DOMANDE SPARSE SUL CASO ALMASRI – CON QUALE AUTORIZZAZIONE IL TORTURATORE LIBICO VIAGGIAVA…
Colin Ward (Special Guest: Pippo il Patriota) per Dagospia
1. AVVISI AI NAVIGATI
La notizia delle dimissioni di tre deputati del Movimento Cinque Stelle sul blog di Beppe Grillo non c’è. C’è quella su Gigi D’Alessio e il furto dei suoi Rolex, per il cui recupero si sarebbe mossa perfino “Mafia Capitale”, ma non c’è una riga sui tre parlamentari della pianura Pontina che se ne sono andati in polemica con il direttorio. Poco male, ne parlano diffusamente i giornali, oggi, perché lo sfaldamento del movimento di Grillo è sempre più evidente.
Dall’inizio della legislatura i Cinque Stelle hanno perso 26 deputati e sono scesi a quota 137. Una scarsa democrazia interna e il ruolo troppo invadente di Casaleggio e del blog sono tra le principali ragioni degli esodi. Più in generale, molti non capiscono più che cosa abbia in testa Beppe Grillo, il leader “stanchino”, come si è definito lui stesso nelle scorse settimane.
Adesso si avvicinano le elezioni del nuovo capo dello Stato e le divisioni dei grillini aprono nuovi scenari. C’è un’area di malpancisti che può saldarsi con gli ex colleghi parcheggiati al gruppo Misto e formare un pattuglione di una quarantina di deputati. Un numero importante perché può risultare decisivo nella scelta del successore di Re Giorgio. Se infatti la maggioranza assoluta dei grandi elettori (quella che scatta al quarto scrutinio) è a quota 504, e il Pd dispone di 460 voti, è chiaro che i dissidenti Pentastellati sono un boccone eccellente. Ed è per questo che Renzie segue con grande interesse quello che sta accadendo in casa grillina: può essere l’utilizzatore finale del loro casino.
2. UN, DUE, TRE, GRILLINO!
Dunque altro scossone in casa grillina, nel giorno in cui Grillo è andato in prefettura a Genova e sperava di avere visibilità con la sua richiesta di sospensione delle tasse per gli alluvionati. Corriere: “Cinquestelle senza pace, in tre si dimettono. ‘No alla linea, lasciamo il Parlamento’. “Altri dieci in bilico. Fico: chi non condivide tragga le conseguenze” (p. 5). Repubblica avverte: “Non c’è democrazia’. Altri pronti a lasciare. Il senatore Morra: ‘Spero che alcuni se ne vadano via: non sono dissidenti, ma cavalli di Troia” (p. 6). Sulla Stampa, interviene Carla Ruocco, del direttorio: “Sbagliato andarsene, con il direttorio non cambia nulla” (p. 6), E allora che l’avete istituito a fare?
Ottima la sintesi di Libero in prima pagina: “Grillo, il miglior alleato di Renzi. Altri tre parlamentari lasciano il movimento: tra fughe ed espulsi, dall’inizio della legislatura sono già 26 e dieci hanno la valigia in mano. Tutti pronti a sostenere il premier pur di tenersi il posto e lo stipendio. Così Matteo può stare sereno.
matteo renzi foto mezzelani gmt298
2. ALTRO CHE AUGURI DI NATALE
Papa Bergoglio approfitta degli auguri di Natale per scudisciare i cardinali e la Curia, elencando tutte le malattie spirituali della Chiesa. La Stampa di Mariopio Calabresi ci apre la prima pagina: “La frustata del Papa alla Curia. Parole durissime di fronte ai prelati: ‘Basta con le doppie vite e l’esibizionismo’. Dentro, la spiegazione di Andrea Tornielli: “Soldi, potere e narcisismo. Ecco quali sono i veri bersagli. Nel mirino del Pontefice anche l’efficientismo dei nuovi arrivati” (p. 3).
Il Corriere parla di “requisitoria” diretta a chi resiste alle sue riforme e racconta che “il discorso ha generato stupore anche in cardinali schierati con Bergoglio”. Repubblica mette in fila altri bersagli di papa Francesco: “Ior e pedofilia, battaglia ai prelati che resistono al cambiamento” (p. 24). Il Giornale titola a tutta prima: “Il Papa asfalta i cardinali. Attacco senza precedenti: Si sentono padroni, ma sono affetti dal cancro delle divisioni’. Dalla famiglia agli sprechi, così Francesco prepara la rivoluzione del Vaticano”.
3. ROMANZO QUIRINALE
Matteo Renzie tenta di serrare le file in vista dell’elezione del capo dello Stato. “Renzi al Pd: siamo 460, diamo noi le carte. Sul Colle non ripetiamo gli stessi errori. Padoan al brindisi dem, assente un pezzo di minoranza. Voci di una telefonata con il leader di Fi” (Corriere, p. 12). Repubblica in versione giornale-partito prova a ringalluzzire le truppe: “Renzi: stavolta batto i 101. Il Pd cerca il nome ammazza-veleni. Il premier ha chiesto ai parlamentari pd ‘senso di responsabilità’ evitando ‘gli errori del passato’. La presenza di Padoan alimenta subito voci. Palazzo Chigi: solo un atto di cortesia” (p. 2).
