NE VEDREMO DELLE BELLE: VOLANO GIÀ GLI STRACCI TRA I TECNO-PAPERONI CONVERTITI AL TRUMPISMO – ELON…
Carlo Antonio Biscotto per Il Fatto
C’erano una volta le mitiche agenzie investigative alle quali chi sospettava la moglie o la ragazza di tradimento – così come accadeva a parti invertite – si rivolgeva animato da sentimenti e speranze contrastanti: da un lato, una gran voglia di avere le prove dei sospetti, dall’altro, la speranza che si trattasse di ansie infondate e nulla più. Altri tempi. Oggi c’è il fai da te della caccia all’infedele.
Per meno di 70 euro si può acquistare un software di sorveglianza in grado di monitorare il cellulare o il computer della moglie, della fidanzata o del compagno sospettato di tradimento, e l’acquisto di questi dispositivi ha toccato, specialmente in Gran Bretagna, “proporzioni epidemiche”.
A essere preoccupate sono, tra l’altro, le organizzazioni che difendono le donne vittime di violenze domestiche che hanno reso noto che questi software-spia sono sempre più diffusi e permettono di ascoltare le conversazioni delle vittime, di leggere i loro Sms, di registrare le telefonate e sapere in ogni momento dove si trovano le malcapitate.
Uno di questi dispositivi – il meno costoso – viene venduto anche online ed è pubblicizzato senza tanti giri di parole: “Pensate che vostra moglie o la vostra fidanzata abbia un altro? Potete scoprirlo in un attimo con il nostro congegno-spia efficiente, facile da usare ed economico”.
Una indagine condotta da Women’s Aid ha evidenziato un dato che la dice lunga su quanto la tecnologia a volte possa essere utilizzata a scopi negativi: in Gran Bretagna il 41% delle vittime di violenze domestiche erano state spiate con dispositivi elettronici. La percentuale è stata confermata da Digital Trust, una organizzazione che aiuta le donne vittime di stalking online.
Anche in questo caso oltre il 50% delle vittime era sottoposta a sorveglianza elettronica ad opera dei molestatori. Per mettere sotto sorveglianza il soggetto, è necessario piazzare la “cimice” o fare in modo che il dispositivo-spia venga agganciato al cellulare o al computer da controllare.
Nel caso di genitori separati i molestatori si servono spesso dei figli oppure regalano, magari a Natale, cellulari , computer e altri congegni elettronici con il dispositivo-spia già inserito.
La violenza domestica è l’aspetto più visibile della pulsione al controllo di cui soffrono molti uomini che non sopportano l’idea di non sapere tutto della loro partner.
“È un fenomeno in crescita esponenziale e purtroppo la polizia non ha nè i mezzi nè le competenze per capire le conseguenze di tali comportamenti”, afferma Polly Neate, responsabile di Women’s Aid. Il risultato è che di rado questi comportamenti vengono perseguiti penalmente. Il software viene utilizzato anche per esercitare pressioni psicologiche e per incutere nel partner la terrorizzante sensazione di non avere segreti, di non avere più privacy e di non potersi sottrarre al controllo.
Non di rado quando un rapporto è in crisi, il molestatore si serve del software per spedire dall’account della moglie decine e decine di email imbarazzanti ai suoi amici o al datore di lavoro con il rischio di causare alla vittima anche irreparabili danni nella vita sociale e professionale.
Ovviamente questa tecnologia viene impiegata anche dalle aziende per controllare i dipendenti sospettati di scarso impegno professionale e dai genitori per conoscere gli spostamenti dei figli che non amano dare troppe spiegazioni, ma l’utilizzo più diffuso ha a che vedere con l’adulterio, in particolare con quello femminile. Perché, come – insinua maliziosamente una pubblicità – le donne sono più portate a mentire e sono molto più brave degli uomini a farlo.
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