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Karen Liebreich per “The Guardian”
Kristina Söderbaum è ritenuta la Marilyn Monroe del nazismo. Fu star in molti film, diretti dal marito Veit Harlan, incluso ‘Süss l'ebreo’, considerata la pellicola più antisemitica di sempre, quella che in assoluto alimentò l'olocausto. Questo è un estratto della intervista che le feci tempo fa, raccolta nel libro 'The Black Page: intervista ai registi nazisti'.
L’attrice dice che si sarebbe impiccata se avesse immaginato le conseguenze scatenate dal suo cinema. Ora ha 80 anni, è ancora bella, ariana al 100%: 75% svedese, 22% danese, 3% russa.
Secondo lei Goebbels, capo della propaganda nazista, non l’amava molto: «Preferiva le more alle bionde, mi disse che ero erotica ma non sexy. Aveva occhi belli ma era il diavolo in persona. Interveniva in ogni scena dei film. Hitler invece con me fu sempre molto gentile». La Söderbaum incarna l’incubo delle femministe: bella, convincente, obbediente, vissuta in una gabbia dorata. Si spostava solo in limousine.
Racconta lei stessa: «Per ‘Süss l'ebreo’ mi vollero perché ero bionda, ariana, poco intelligente, nelle mani delle figure maschili. Non sembrava un film contro gli ebrei». No? Himmler lo faceva vedere alle SS e alle guardie dei campi di concentramento, nel 1943 il film era stato visto da 20 milioni di persone.
Prosegue l’attrice: «Non avevo scelta. Non stavo bene, avevo appena partorito, ma me lo fecero fare lo stesso. C’è una scena di sesso che oggi inquieta più di allora. Allora non sapevamo granché di quello che succedeva nei campi e non sapevamo dell’uso che sarebbe stato fatto del film. I problemi che ha causato per me sono una ferita ancora aperta».
L’ignoranza è una difesa debole. Suo marito fu condannato per crimini contro l’umanità. In ‘The Golden City’ recitava ancora lei ma Goebbles non ne era soddisfatto, il trionfo del sangue doveva essere totale, perciò cambiò il finale che secondo lui era troppo lieto. La Söderbaum ricorda di quando andarono a Venezia a ritirare la Coppa Volpi e lei saltò nuda da una gondola, creando grande scandalo.
Anche se i suoi film erano fatti per uomini e da uomini e insegnavano la dottrina della guerra, il cast era felice di partecipare perché così non veniva spedito al fronte: «I soldati non avevano nemmeno le bende, si fasciavano con la carta igienica. Trovavo ridicolo che noi continuassimo a girare mentre il nemico era sempre più vicino. Stare davanti la telecamera mi faceva sentire un’idiota».
soderbaum sul set
veit harlan regista nazi
la soderbaum in suss l ebreo
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