Sul fronte berlusconiano, stessa attività di ricompattamento: “Berlusconi chiede lealtà ai suoi. Il richiamo: per contare in questa fase dobbiamo essere collaborativi. Incontro freddo con Fitto, lui è pronto a dar battaglia grazie ai 40 ‘dissidenti’” (Corriere, p. 13). Paolo Romani, intervistato da Repubblica, dice che sarà dura accordarsi “se vogliono un uomo Pd” (p. 3). Un uomo, mica una donna. Libero riporta: “Silvio apre: per il Colle va bene perfino Prodi. La tattica del Cav: nessun veto sui nomi, purchè si trovi una figura di garanzia per entrambi gli schieramenti. E alla cena con gli eurodeputati azzurri sancisce una tregua natalizia con Fitto: ‘Parleremo dopo le vacanze” (p. 4).
raffaele fitto silvio berlusconi
4. DILETTANTI ALLO SBARAGLIO
Per le comunicazioni riservate usavano la chat privata di Facebook e quando parlavano di armi da rubare le chiamavano “caramelle” o “confetti”. Ciò non di meno i neofascisti arrestati ieri facevano paura alla procura dell’Aquila, che li ha fatti arrestare. E oggi i giornaloni dedicano ampio spazio a questa banda di fanfaroni: “Bombe in ogni città, ora agiamo’. I piani di attentati dei neofascisti che volevano rifondare Ordine nuovo. Gli obiettivi: uccidere i dipendenti di Equitalia, ‘carbonizzare’ Napolitano”. “Lo spettro nero che torna dagli anni delle stragi e l’idea di un altro Italicus. I legami con il passato e la Costituzione scritta dall’ideologo 93enne” (Corriere, pp. 2-3).
Anche Repubblica riporta le farneticazioni degli arrestati: “Uccidiamo politici, toghe e preti comunisti’. La lista delle morte dei nuovi brigatisti neri. L’Aquila, 14 arresti. Minacce a Kyenge, Monti e Napolitano. Piano per un attentato entro Natale. ‘Dobbiamo colpire quelli senza scorta, voglio sentire odore di carne bruciata’. Le intercettazioni: ‘Impicchiamo Del Turco” (pp. 20-21). Sulla Stampa i sogni di Stefanno Manni, ex carabiniere, capo del gruppo: “Una mattina alle 8,20 500 persone premono insieme 500 telecomandi. L’unico modo è destabilizzare la situazione colpendo bersagli mirati” (p. 19).
GIORGIO NAPOLITANO IN VACANZA IN ALTO ADIGE
5. MONITI DI RE GIORGIO
“Napolitano: no a “comportamenti impropriamente protagonistici e iniziative di dubbia sostenibilità assunti, nel corso degli anni, da alcuni magistrati della pubblica accusa” (Corriere, p. 10). Tradotto: non v’azzardate mai più a farmi testimoniare.
6. NON FA SOSTA LA SUPPOSTA
Manovra al traguardo alla Camera e, alla faccia del proclama “Basta marchette!” di Renzie, ecco le ultime concessioni. “Spunta la grande sanatoria per favorire giochi e Fisco. Legalizzate 7 mila sale. Giudici in pensione per le concessioni. Per il Superenalotto, ‘ogni misura utile di sostegno dell’offerta di gioco’, dice la legge” (Corriere, p. 6).
7. MARCIO SU ROMA
Il giorno dopo le polemiche, il prefetto di Roma si difende così: “Pecoraro: vidi Buzzi, lo mandava Gianni Letta. ‘Non sapevo chi fosse, né che era indagato’. ‘Gli dissi no perché a Castelnuovo c’era il Centro rifugiati. La lettera era automatica’. I pm di Mafia Capitale: ‘Per Carminati il carcere duro del 41 bis” (Corriere, p. 20). Il Messaggero prevede: “Mafia Capitale, chiesto il 41-bis per Carminati. Il ministro verso il sì” (p. 6).
Il Giornale apre un altro fronte: “Il sogno della Cupola. Entrare nel business di ‘monnezza capitale’. Nelle intercettazioni il tentativo di entrare nell’appalto Ama per il trasporto dei rifiuti a Civitavecchia e quindi all’estero con le navi. Ma il progetto fallì” (p. 8).
8. SILVIO, CACCIA LI SORDI
Brutta sorpresa per Silvio Berlusconi da parte del suo innamorato deluso Fede Emilio. Con Mediaset si vedranno in tribunale. Come racconta il Messaggero, l’ex direttore del tg4 chiede 8 milioni e mezzo per il licenziamento (p. 7). Rischia di costargli più di tutte le Olgettine.
9. ULTIME DAL MONTE DEI PACCHI DI SIENA
Agonia infinita per il Monte dei Paschi in Borsa. “Mps ancora giù, bruciato l’aumento. Ieri nuovo tonfo. Dal 26 ottobre persi 2,5 miliardi di capitalizzazione. Dopo i risultati degli stress test aumenta l’incertezza per l’istituto senese” (Stampa, p. 27). Il Giornale spiega che “gli analisti temono l’inoptato e gli accantonamenti” (p. 20). Quanti giorni hanno Viola e Profumo?
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