lavoro, una relazione potrebbe anche funzionare. Certo, ci vogliono persone con una forte personalità e intelligenza, donne indipendenti e sicure di sé che non temono il confronto con le clienti.

 

-Luca: E se io vi dicessi che sono sposato? Vi lascio con questo dubbio ma in ogni caso penso che ognuno di noi abbia diritto ad avere una vita privata.

 

D. Con quale donna o uomo famoso vi piacerebbe passare una notte di fuoco?

-Roberto: Sai che non ci ho mai pensato? Ho una tale varietà di donne nella mia vita che difficilmente ne desidero altre. A me piace la donna mediterranea, formosa, femminile, sexy. Pensandoci bene però la mia fantasia erotica maggiore è fare sesso con una donna sconosciuta, mai vista prima, incontrata casualmente. Una donna con la quale senza troppi convenevoli faccio sesso preso da una irrefrenabile voglia.

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-Luca: Se io potessi decidere da chi essere scelto in questo caso non disdegnerei che fosse Donal Trump.

 

D. Cosa pensate della regolamentazione della prostituzione in Italia?

-Roberto: Sarebbe un segnale di grande civiltà e giustizia nei confronti di chi ancora si deve nascondere. I lavoratori del sesso non hanno diritti, se mettono soldi in banca vengono perseguitati dal fisco. Siamo nel terzo millennio e ancora si discute sulla prostituzione, come se fossimo feccia da tenere ghettizzata e nascosta. Noi facciamo stare bene i nostri clienti, sono loro che ci contattano, offriamo un servizio per il quale c’è molta richiesta. Perché non considerarlo un lavoro come un altro? Il sesso lo fanno tutti, non vi è nulla di scandaloso.

 

-Luca: penso che la regolamentazione della prostituzione sia una cosa necessaria ma non nella forma vetusta e consunta come quella della riapertura delle cosiddette case chiuse. Da tempo accarezzo l'idea di creare una Scuola di Formazione, un' Accademia riconosciuta a livello legale per chi vuole intraprendere, come libero professionista questa attività al meglio.

 

D. Vediamo se riusciamo a sfatare una leggenda metropolitana: è così importante la dotazione in centimetri per un uomo?

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- Roberto: Se parliamo di uomini particolarmente mini-dotati magari può diventare un problema, ma credo sia più una fissa maschile quella delle dimensioni. Le donne non ci fanno particolarmente caso anche perché molte donne che contattato un gigoló non hanno poi tutti questi termini di paragone. Nel sesso sono molte le componenti che contano, puoi avere un organo sessuale da oscar ma essere negato nel resto. Le donne sono molto cerebrali e amano un coinvolgimento che va oltre gli schemi sessuali prettamente maschili. Una donna deve partire di cervello per fare del bel sesso, è li che conta la dotazione, nella penetrazione cerebrale. A volte mi capita mi chiedano le dimensioni, ma so già che non sono richieste femminili, ma messaggi di uomini che si fingono donne. Ovviamente se fai il gigoló sarebbe bene tu avessi una dotazione sopra la media…È come fare la cantante se sei stonata…meglio lasciar perdere.

 

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-Luca: Le dimensioni del proprio pene per un gigolò contano e certo, se io fossi stato un mini dotato non avrei avuto tanto successo in questo lavoro. In ambiente gay, conosco molti uomini con il gusto feticistico del "big size". Tuttavia non ritengo che una generosa dotazione sessuale e un bel fisico non siano gli elementi sufficienti per svolgere al meglio questo lavoro perchè occorrono molte altre qualità. Per esempio occorrono anche un certo stile e del buon gusto se si vuole essere considerati credibili nel ruolo.

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