RIUSCIRÀ SALVINI A RITROVARE LA FORTUNA POLITICA MISTERIOSAMENTE SCOMPARSA? PER NON PERDERE LA…
Marco Giusti per Dagospia
E stasera che vediamo? Lo so che ci sono film importanti in prima serata, da “Split”, grande ritorno all’horror di successo di M. Night Shyamalan con James McAvoy con le sue 23 diverse personalità che tiene prigioniera Anya Taylor-Joy in uno stanzino, Mediaset Italia 2 alle 21, 15, a “Judy”, il biopic su Judy Garland diretto da Rupert Goold con Renée Zellweger, Jessie Buckley, Finn Wittrock, Rufus Sewell Rai Movie alle 21, 10, da “Il discorso del Re” di Tom Hooper con Colin Firth che si fa curare la balbuzie da Geoffrey Rush per poter trasmettere via radio un discorso accettabile, Iris alle 21, al sempre perfetto “La moglie in vacanza… l’amante in città” di Sergio Martino con Edwige Fenech, Lino Banfi, Barbara Bouchet e Renzo Montagnani, Cine 34 alle 21, ma su Cine 34 alle 22, 50 arriva qualcosa di davvero inaspettato.
Il rarissimo, ricercatissimo, credo terribililissimo, “Baila guapa” di Al Midweg alias Adriano Tagliavia, montatore nonché fratello del regista Roberto Mauri, con la mitica Gloria Piedimonte, proprio quella del Baila Guapa di Boncompagni a Discoring, Erna Schurer, Vincenzo Crocitti, Enzo Avallone, Giancarlo Prete e i complessi I College, il Gruppo Europa, La Nuova Stagione, i Milk and Coffee. Per anni avevamo creduto che il film fosse stato diretto da Gianni Boncompagni per la dicitura, sui flani, “Gianni Boncompagni presenta Gloria Piedimonte, la ragazza di Discoring, in uno scatenato film rock”. Da questo si pensava che il fantomatico Al Midweg potesse essere lui, che firmava già la musica del film assieme a Paolo Ormi, ma che soprattutto aveva scoperto la Guapa di Disco Ring.
Lo stesso Boncompagni mi confermò, comunque, ma non ci volli credere fino in fondo, che non era lui il regista del capolavoro introvabile, ma il più oscuro Tagliavia. La storia è una sorta di “Flashdance” con la bella ragazza operaia che vuole solo ballare le musiche del momento in discoteca e fa una serie di cattivi incontri. Gloria Piedimonte, che è morta proprio nel gennaio di quest’anno a Mantova a 66 anni di Covid, prima di arrivare nel 1979 a ballare in tv e a far la protagonista di “Baila Guapa”, che sarà il suo ultimo film, aveva girato una dozzina di film di ogni tipo negli anni ’70, “A tutte le auto della polizia”, “La supplente”, “Oh, mia bella matrigna”, “Vizi privati, pubbliche virtù”, “La svastica nel ventre”, “Amore all’arrabbiata”, “Kriminal Porno”, nei ruoli di cameriera, vittima di stupro, ballerina di night, ragazza sequestrata.
willy wonka e la fabbrica di cioccolata
Anche ruoli piccanti come si faceva a quel tempo. Oltre al cinema, Gloria aveva inciso dei dischi e aveva fatto teatro con Sylva Koscina (“Tutti i nudi vengono al pettine”) e Macario. Nei primi anni’80 fece fotoromanzi, seguitò a cantare e apparve anche nuda su “Playboy”, “Blitz”, “Le ore”. Ma non smise mai di ballare e di cantare. La nascita di un figlio e averlo cresciuto senza un padre, e un po’ di gelosie del mondo dello spettacolo finiscono per pesarle sulla carriera. Si ritirerà a Mantova. La invitammo a Stracult qualche anno e tornò a ballare il celebre Baila Guapa. Altri film da vedere in prima serata? Beh, ci sarebbe “Willy Wonka e la fabbrica di cioccolata” su canale 27 alle 21, 10, il primo, quello di Mel Stuart con Gene Wilder, Jack Albertson, Roy Kinnear, scritto dallo stesso autore del romanzo, Roald Dahl, assieme a David Seltzer con le canzoni di Anthony Newley e Leslie Bricusse. Ci sono notizie discordanti riguardo le reazione di Dahl rispetto al film.
la vergine, il toro e il capricorno
Sembra che avesse così odiato le riscritture del copione di David Seltzer da non averlo mai visto. Però appare in fotografia alla prima del film. Vero però che non dette il permesso per farne il sequel, “Il grande ascensore di cristallo”. Gene Wilder invece non amava troppo il remake che ne fece Tim Burton. Italia 1 alle 21, 20 presenta invece un curioso film di Aldo Giovanni e Giacomo, “Il cosmo sul comò”, diretto da Marcello Cesena, che era anche il loro regista per gli spot pubblicitari di quegli anni. Ricordo il film bizzarro e divertente, ma non andò bene e Cesena non girò più niente con loro. Su Rai tre trovate invece l’argentino “La rapina del secolo” di Ariel Winograd con Guillermo Francella, Diego Peretti, Luis Luque, Pablo Rago, Rafael Ferro. Non so voi, ma io adoro i film sui grandi colpi alle banche.
la vergine, il toro e il capricorno 1
In seconda serata consiglio il documentario erotichello finlandese su Cielo alle 23, 15 “Metamorphoses – La schiavitù della perfezione” di Kati Juurus, dedicata a quattro ragazze che partecipano al concorso per Miss Bikini. Sono uno dei pochi fan dell’opera prima di Corrado Nuzzo e di Maria De Biase “Vengo anch’io”, Italia 1 alle 23, 30. Lo consiglio a Dago che è pazzo di Maria De Biase. “Mi hai riconosciuto dal prolifo di #cartogheter?”, fa lui, “No, dalla macchina di merda”, fa lei. Era un ottimo esordio comico, cattivo, aggressivo, divertente, politicamente scorretto e pieno di battute pesanti. Brutti, sfigati e cattivi, Corrado e Maria sono due buffi rifiuti della società patinata di oggi che si incontrano casualmente per un viaggio verso il Salento, ormai territorio cinquestelle.
Lui, Corrado, imbottito di farmaci di ogni tipo, è un reduce di una sinistra scomparsa (“Anche io avevo dei sogni, poi il comunismo è crollato, il muro è caduto, la Seat Marbella non la producono più…”) che va in Salento per suicidarsi. Lei, Maria, appena uscita di prigione per aver accoltellato quello che pensava fosse l’uomo che l’aveva messa incinta diciotto anni prima, va a Brindisi a trovare la figlia, Cristel Caccetta. In auto con loro un buffo ragazzetto con la sindrome di Asperger, in grado di dire solo la verità. Attraversano un’Italia desolata dove anche i ristoratori della costa marchigiana sembrano diventati tutti leghisti alla Traini.
“Uccidili tutti: non ne voglio che rimanga uno vivo. Sti meridionali ‘emmerda”, dice il pur napoletanissimo Francesco Paolantoni. Ovviamente tra il depresso di sinistra pronto al suicidio e l’ex galeotta con la borsetta piena di sex toys (“è un byte, la notte digrigno”) scoppia la scintilla, anche se a lui non tirava più da tempo. In fondo, Maria è romantica, tanto che si ricorda ancora il complimento che le fece l’uomo che la mise incinta, “Che bello culo che teni”.
Su Iris avete il ben più ricco “Apollo 13” di Ron Howard con Tom Hanks, Kevin Bacon, Bill Paxton, Gary Sinise, Ed Harris, Iris alle 23, 35. Nella notte spunta un vecchio film per la tv di Stefano Sollima, “Il covo di Teresa” con Lina Sastri, Pietro Taricone, Fausto Paravidino, Rai Premium alle 00, 55. Cine 34 alle 00, 55 ripropone Edwige in “La vergine, il toro e il capricorno” diretta da Luciano Martino, suo amante del tempo, La 7 all’1, 10 il biopic “Best” di Mary McGuckian con John Lynch, Ian Bannen, Linus Roache, Ian Hart. Rai 4 all’1, 20 “Zombie contro zombie” di Shinichiro Ueda, il film sugli zombie che attaccano la troupe di un film sugli zombi che è stato da poco riproposto in versione più ricca da Michel Hazanavicius in “Coupez”.
Rai Tre all’1, 20 mette sul piatto addirittura “Ginger e Fred”, tardo film di Federico Fellini dedicato alla tv berlusconiana, alla pubblicità, alla fine del mondo dello spettacolo come lo avevamo conosciuto nel secolo scorso, con Marcello Mastroianni e Giulietta Masina che fanno la vecchia coppia di ballerini Ginger e Fred riesumati per un programma di vecchie glorie alla Carlo Conti. Il presentatore è Franco Fabrizi doppiato da Alberto Lionello. Attenti a Moana Pozzi nei finti spot pubblicitari, attenti ai sosia di tutti, al finto Pannella, al finto Berlusconi. Ma Fellini è più interessata a farci vedere Toto Mignone, fratello di Milly, che aiuta Ginger e Fred a tornare sul palco per l’ultima volta. Un film magari non riuscito, ma adorabile, triste e lontano anche quando uscì. Ricordo ancora i salami finti appesi a Termini.
Per non farci mancare nulla Rete 4 alle 2, 15 propone in versione doppiata (non è la migliore) “A Bigger Splash” di Luca Guadagnino con Tilda Swinton, Ralph Fiennes, Dakota Johnson, Matthias Schoenaerts, sorta di remake/saggio che gira attorno a “La piscina” di Jacques Demy e ai suoi personaggi. Ralph Fiennes è favoloso, il maresciallo dei carabinieri Corrado Guzzanti, allora, non funzionò. La chiave del mondo occidentale indifferente al disastro dei migranti prima dell’arrivo di Salvini&Co non venne proprio capita.Ma i quattri brano dei Rolling Stones fecero colpo. Il pubblico del cinema italiano presenta alla prima a Venezia, lo ricordo bene perché c’ero, adorò massacrare il film di Luca non applaudendolo alla fine della proiezione per dimostrare la propria superiorità sul territorio. Erano gli stessi che poi gli corsero dietro quando finì agli Oscar “Chiamami col tuo nome”, film che nessun produttore romano aveva voluto coprodurre… Il mondo è strano, ma alla fine quasi tutto torna.
Nella notte passa di tutto. “Il trono di fuoco” di Jesus Franco con Christopher Lee, Maria Schell, Margaret Lee su Cine 34 alle 2, 30, preferibile al “Queimada” di Gillo Pontecorvo con Marlon Brando e Evaristo Marquez, anche se le musiche di Morricone sono spettacolari e il fatto che Brando abbandonò il set prima della fine rimane un gesto notevole. Sono due meraviglie sia “Block notes di un regista”, il piccolo documentario che Fellini dedicò a se stesso con i back stages di “Satyricon” e del mai girato Mastorna, Rai Tre alle 3, 25, e “Toby Dammit”, Rai Tre alle 4, 05, episodio capolavoro dove un attore inglese di successo ma completamente sconvolto, Terence Stamp, arrivato a Roma per girare il primo western prodotto dalla Chiesa Cattolica, riceve in cambio dalla produzione una Ferrari e scommette la testa col diavolo…
Non importano i furti dai film di Mario Bava, non importa il terribile taglio della lunghissima scena del film western, che Fellini girò in tre mesi e Bernardino Zapponi gli fece togliere per sempre (non sapete come vorrei ritrovarla… però su un vecchio Stracult trovate il servizio sul set western…), perché Fellini riesce qui a essere maestro assoluto dei suoi set e dei suoi tempi e l’immagine di Roma e del cinema romano è qualcosa di clamoroso. Ne posso parlare per ore. Siete avvisati. Appare anche, Rete 4 alle 4, 15, il fantascientifico di Pietro Francisci “2+5 missione Hydra” con Anthony Freeman alias Mario Novelli, grande stuntman romano, Kirk Morris alias Adriano Bellini, Gordon Mitchell, Leonora Ruffo.
“Che Francisci fosse un po’ trombone lo prova anche l’autocelebrazione all’inizio di 2 + 5 missione Hydra, il tremendo film di fantascienza cult-movie degli amanti del brutto”, scrive Steve Della Casa. Chiudo con l’erotico altissimo “La venexiana” di Mauro Bolognini, prodotto da Ciro Ippolito con Laura Antonelli, Monica Guerritore, Jason Connery, Clelia Rondinella e Claudio Amendola. Ultimo film di Annie Belle…
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